“Una interrogazione a mia prima firma al ministro Franceschini, che sarà pubblicata dal Senato con data 20 luglio 2022, afferma la necessità di fare il punto sui celebri MARMI ellenistici policromi detti di ASCOLI SATRIANO (Foggia). – scrive, in un comunicato, la senatrice Margherita Corrado – Nel 2007 rientravano in Italia, infatti, grazie all’abilità della nostra diplomazia culturale di quegli anni (guidata dall’avvocato dello Stato Maurizio Fiorilli), capace di mettere a frutto le prove raccolte dalla Procura di Roma per merito dei Carabinieri TPC e dei consulenti del compianto PM Paolo G. Ferri, anche i pezzi più straordinari di un nucleo di suppellettili e arredi marmorei provenienti, pare, ad una ricchissima tomba a camera dell’avanzato IV sec. a.C. depredata dai tombaroli nell’antica Daunia negli anni ’70 del Novecento”.
“Lo splendido sostegno per mensa rituale (tecnicamente un trapezoforo) con i grifoni che sbranano una cerva e il bacile con la raffigurazione della oceanina Teti, madre di Achille, erano stati esportati illecitamente negli Stati Uniti per impreziosire le sale del Getty Center di Malibù. La restituzione del trapezoforo e del bacile e il loro ricongiungimento in Italia con gli altri marmi originariamente associati non esaurisce, però, il compito degli archeologi, anzi li chiama ad uno sforzo scientifico importante: esposti come sono nel Polo Museale di Santa Maria del Popolo ad Ascoli Satriano (Foggia), si rende ora necessario studiare quei manufatti anche nella prospettiva di posizionarne e ricostruirne il contesto di deposizione, per risalire alla comunità di riferimento del ‘principe’ dauno al quale appartennero. In questa ottica, è noto che fra giugno 2020 e novembre 2021 la Soprintendenza ABAP per le provincie di Foggia e BAT ha destinato cospicue risorse pubbliche ad un cantiere di scavo aperto in contrada Giarnera Piccola di Ascoli Satriano, nella valle del Carapelle, nei pressi di un presunto tumulo di ampio diametro dove il tombarolo Savino Berardi, scopritore della cavità ipogea che avrebbe restituito i marmi, aveva condotto personalmente gli investigatori”.
“I risultati non sono stati divulgati ma pare siano emerse tracce di antropizzazione diverse e incompatibili con quanto sperato. Ad oggi, dunque, il vulnus della spoliazione della presunta tomba non è stato ancora risarcito se non in minima parte. Al ministro Franceschini, perciò, abbiamo chiesto di rendere pubblico l’esito delle prospezioni e degli scavi del 2020-2021 in contrada Giarnera Piccola che hanno escluso la presenza della “tomba dei marmi” nel sito indicato dal tombarolo ‘pentito’. Ciò rende necessario riaprire il dibattito scientifico sulla ubicazione e sulla destinazione dell’ambiente ipogeo da cui provengono i marmi ellenistici cosiddetti di Ascoli Satriano. Si è inoltre sollecitato il Ministro ad assumere il caso come esemplare, per farsi promotore di un programma di iniziative pubbliche itineranti (a cominciare proprio dalla cittadina foggiana), dove studiosi e società civile possano ragionare insieme sul grave danno causato alla società da chi si appropria dell’eredità culturale pubblica per fini privatistici, “frustrando le legittime aspirazioni di tutti ad una conoscenza del passato che, se intellettualmente onesta, è strumento irrinunciabile di crescita civile, intellettuale e spirituale”.