“Là sotto c’è la casa di San Pietro!” Perché gli archeologi stanno scavando sotto l’abside di una chiesa presso il lago. La storia

Betsaida, una volta un modesto porto di pescatori, ottenne lo status di polis nel 30 d.C. sotto il governo di Filippo il Tetrarca. Secondo le narrazioni evangeliche, la città fu testimone di importanti eventi legati alla vita di Gesù, tra cui il miracolo della guarigione di un cieco. Tuttavia, dopo il terremoto del 749 d.C. e l'avvento dell'Islam nella regione, cadde nell'oblio
Una veduta dell’insediamento sul lago di Tiberiade @ Foto Terre Sainte

Nel cuore del sito archeologico di El-Araj, sulla sponda settentrionale del Lago di Tiberiade, si sta svolgendo un’impresa straordinaria che potrebbe rivoluzionare la comprensione della storia biblica. Gli archeologi, guidati dal professor Mordechaï Aviam, hanno scoperto sotto l’abside di una chiesa bizantina mura risalenti ai secoli III e I d.C. Queste strutture potrebbero essere collegate agli apostoli Pietro e Andrea, alimentando l’ipotesi che El-Araj sia la perduta città biblica di Betsaida. Ne dà notizia Terre Sainte, il portale che si occupa di attualità e archeologia del Medioriente e del Mondo biblico.

Betsaida, conosciuta anche come “casa della pesca” in ebraico, era un insediamento situato nella Gaulanitide, al confine con la Galilea, a nord del Lago di Tiberiade, menzionato nella Bibbia. Secondo il Vangelo di Giovanni, gli apostoli Pietro, Andrea e Filippo vi nacquero.

Gesù compì diversi miracoli a Betsaida, come riportato nel Vangelo di Marco, dove guarì un cieco (Marco 8,22-26), e nel Vangelo di Luca, dove moltiplicò i pani e i pesci per cinquemila uomini nelle vicinanze della città (Luca 9,10-17). Tuttavia, nonostante questi segni, Gesù rimproverò Betsaida per la mancanza di conversione, come descritto nel Vangelo di Matteo.

L’abside della chiesa bizantina. Sotto di essa sono evidenti muri precedenti che non avrebbero un senso di sfruttamento edificatorio dei ruderi, ma sarebbero stati inglobati dalla successiva costruzione per fini legati alla devozione e alla ritualità. © Photos El Araj Expedition

Nella letteratura rabbinica, Betsaida era nota come una città situata ai confini della terra d’Israele, celebrata per la sua abbondanza di pesce e uccelli.

Nel 1987, l’archeologo israeliano Dr. Rami Arav intraprese dieci giorni di sondaggi su Et-Tell, situato a 2 km dalla costa nord-orientale del Mar di Galilea, per determinare se il sito potesse corrispondere a Betsaida. L’indagine iniziale fu promettente, ma si rese necessario uno studio più approfondito per esplorare gli strati più antichi. Nel 1990, Dr. Arav e colleghi di tutto il mondo formarono il Consorzio del Progetto Betsaida Scavi (CBEP), con l’obiettivo di scavare l’antica città, analizzare i resti archeologici e condividere le scoperte con il pubblico accademico e il grande pubblico.
Negli scavi recentissimi, gli archeologi hanno individuato i resti di una chiesa bizantina che fu costruita sopra precedenti rovine. La chiesa potrebbe essere un indicatore di rilievo per quanto riguarda gli edifici in cui vissero gli apostoli.

La chiesa bizantina, i cui primi frammenti sono stati scoperti nel 2019, si è rivelata una vera e propria gemma archeologica. Decorata con splendidi mosaici e adornata da iscrizioni greche, questa struttura ha offerto preziose informazioni sulla devozione dei cristiani bizantini. Una delle iscrizioni rinvenute nel 2022 invoca esplicitamente l’intercessione di San Pietro, considerato il “capo e comandante degli apostoli” dalla tradizione cristiana di quel tempo.

Durante la settima stagione di scavi condotta nel 2023, gli archeologi hanno deciso di esplorare sotto l’abside della chiesa, alla ricerca di possibili tracce della casa di Pietro e Andrea, i discepoli di Gesù. Ciò che hanno scoperto ha sorpreso e entusiasmato gli studiosi: due muri distinti, uno del III secolo e l’altro del I secolo d.C. Il primo, posizionato sotto il centro dell’abside, è stato probabilmente venerato dai cristiani bizantini, che lo consideravano la casa degli apostoli.

La scoperta più intrigante è stata quella del secondo muro, risalente al I secolo d.C., il che lo rende contemporaneo agli eventi del Nuovo Testamento. Tuttavia, gli archeologi rimangono cauti nel collegare direttamente questo muro alla casa di Pietro e Andrea, date le complessità storiche e le possibili inondazioni che hanno interessato la regione tra il I e il III secolo d.C.

Il professor Aviam sottolinea l’importanza di queste scoperte nel contesto più ampio della storia biblica e dell’identificazione di Betsaida. Egli evidenzia il tentativo dei cristiani bizantini di collegare le loro chiese a strutture precedenti, sottolineando il legame vivo con la memoria dei luoghi santi.

Betsaida, una volta un modesto porto di pescatori, ottenne lo status di polis nel 30 d.C. sotto il governo di Filippo il Tetrarca. Secondo le narrazioni evangeliche, la città fu testimone di importanti eventi legati alla vita di Gesù, tra cui il miracolo della guarigione di un cieco. Tuttavia, dopo il terremoto del 749 d.C. e l’avvento dell’Islam nella regione, Betsaida cadde nell’oblio.

Steven Notley, direttore accademico degli scavi di El-Araj, sottolinea l’importanza di riconsiderare la tradizione che colloca la casa di Pietro a Betsaida anziché a Cafarnao. Egli evidenzia il fascino degli apostoli per i cristiani bizantini e cita le testimonianze storiche di Eusebio, che identifica Betsaida come il luogo di origine di Pietro, Andrea e Filippo.

Le recenti scoperte a El-Araj offrono un nuovo capitolo nella ricerca delle antiche città bibliche e testimoniano la persistenza della fede e della devozione attraverso i secoli. Mentre gli archeologi continuano a scavare nei misteri sepolti sotto il suolo, la speranza è che queste rivelazioni possano gettare nuova luce sulle storie millenarie della Bibbia e della cristianità.

Fonte: Terre Sainte

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Maurizio Bernardelli Curuz
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