Prosegue il recupero di un tessuto di fili d’oro trovato dagli archeologi in una tomba di 1700 anni fa

Il drappo, che copriva originariamente il defunto fino al collo, è stato trovato in una necropoli realizzata tra il tramonto dell'Impero Romano e la diffusione del Cristianesimo

Un rarissimo tessuto di fili d’oro recuperato in una tomba dagli archeologi dell’Inrap, in Francia, in collaborazione con il servizio archeologico della città di Autun (Saône-et-Loire), è in fase di dispiegamento. Un’operazione molto complessa. Il drappo, che risale al tramonto dell’Impero romano e all’avvio della cristianizzazione, doveva coprire il defunto fino al collo. Il tessuto presentava decorazioni simili a quelle degli arazzi. Nel tempo la terra è entrata nel sarcofago e si è unita al tessuto. Gli archeologi hanno prelevato i blocchi di terra contenenti il drappo. Nei laboratori specializzati avviene il lento e costoso recupero del prezioso manufatto.

Il drappo – probabilmente uno dei più ampi mai recuperati, relativamente all’epoca – è riemerso dalla necropoli situata nei pressi dell’antica chiesa paleocristiana di Saint-Pierre -l’Estrier. dove sono state scoperte più di 230 tombe che contenevano altri oggetti di grande pregio: gioielli d’oro, spille in giaietto e ambra e un vaso diatrete eccezionale.

“Una delle tombe, una bara di piombo datata IV secolo – spiegano gli archeologi dell’Inrap, L’istituto nazionale francese delle ricerche archeologiche preventive – conteneva i resti di un grande panno colorato di porpora, intrecciato con fili d’oro. Attualmente sono oggetto di analisi di laboratorio, ma un frammento viene eccezionalmente presentato al pubblico durante la mostra “Da un mondo all’altro, Augustodunum dall’antichità al medioevo”.

La necropoli di Saint-Pierre-l’Estrier operò dall’inizio del 3° secolo fino alla metà del 5° secolo, ma la maggior parte delle tombe è risalente al 4° secolo. Tra i defunti vi furono probabilmente i primi cristiani autunois (i testi antichi ricordano che i primi vescovi di Autun furono sepolti in questo vasto spazio funerario) ma anche seguaci di altre antiche religioni. Alcune tombe scavate nel 2020 appartenevano chiaramente alle élite della città di Edui: le sepolture in sarcofagi di pietra e bare di piombo richiedevano ingenti risorse finanziarie. Ne è testimonianza la presenza di quasi tutti gli oggetti di prestigio in questo tipo di contenitori. Sei tombe avevano fili d’oro, cinque delle quali erano in una bara di piombo e una in una bara di legno. Tessuto tinto di rosso, attualmente in corso di analisi, è stato ritrovato anche in alcune di queste tombe: potrebbe essere viola, una tintura associata all’epoca con l’alta aristocrazia”.

Grazie al patrocinio del gruppo HANES (Dim), spiega l’Inrap, è stato possibile estrarne una porzione dalle zolle di terra. Il prossimo sostegno finanziario della Fondazione Solidarités by Crédit Agricole Centre-Est consentirà di continuare lo studio e lo scavo di altre zolle. “Il rilascio totale del tessuto richiederà altri finanziamenti ma nel frattempo è possibile scoprire un frammento del tessuto. Viene presentato, come il rarissimo vaso diatrete, nella mostra, sostenuta da Inrap nell’ambito del suo 20 ° anniversario “Da un mondo all’altro, Augustodunum dall’antichità al medioevo” che ha aperto i battenti il ​​17 giugno 2022 al Museo Rolin di Autun”.

Condividi l'articolo su:
Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz