Press "Enter" to skip to content

Lancia l’esca magnetica nel fiume. “Che cavolo si è attaccato?”. E’ di 1200 anni fa. Ma era autorizzato? La scoperta, la polemica


Singolare pesca hard, quella con il magnete. Specie se, dopo un lancio e l’avvio del recupero t’accorgi che quello strano oggetto saldamente trattenuto dal disco è una spada antica. E’ capitato ad un appassionato, Trevor Penny, che dal fiume Cherwell, nell’Oxfordshire occidentale, ha visto emergere una excalibur vichinga di 1200 anni fa, in perfette condizioni. Proprio in queste ore è giunta la perizia degli esperti. L’arma è autentica, appartiene alla cultura materiale vichinga e risale a un periodo compreso tra l’850 e il 975 d.C.
Probabilmente si è trattato di un grande colpo di fortuna in quanto, generalmente, gli oggetti recuperati dagli appassionati di pesca magnetica appartengono alla civiltà industriale, quindi sono piuttosto recenti.
E’ evidente che – forse a causa delle piogge e dell’aumento del volume delle acque del fiume – l’oggetto antico è stato rimesso in gioco dalle correnti che hanno rimosso depositi limacciosi e ghiaia. Il disco magnetico è passato per la pozza giusta e l’aggancio è stato perfetto.

Trevor Penny ha seguito tutte le procedure previste dalla legge e ha segnalato il ritrovamento all’autorità competente. Con qualche piccolo problema. La procedura è stata, in sé corretta, ma il cercatore non aveva chiesto il permesso di ricerca al proprietario del terreno dal quale egli aveva lanciato il magnete né al Consorzio fluviale.

“C’è stata una piccola disputa con il proprietario terriero e con il trust dei fiumi che non permettono la pesca magnetica. – ha detto Penny – Quest’ultimo ha inviato un documento legale in cui affermava che non avrebbe intrapreso alcuna azione legale nei miei confronti a condizione che la spada fosse consegnata a un museo, cosa che ho fatto.”

La pesca magnetica, nel Regno Unito è oggetto di maggiori restrizioni, rispetto alle indagini con metal detector per le quali- in quel Paese – basta ottenere il permesso dal proprietario del campo, non agire in un’area archeologica e procedere alla segnalazione del reperto allo Stato. Limiti maggiori che sono suscitati dal timore che i lanci possano causare problemi alla fauna ittica e che avvengano recuperi di materiali pericolosi. Alcuni pescatori armi cariche, ordigni inesplosi e pezzi di metallo taglienti. La pesca con i magneti viene generalmente effettuata con guanti, un potente magnete al neodimio che viene legato a una corda lunga tra i i 15 e i 30 metri. In alcuni casi il blocco magnetico viene dotato di un rampino che consenta l’aggancio e il recupero di oggetti piuttosto pesanti. Tra i recuperi più frequenti quelli di lamiere senza valore, biciclette, cerchioni di auto, monete, utensili. Si segnalano anche casi di ripescaggio di pistole, bombe e granate.

Eccezionale, quindi, il ritrovamento dello spadone, prodotto con ferro d’ottima qualità, lavorato, evidentemente, con sapienza.