Non c’è biografia, anche breve, su Ettore Sottsass che non citi l’importanza del suo rapporto con il pittore Lugi Spazzapan. Ci si trova dinnanzi a un dato acquisito, da tutti accettato, sottolineato dallo stesso Sottsass nei suoi scritti autobiografici, ma mai – sino a questa mostra-indagine – compiutamente documentato.
Ettore Sottsass, detto Ettore Sottsass senior (Nave San Rocco, 12 aprile 1892 – Torino, 5 ottobre 1953), è stato un architetto italiano, padre del designer e architetto Ettore Sottsass.
Per questo “Sottsass/Spazzapan”, in programma dal 16 dicembre 2022 al 30 aprile 2023 alla Galleria Regionale d‘Arte contemporanea Luigi Spazzapan a Gradisca d’Isonzo (Gorizia), è una di quelle occasioni realmente da non perdersi per tutti coloro che studiano o semplicemente apprezzano i due maestri, diversissimi per origine, formazione, destino. Eppure strettamente vincolati da un fondamentale momento di tangenza.
La mostra, a cura di Lorenzo Michelli e Vanja Strukelj, è promossa da ERPAC – Servizi Ricerca, Musei e Archivi Storici della Regione Friuli Venezia Giulia.
Il trentino Sottsass e l’italo-sloveno Luigi Spazzapan si incontrano a Torino, dove entrambi erano approdati dalle loro terre di origine. Spazzapan, all’epoca della loro frequentazione, è già un uomo (ed un artista) fatto. Quarantenne, arriva a Torino nel 1928, e a Torino resta sino alla morte, trent’anni dopo. Gli inizi torinesi non sono dei più facili: nel capoluogo piemontese Spazzapan era giunto per partecipare al concorso per la decorazione murale del Padiglione della Chimica all’Esposizione Internazionale. Non solo il suo progetto viene bocciato ma per motivi politici gli viene ritirato anche il passaporto.
I rapporti con Edoardo Persico e Lionello Venturi, la vicinanza con il gruppo dei Sei, gli permettono di uscire dal suo isolamento. Accanto alle illustrazioni per la “Gazzetta del Popolo”, i suoi disegni, che -ricorda proprio Sottsass- invadono lo spazio del suo studio, rivelano la fulminante energia del suo segno in cui evocazioni espressioniste trovano un inedito dinamismo, mentre nei dipinti esplode il colore: Spazzapan guarda alla Francia, guarda a Matisse. Ma al di là della sua pittura, l’artista ha una sua presa anche per la sua capacità di affabulatore, per la sua carica anarchica, il suo comportamento eccentrico.
E tra i giovani che guardano a lui come figura di riferimento c’è anche il giovane Sottsass. Ettore, figlio d’arte, con una passione per il disegno e l’architettura, frequenta a partire dalla metà degli anni Trenta lo studio del pittore. E resta affascinato dalla sua arte e dalla sua personalità.
Scriverà Sottsass di Spazzapan «era un pittore molto bravo, un pittore serio, elegante, aggiornato; sapiente nell’uso dei colori, dei ritmi e dei non ritmi, delle strutture o non strutture. Soprattutto sapeva che cos’è un segno, che cos’è un quadro depositato nel vuoto. Sapeva bene quando il quadro c’è e quando non ci sarà mai».
Spazzapan è un maestro che non si atteggia a insegnante. I pomeriggi trascorsi nel suo studio fanno da contraltare al rigoroso percorso di studi al Politecnico. Gli fanno acquisire una metodologia, lo allenano ad un continuo interrogarsi sul senso della pittura e sul significato di segno e colore: un’eredità che l’architetto si poterà con sé negli anni.
La mostra, grazie al prestito di circa 120 opere (tempere, disegni, ceramiche) dal fondo Sottsass conservato allo CSAC dell’Università di Parma, mette in luce indubbie consonanze e incroci e le distanze tra i percorsi dei due artisti. Introdotto da una sezione interamente dedicata a Spazzapan, in cui al patrimonio della Galleria gradiscana si affiancano tre importanti prestiti dalla GAM di Torino, il percorso espositivo si snoda in otto “stanze”.
A partire dalle prime prove del giovane Sottsass, ancora iscritto negli ultimi anni Trenta all’ateneo torinese, fino a tutti gli anni Quaranta, il confronto tra i progetti d’interni, i bozzetti per stoffe e tappeti, le illustrazioni dell’allievo e le prove del maestro ci fanno scoprire inattese consonanze: nella energia del segno, nella esplosione del colore. Allo stesso tempo però in questi stessi progetti si vengono a delineare elementi iconici, su cui l’architetto designer lavorerà nei decenni successivi: griglie costruttive, “mandala” che nel tempo si caricano di significati assai più complessi. Al di là della lezione di Spazzapan, le ultime sale della mostra vogliono presentare proprio queste differenti dimensioni di Sottsass che sopravvivrà a Spazzapan per decenni e che avrà modo di affrontare orizzonti culturali assai lontani da matrici secessioniste o francesi.
Il catalogo, edito da Skira, permetterà di seguire il percorso della mostra, attraverso un ricchissimo apparato di immagini e sarà arricchito da numerosi saggi, che inquadreranno questo rapporto secondo differenti prospettive. Ai contributi dei curatori, Lorenzo Michelli, curatore e conservatore della Galleria Spazzapan, e Vanja Strukelj, si affiancheranno interventi di Martina Corgnati, Simona Riva e Francesca Zanella.