Il cambiamento climatico, che meraviglia! La scoperta di un laboratorio preistorico del Mesolitico rivela i pensieri dei nostri antenati

Il grande freddo terminava. Brezze tiepide e temporali si abbattevano sull'Europa; i ghiacci si scioglievano, la vegetazione prosperava grazie a a una temperatura più calda, gli animali si moltiplicavano. E in queste condizioni era possibile iniziare a pensare ad orizzonti diversi. Fare viaggi di caccia meno lunghi, pensare di ruotare, durante gli spostamenti stagionali, attorno a luoghi più prosperi, che diventavano, sempre più, casa. Non vagare. La moltiplicazione di piccoli mammiferi offriva nuove opportunità proteiche, a portata di mano. Bastava adattare le punte delle frecce. Più piccole e precise. Bastava anche considerare che certe erbe che tornavano di anno in anno potevano essere coltivate...
Un momento dello scavo archeologico @ Inrap

di Redazione
Stile arte è un quotidiano di cultura, arte e archeologia fondato nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz

Touissant, Francia, 9 dicembre 2023 – L’archeologia può offrirci tanti spunti per pensare e per superare certi automatismi che ci consegnano a ideologie alimentata da stereotipi. Lo scavo svolto in queste settimane a Toussaint, in Normandia (Francia) ha rivelato principalmente un’occupazione risalente al Mesolitico che si estende da circa 10.000 a 6.000 anni prima della nostra era. “Corrisponde ad un periodo che inizia con la fine dell’ultima era glaciale e che termina con l’inizio delle pratiche agricole e zootecniche (pratiche che segneranno l’inizio del periodo successivo: il Neolitico). Questo è quindi il periodo in cui vissero gli ultimi cacciatori-raccoglitori seminomadi europei”. dicono gli archeologi dell’Inrap, l’istituto nazionale francese delle ricerche archeologiche preventive.

Il grande freddo terminava. Brezze tiepide e temporali si abbattevano sull’Europa; i ghiacci si scioglievano, la vegetazione prosperava grazie a a una temperatura più calda, gli animali si moltiplicavano. E in queste condizioni era possibile iniziare a pensare ad orizzonti diversi. Fare viaggi di caccia meno lunghi, pensare di ruotare, durante gli spostamenti stagionali, attorno a luoghi più prosperi, che diventavano, sempre più, casa. Non vagare. La moltiplicazione di piccoli mammiferi offriva nuove opportunità proteiche, a portata di mano. Bastava adattare le punte delle frecce. Più piccole e precise. Bastava anche considerare che certe erbe che tornavano di anno in anno potevano essere coltivate…

Un nuovo studio del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Tel Aviv, pubblicato alcune settimane orsono, ha scoperto, peraltro, che l’estinzione delle grandi prede, su cui si basava l’alimentazione umana, ha costretto gli esseri umani preistorici a sviluppare armi migliorate per cacciare le piccole prede, determinando così adattamenti evolutivi. Lo studio esamina l’evoluzione delle armi da caccia dalle lance con punta di legno e di pietra, fino ai sofisticati arco e freccia di un’epoca successiva, correlandola con i cambiamenti nelle dimensioni delle prede e con la cultura e la fisiologia umana.

“Il quadro paleoambientale e cronologico dei resti mesolitici di Toussaint – dicono gli archeologi dell’Inrap – si inserisce quindi in una fase di profondo cambiamento climatico iniziata circa 13.000 anni fa. La metamorfosi dei paesaggi normanni determina poi la scomparsa della steppa fredda e arida del Paleolitico a favore di una copertura forestale in un clima temperato e umido. Gruppi mesolitici, adattati ai biotopi forestali interglaciali, colonizzarono poi gli altipiani di Cauchois abbandonati durante l’ultimo massimo glaciale. La vicinanza alla zona costiera doveva essere per loro attraente sotto diversi aspetti in termini di risorse animali e materiali (selce). Il paesaggio contemporaneo all’occupazione del sito di Toussaint, all’inizio dell’Olocene, era tuttavia ancora relativamente aperto con foreste rade frequentate da cervi, caprioli, cinghiali e uri. Le scoperte di questo periodo rimangono eccezionali in Normandia ed è in questo raro contesto che si svolgono gli scavi in ​​questo sito”.

Un piccolo blocco di selce trovato durante il recente scavo. Gli uomini percuotevano la roccia con punte litiche, conoscendo i punti di frattura della matrice. Sulla pietra sono evidenti, in negativo, le forme dell’utensile o utensili estratti @ Inrap

I resti rinvenuti nel sito archeologico di Toussaint sono prevalentemente costituiti da selci scheggiate. Questi frammenti forniscono un’interessante finestra sulla tecnologia di debitage adottata dagli scheggiatori mesolitici, permettendo di studiare i loro gesti, i materiali utilizzati e il contesto di acquisizione della materia prima. Gli archeologi studieranno queste schegge in un lavoro comparativo con altri materiali litici mesolitici trovati nel circondario. Vogliono capire se gruppi diversi agivano in modo tecnicamente simile.

Una lama completa trovata tra i consistenti residui di selce dell’accampamento mesolitico francese @ Inrap

“I resti rinvenuti corrispondono ad un minimo di sette zone distinte di circa 100 mq ciascuna, indicate dalla presenza di un’industria litica (selce tagliata) nonché di un probabile focolare (impianto realizzato con selce). – dicono gli archeologi dell’Inrap – Il sito rivela spazi che ospitano attività che sembrano ovviamente diverse ma contemporanee. La fase cronoculturale del Mesolitico è particolarmente complessa da comprendere nell’ambito dell’archeologia preventiva. La rarità e le piccole dimensioni dei resti di questo periodo ne rendono difficile la scoperta e il sito di Toussaint è uno dei dieci riconosciuti per la Normandia orientale. Lo sviluppo in questo periodo delle tecniche di caccia con l’arco portò alla comparsa di tutta una serie di nuovi telai per frecce. La volontà di miniaturizzare le punte di selce porta gli scheggiatori ad adattare i propri metodi di scheggiatura in modo da ottenere in modo standardizzato supporti comunemente chiamati lame o lame che possono essere utilizzato come utensili o per realizzare armature in cui incastrare saldamente proiettili”.

Una lama di selce completa @ Inrap

Il contesto sedimentario, specialmente il pH del suolo in questa parte della pianura, argomentano gli archeologi dell’Inrap, purtroppo non è favorevole alla conservazione dei resti organici, in particolare di materiali ossei. L’assenza di resti ossei impedisce quindi di ottenere informazioni sulla dieta a base di carne dei cacciatori-raccoglitori mesolitici di Toussaint. Per superare questa limitazione, saranno condotte diverse analisi paleoambientali e fisico-chimiche nel tentativo di fornire preziose informazioni sull’ambiente immediato del sito, come la ricerca di sostanze grasse all’interno di specifici tipi di minerali presenti nella zona del focolare scoperto. Se tali analisi avranno successo, si potrà accedere a un ampio spettro di informazioni riguardanti l’origine dei prodotti utilizzati in cucina, che comprendono piante, animali terrestri o marini, e altro ancora. Il campionamento e la setacciatura del sedimento saranno fondamentali per isolare possibili resti di carbone e altre piante, offrendo così dettagli sulle specie di legno impiegate in questo focolare.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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