Il dipinto estremamente raro raffigura una donna di colore seduta accanto alla sua compagna bianca, “contribuendo al dibattito storico su razza e genere nel XVII secolo”. E’ un quadro complesso, non scontato, ma molto bello. Al di là di possibili significati accessori di tipo esoterico-alchemico – che esistono, considerati i segni speculari, gli stessi, in colori chiari e scuri, in opposto, su entrambi i volti – il dipinto veniva anche letto, ai tempi in cui fu prodotto, come una forma femminile di reciproca emulazione che portava le donne ad essere qualcosa di diverso da sé, a migliorare la propria presenza, attingendo alla bellezza delle altre. Di qualsiasi etnia fossero.
Ma – critica o non critica – il quadro viene letto oggi – poichè l’interpretazione di un dipinto si confronta con i pensieri dominanti del periodo in cui vengono letti e non solo del periodo in cui vengono prodotti – come un quadro di parità, tra etnie. E ciò ha reso l’opera una sorta di feticcio del politicamente corretto. Il quadro ha suscitato l’interesse di collezionisti di tutto il mondo. Considerate le intenzioni dei proprietari di metterlo all’asta in Inghilterra, è stato bloccato dalle autorità britanniche che potrebbero esprimere il diritto di prelazione all’acquisto stesso, per evitare che il dipinto sia esportato.
Il temporaneo blocco d’esportazione deve consentire a una galleria o un’istituzione del Regno Unito di acquisire il dipinto.
“Valutato a £ 272.800, Allegorical Painting of Two Ladies, English School, risalente al 1650 circa, è a rischio di lasciare il paese a meno che non venga trovato un acquirente nel Regno Unito. – scrivono gli esperti del Governo inglese – Questo dipinto estremamente raro mostra due donne, una di colore e una bianca, fianco a fianco, presentate come compagne, alla pari, con abiti, capelli e gioielli simili. La rappresentazione di una donna nera in un dipinto del 1650 era molto insolita. In particolare le opere di quell’epoca mostravano un adulto, piuttosto che un bambino – di etnie diverse dai bianchi, ndr. – in una posizione di sottomissione. Per questo il dipinto invita a un importante dibattito su razza e genere durante il periodo”.
“Un altro aspetto notevole del dipinto è la rappresentazione di ‘macchie di bellezza’ su entrambe le donne. Sebbene in voga all’epoca, il dipinto sembra condannare l’uso di queste “macchie” tramite un’iscrizione sopra le due donne. Il dipinto tende a mostrare che i maquillage erano un peccato d’orgoglio, un’opinione diffusa nel XVII secolo. Questo stile di lavoro conferisce al dipinto un’affinità con le stampe xilografiche popolari dell’epoca, chiarendo che l’opera è allegorica e associandola a versi satirici, opuscoli e sermoni”.
Il ministro delle Arti Lord Parkinson di Whitley Bay ha dichiarato: “Questo affascinante dipinto ha tanto da insegnarci sull’Inghilterra del XVII secolo, anche nelle aree importanti della razza e del genere, che giustamente continuano ad attirare l’attenzione e la ricerca oggi. Spero che si possa trovare una galleria o un museo nel Regno Unito per acquistare questo dipinto per la nazione, in modo che molte più persone possano partecipare alla continua ricerca e discussione su di esso”.
La decisione sulla domanda di licenza di esportazione sarà rinviata fino al 9 marzo 2022. Frattanto il Governo sta cercando la possibilità che l’opera sia acquisita da inglesi e che rimanga in patria.
I membri del comitato Pippa Shirley e Christopher Baker hanno dichiarato: “Questo dipinto anonimo è una grande rarità nell’arte britannica, in quanto opera della metà del XVII secolo che raffigura una donna nera e una donna bianca con pari status. Non si tratta di un ritratto di persone reali, per quanto ne sappiamo, ma l’iscrizione rivela che si tratta in realtà di un’immagine severamente moralizzante che condanna l’uso di cosmetici e patch di bellezza specificamente elaborati, che erano in voga all’epoca. Sebbene non distinta artisticamente, il suo immaginario si relaziona in modi affascinanti agli stereotipi contemporanei delle donne, della moda e, attraverso la giustapposizione delle figure, della razza. Il fatto che sia emerso solo di recente e che finora sia noto solo un altro dipinto correlato e che potrebbe essere utilizzato per esplorare importanti aspetti della cultura nera nella Gran Bretagna del diciassettesimo secolo, rende particolarmente importante che rimanga in questo paese così che il suo significato possa essere ampiamente studiato e compreso”.
“Il quadro probabilmente si presta a una lettura polisemica – dice il critico d’arte Maurizio Bernardelli Curuz – è un’opera a più livelli, che oggi viene letta in un modo, allora in altri. E’ molto probabile che i segni presenti sui volti delle due donne siano di origine alchemica e che l’allegoria raffiguri, in modo simbolico, due fasi delle Grande opera che viene fatta rappresentare a donne che hanno diverse colorazione della pelle. Una è la nigredo, l’opera al nero. L’altra l’albedo, l’opera al bianco. Nigredo e albedo sono due fasi consecutive nel processo alchemico. Non sarebbe da escludere il fatto che il dipinto – al di là degli elementi di superficie collegati, anche a una funzione moralizzatrice – abbia un pendant perduto, con una donna asiatica e una pellerossa, che rappresentano, insieme le altre due fasi, della Grande opera alchemica, cioè l’opera al giallo e l’opera al rosso. Se così fosse – come appare assai probabile – si rivelerebbe comunque, da parte dell’artista una visione aperta all’idea che l’Opera umana debba essere portata avanti dai quattro colori, dai quattro continenti, dai quattro punti cardinali, dalle quattro stagioni, dai quattro elementi”.
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