I resti di giganteschi banchetti, i parenti, il sole, le stelle, il calendario agricolo, gli antenati. Uno studio illuminante sull’origine delle pietre che compongono lo splendido monumento circolare del neolitico sembra indicare questo come il luogo del ritorno. Il punto dalla quale tante comunità erano partite e forse tornavano stagionalmente per ricomporre la famiglia originaria. La rinascita nel luogo dell’unione. Uno studio davvero fondamentale – quello compiuto da due università inglesi – per capire anche il substrato antropologico e psicologico di questo luogo magico in cui certamente si potevano stabilire astronomicamente i tempi delle stagioni e il movimento delle stelle, ma che anche doveva costituire un “centro di gravità permanente” in cui si ricomponeva un’unità familiare primigenia. Con qualcosa che assomiglia a una tavola del Natale a cui giungono familiari lontani. Nei giorni natalizi del solstizio d’inverno, il sole, a Stonehenge, tramonta proprio sulla Pietra dell’altare. E forse a quei giorni splendidi si collegano i resti di banchetti trovati duranti gli scavi nel vicino villaggio. Tra i ritrovamenti anche la scoperta di resti di animali che venivano da lontano.
Tutto parte da un’importante scoperta che ha rivelato che una delle pietre più significative di Stonehenge, nota come la Pietra dell’Altare, proviene da lontano, dalla Scozia nord-orientale. Questo risultato rafforza una teoria secondo cui il celebre sito neolitico fu costruito non solo come osservatorio astronomico o tempio religioso, ma anche come simbolo di unione per le comunità agricole della Gran Bretagna, circa 5.000 anni fa. Lo studio, pubblicato nella rivista Archaeology International e condotto da ricercatori dello University College London (UCL) e dell’Università di Aberystwyth, aggiunge nuove prospettive alla comprensione di uno dei più celebri monumenti del mondo.
Una pietra dalla Scozia: la Pietra dell’Altare
La Pietra dell’Altare è un massiccio monolite orizzontale, del peso di circa sei tonnellate, collocato al centro del sito di Stonehenge. Le analisi geologiche più recenti hanno determinato che questa pietra proviene dalla Scozia nord-orientale, una regione famosa per i suoi “cerchi di pietre reclinabili” (recumbent stone circles). Questi cerchi, tipici solo di quella parte della Scozia, presentano grandi pietre orizzontali simili per forma e collocazione alla Pietra dell’Altare.
Secondo i ricercatori, la scelta di includere questa pietra proveniente da una regione così distante suggerisce che Stonehenge avesse un ruolo che trascendeva le funzioni religiose o astronomiche, per diventare un monumento di unificazione culturale.
Origine delle pietre e trasporto
Stonehenge si distingue per il fatto che tutte le sue pietre provengono da regioni lontane:
- Le bluestones, un gruppo di 43 pietre più piccole, furono trasportate dalle colline di Preseli, nel Galles occidentale, a circa 225 chilometri di distanza.
- Le pietre sarsen, le più grandi, furono trasportate da almeno 24 chilometri di distanza, provenienti da aree a nord e a est di Salisbury Plain.
- La Pietra dell’Altare, di origine scozzese, percorse un tragitto ancora più straordinario, attraversando probabilmente fiumi e coste.
Il trasporto di questi massicci monoliti, in un’epoca in cui la ruota non era ancora utilizzata in Gran Bretagna, rappresenta un’impresa straordinaria. Gli archeologi ipotizzano che furono impiegate slitte, rulli e corde, e che il lavoro richiese la partecipazione di centinaia o migliaia di persone.
La funzione di Stonehenge: unificazione e continuità ancestrale
Stonehenge è unico tra i circa 900 cerchi di pietra conosciuti in Gran Bretagna, non solo per la sua grandiosità e complessità architettonica, ma anche per l’origine remota di tutte le sue pietre. Secondo il Professor Mike Parker Pearson, uno dei principali autori dello studio, la struttura potrebbe essere stata costruita per consolidare legami tra diverse comunità, celebrando antenati comuni e legami ancestrali.
Questo aspetto “politico” di Stonehenge emerge in un momento storico cruciale, quando popolazioni provenienti dall’Europa continentale, principalmente dai territori dell’attuale Germania e Paesi Bassi, cominciarono a stabilirsi in Gran Bretagna. Questi nuovi arrivati, noti come “Beaker people” per i caratteristici vasi che accompagnavano le loro sepolture, portarono con sé innovazioni tecnologiche come la lavorazione dei metalli e la ruota. E’ evidente che una funzione non cancella l’altra. Il monumento poteva fungere da calendario agricolo ideato dagli antenati comuni e celebrare, al tempo stesso, l’unione delle famiglie e delle tribù che erano migrate. Accanto ad esse potevano giungere anche alleati senza vincoli di parentela – assimilati a familiari – o famiglie che si erano imparentate tra loro.
Allineamenti solari e contesto cerimoniale
Il ruolo di Stonehenge come spazio cerimoniale e rituale è sottolineato dai suoi celebri allineamenti solari. Durante il solstizio d’inverno, il sole tramonta esattamente sopra la Pietra dell’Altare, allineandosi con due delle pietre più grandi, una delle quali oggi è caduta. Questo fenomeno, centrale per le celebrazioni neolitiche, era probabilmente associato ai grandi banchetti che si svolgevano presso il vicino villaggio di Durrington Walls, dove si radunavano persone provenienti da tutta la Gran Bretagna.
Cosa è stato trovato attorno al cerchio di Stonehenge
Attorno al cerchio di pietre di Stonehenge si estende un paesaggio archeologico ricco e articolato, che offre una finestra unica sulla vita delle comunità neolitiche. Questo territorio, noto come Stonehenge Landscape, è costellato di tumuli funerari, insediamenti, e strutture associate a rituali e celebrazioni collettive.
Segni di insediamenti: Durrington Walls e Beyond
A circa 3 chilometri a nord-est di Stonehenge si trova il sito di Durrington Walls, un vasto insediamento neolitico che ospitava probabilmente coloro che costruirono il monumento. Le indagini archeologiche hanno rivelato la presenza di numerose abitazioni, databili a circa 2500 a.C., che rappresentano uno dei più grandi villaggi preistorici noti in Gran Bretagna.
Queste case erano costruite con pareti di legno e tetti di paglia, e i resti di focolari indicano che qui si svolgevano attività quotidiane come la cottura del cibo e la lavorazione di strumenti. L’insediamento suggerisce che Durrington Walls fosse un centro vivace, dove si radunavano comunità da tutta la regione, forse in occasione delle celebrazioni legate a Stonehenge.
Sepolture e tumulazioni
Il paesaggio circostante Stonehenge è punteggiato di tumuli funerari, noti come barrows, che risalgono al Neolitico e all’Età del Bronzo. Questi sepolcri collettivi erano probabilmente riservati ai membri più importanti delle comunità locali.
Uno dei più significativi è il Cursus, un’enorme struttura lineare lunga circa 3 chilometri, che precede Stonehenge di almeno 500 anni. Si ritiene che il Cursus fosse un percorso cerimoniale o un luogo associato a pratiche funerarie. Altre importanti scoperte includono scheletri umani, spesso accompagnati da corredi funerari come armi, gioielli e ceramiche, che testimoniano l’importanza rituale e simbolica dell’area.
Banchetti e celebrazioni
Uno degli aspetti più affascinanti del paesaggio di Stonehenge è l’evidenza di grandi banchetti collettivi, che si svolgevano probabilmente in connessione con i rituali stagionali. I resti ossei rinvenuti a Durrington Walls includono ossa di maiale e bovini, spesso macellate in un modo che indica un consumo rituale durante i solstizi.
Analisi isotopiche sugli animali hanno mostrato che molti di essi furono trasportati da lontano, inclusa la Scozia, il che dimostra la partecipazione di comunità geograficamente disperse a questi eventi. Questi banchetti rafforzavano i legami sociali e culturali e, al tempo stesso, celebravano l’unione simbolica rappresentata da Stonehenge.
Fasi di costruzione: evoluzione di Stonehenge
Stonehenge fu costruito in più fasi:
- Prima fase (3000 a.C.): Le bluestones furono erette nella loro configurazione originale.
- Seconda fase (2500 a.C.): Le grandi pietre sarsen furono disposte a formare il caratteristico cerchio esterno e la disposizione a ferro di cavallo interno di trilithon (pietre verticali con architravi). In questa fase fu probabilmente aggiunta anche la Pietra dell’Altare.
Questa seconda fase coincide con l’arrivo in Gran Bretagna di popolazioni continentali e con una crescente complessità culturale, riflessa nell’architettura monumentale e nei rituali associati.
Implicazioni della scoperta
La scoperta dell’origine scozzese della Pietra dell’Altare non solo arricchisce la nostra comprensione di Stonehenge, ma aggiunge un nuovo livello interpretativo al suo significato storico. Non era solo un luogo di culto o osservazione astronomica, ma un monumento che rappresentava l’unità e la collaborazione tra comunità geograficamente distanti, in un’epoca di profondi cambiamenti sociali e culturali.
Come ha sottolineato il Professor Richard Bevins dell’Università di Aberystwyth, il lavoro interdisciplinare tra geologi e archeologi ha permesso di far luce su queste connessioni, rivelando una storia di collaborazione, innovazione e resilienza.