Un nuovo studio, condotto da William A. Marsh e Silvia Bello e destinato alla pubblicazione sulla prestigiosa rivista Quaternary Science Reviews, ha svelato una pratica funeraria inusuale e macabra che era comune nel nord Europa circa 15.000 anni fa. Contrariamente a quanto si possa pensare, il cannibalismo non era praticato per necessità alimentari, ma piuttosto come parte integrante della cultura di quel periodo.
Il fulcro di questa rivelazione è la Gough’s Cave, una rinomata grotta paleolitica situata nella gola di Cheddar, nell’Inghilterra sud-orientale. La grotta è nota principalmente per la scoperta di teschi umani risalenti a 15.000 anni fa, scolpiti in ciò che sembrano essere tazze e di ossa che erano state chiaramente manipolate da altri esseri umani.
Questo studio, pubblicato sulla rivista Quaternary Science Reviews, suggerisce che il cannibalismo nella Gough’s Cave non fosse un evento isolato, ma piuttosto una pratica comune nel nord Europa durante il periodo magdaleniano del tardo Paleolitico superiore, vissuto tra gli 11.000 e i 17.000 anni fa.
Gli esperti del National History Museum di Londra hanno condotto una ricerca esaustiva, analizzando 59 siti magdaleniani che contenevano resti umani. La maggior parte di questi siti era in Francia, ma erano presenti anche in Germania, Spagna, Russia, Regno Unito, Belgio, Polonia, Repubblica Ceca e Portogallo. Di questi, i ricercatori sono stati in grado di interpretare il comportamento funerario in 25 siti.
I risultati indicano che il cannibalismo era parte integrante della cultura magdaleniana e veniva praticato ritualmente come forma di sepoltura, piuttosto che per motivi alimentari. La dottoressa Silvia Bello, esperta di evoluzione del comportamento umano presso il Centre for Human Evolution Research del Natural History Museum di Londra, afferma: “Invece di seppellire i morti, queste persone li mangiavano. Interpretiamo le prove secondo cui il cannibalismo è stato praticato in più occasioni nell’Europa nord-occidentale in un breve periodo di tempo, poiché questa pratica faceva parte di un comportamento funerario diffuso tra i gruppi magdaleniani.”
Questa scoperta è particolarmente intrigante poiché costituisce la prova più antica di cannibalismo inteso come pratica funeraria.
Tuttavia, il cannibalismo sembra essere stato una pratica limitata nel tempo, poiché si è poi verificato un cambiamento nel comportamento funerario. La gente ha iniziato a seppellire i propri morti, una pratica che si è diffusa in tutta l’Europa centro-meridionale ed è attribuita a una cultura distinta chiamata Epigravettiana.
Questa scoperta solleva la questione se la diffusione della sepoltura nel tardo Paleolitico sia stata il risultato dell’adozione della sepoltura primaria da parte del popolo magdaleniano o se la popolazione magdaleniana sia stata sostituita dalla cultura Epigravettiana.
Durante il tardo Paleolitico superiore, esistevano due culture predominanti in Europa occidentale, distinte dagli strumenti in pietra e osso che producevano. La cultura Epigravettiana era principalmente presente nell’Europa meridionale ed orientale e praticava una forma più tradizionale di sepoltura, mentre la cultura magdaleniana del nord-ovest dell’Europa aveva comportamenti funerari distinti, tra cui il cannibalismo.
Le prove genetiche raccolte dai resti umani provenienti da questi siti hanno rivelato che i due gruppi che praticavano comportamenti funerari diversi erano popolazioni geneticamente distinte. Le persone coinvolte nel cannibalismo appartenevano al gruppo genetico “GoyetQ2”, mentre le sepolture ordinarie erano di individui del gruppo genetico “Villabruna”.
Questo suggerisce che il cambiamento nel comportamento funerario non fosse dovuto alla diffusione di idee, ma piuttosto alla sostituzione della popolazione, con gli Epigravettiani che migrarono nell’Europa nord-occidentale.
In conclusione, questo studio rivela una pratica funeraria sorprendentemente macabra tra i magdaleniani dell’Europa nord-occidentale, indicando che il cannibalismo era una parte intrinseca della loro cultura, ma che fu alla fine sostituito da forme più tradizionali di sepoltura con l’arrivo degli Epigravettiani. Questa scoperta offre una preziosa comprensione delle complesse dinamiche culturali e genetiche dei nostri antenati preistorici.
Implicazioni sulla diffusione della cultura e della popolazione
È interessante notare che questa scoperta riflette il modo in cui i ricercatori credono che l’agricoltura sia arrivata nel Regno Unito circa 6.000 anni dopo. Mentre l’Europa preistorica era caratterizzata da una varietà di culture e comportamenti funerari, sembra che i cambiamenti culturali e genetici fossero spesso legati alla sostituzione delle popolazioni. In questo caso, l’arrivo degli Epigravettiani nell’Europa nord-occidentale ha portato a un cambio significativo nei comportamenti funerari e nelle pratiche culturali, segnando un capitolo importante nell’evoluzione umana.
Questo studio pionieristico getta luce su una parte poco conosciuta della nostra storia e sottolinea quanto ancora abbiamo da imparare sulle complesse interazioni tra cultura e genetica nelle società preistoriche. La Gough’s Cave e i suoi orrori antichi sono un ricordo vivido della ricchezza e della complessità della storia umana.