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Il maestro austriaco soggiornò a Tremosine, dove eseguì paesaggi rigorosamente en plein air, decifrando da lontano le case di Malcesine grazie a un potente strumento ottico. Le vacanze gardesane offrirono l’opportunità al pittore di analizzare il tracciato architettonico, più che la natura stessa, così rigogliosa e potente, nell’alto lago.
Il lago di Garda è soggetto che nei secoli numerosi artisti, italiani e stranieri, hanno immortalato, tramandandone la bellezza e permettendo ad occhi sensibili di ammirare i tanti volti e le molteplici sfumature. Non stupirà però scoprire che non tutte le località gardesane hanno goduto la medesima fortuna: ben presto, infatti, già nel corso del Settecento, e soprattutto dopo il soggiorno di Goethe, si crearono leitmotiv ricorrenti, generando vere e proprie mode. Era abitudine comune per artisti o per semplici turisti, provenienti da varie parti d’Europa, recarsi regolarmente negli hotel del Garda per conoscere, nel corso di soggiorni climatici, i luoghi che avevano già potuto ammirare attraverso tele, disegni o stampe. Sirmione, Torbole, Malcesine, Riva, Desenzano divennero imprescindibili mete e di conseguenza soggetto di composizioni. Non si allontanò da questi cliché neppure Gustav Klimt (1862-1918), massimo rappresentante della Secessione Viennese.
Dove trascorrere le vacanze sul lago di Garda? Klimt non si fermò a Riva, che restava in territorio austriaco, ma varcò il confine tra Italia e Austria. Percorse qualche chilometro di una strada panoramica che lo condusse a Tremosine.
Tremosine è un balcone d’erba che strapiomba sul Garda. Il clima è secco e ventilato; l’esposizione è ideale. Sotto il profilo dei valori ottici offre visioni cristalline – il vento costante e la distanza dalla pianura lo avvolgono d’ immagini nitidissime – irrorate da una solarità già mediterranea. Klimt – che è linea e tassello – doveva amare particolarmente questa pulizia del disegno generale, insita nel paesaggio dell’Alto Garda. Egli, benché molto noto soprattutto per i ritratti, le rappresentazioni allegoriche e i disegni attraversati da quella sensualità e quell’erotismo che tanto ossessionarono la società austriaca fin de siécle, realizzò anche alcuni paesaggi. E i dipinti prodotti sul Garda sono realmente eccelsi.Pervenne tardi a questa produzione. Nel 1898 raggiunse quella tranquillità economica che gli permise di concedersi villeggiature estive e di immortalare così nuovi scorci. Nel complesso affrontò tale tematica attraverso cinquantacinque oli. Di tutti questi, sicuramente due sono dedicati al Garda. Klimt, infatti, tra il luglio e l’agosto del 1913 (lo stesso anno in cui Kafka visitò il Benaco) soggiornò a Tremosine nell’albergo Morandi, dove ancora oggi esiste una targa commemorativa. Fu proprio in tale località, comunque dal porto di Campione,lì sotto – che il pittore realizzò “Malcesine sul lago di Garda” e “ La chiesa di Casone”. La tecnica da lui impiegata è particolare: sebbene abbia dato vita, nel corso della sua carriera, a circa quattromila disegni, non aveva l’abitudine di effettuare schizzi di paesaggi. E’ per questa ragione che sceglieva di lavorare en plein air, piantando il cavalletto tra gli alberi o su una barca, o ancora, come nel caso delle tele eseguite a Tremosine, usando il cannocchiale, una volta posizionatosi (probabilmente) nel porto di Campione, la frazione a lago di Tremosine.
Neppure la produzione paesaggistica di Klimt ha tradito il formato di tela a lui più congeniale, quello quadrato, che esalta il labirinto delle linee, reminiscenza di mosaici bizantini. Oltre a queste due tele sicuramente di tema benacense, ve ne è una terza, “Giardino all’italiana”, che ha diviso la critica: in molti ritengono, infatti che essa non abbia alcun rapporto con l’Italia e tanto meno con il Garda.
Infine, triste è la sorte toccata al dipinto “Malcesine”, bruciato nel 1945 nell’incendio di Immendorf insieme ad altre tre straordinarie composizioni klimtiane, “Filosofia”, “Medicina” e “Giurisprudenza”.Resta comunque, con intensità, una fotografia, quella che vediamo.