[S]ettanta tonnellate di vetro sminuzzato che ricoprono il fianco di una montagna. In questo modo Mimmo Paladino esalta lo sforzo dell’uomo, perennemente teso alla ricerca dell’acqua.
Situata nel punto d’origine di una falda, che grazie ad un acquedotto lungo 57 chilometri alimenterà il territorio compreso tra Benevento ed Avellino, l’opera vuole essere un omaggio all’oro blu, tanto importante per noi tutti. I lavori per la costruzione dell’infrastruttura hanno lasciato una voragine di 2.500 metri quadri che Paladino, per richiamare il cromatismo del liquido, ha deciso di ricoprire, come si diceva, con piccoli frammenti di vetro.
Di giorno i raggi del sole formano un arcobaleno, di notte la luna piena fa luccicare la superficie ricreando un paesaggio fiabesco. In alto, a dieci metri, c’è una scultura in bronzo che rappresenta un rabdomante, in un complesso che riunisce in modo armonico tecnologia e arte. Perché, afferma Paladino, “è l’arte che può dare forma alla tecnologia”.
La montagna di vetro di Mimmo Paladino, punto d’incontro fra arte e tecnologia
Settanta tonnellate di vetro sminuzzato che ricoprono il fianco di una montagna. In questo modo Mimmo Paladino esalta lo sforzo dell’uomo, perennemente teso alla ricerca dell’acqua.