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Laura Tonin è stata tra i finalisti del Premio Nocivelli 2016, con l’opera pubblicata qui di seguito, da lei commentata.
Madness nasce esattamente li dove è stata scattata, senza una pregressa costruzione. I metadati riportano la data e l’ora: 30 Aprile 2016, ore 15.59.
Il luogo, Berlino. “Percorro “la via del muro” e il mio occhio lucido di lacrime si posa su quel gesto: madness, pazzia!
Sul pianeta reale delle condivisioni virtuali dei social networks, una graziosa coppia di non più giovani persone, imbraccia un “braccio selfie” e si propone a tutti i passanti in pose e autoscatti in un semplice gesto che legittimi la loro presenza e la loro esperienza. Ma io non riesco a non trovare quel gesto fuori luogo, in quel luogo. Mi domando se i due conoscano il significato di quella scritta che imperversa alle loro spalle. E contestualmente rifletto su chi possa essere stato a lasciare quel segno grafico sul muro. Segno che adesso spicca su quel tratto di muro sottolineando ancor più la ‘pazzia’ di chi – e sono tanti, in è una sorta bisogno di condividere e di esserci ndr – quel momento e le sofferenze che quel muro ha portato e ha visto negli anni. Non so ancora se sono io la persona giusta, nel luogo giusto e al momento giusto per scattare o se sono loro ad essere le persone giuste al momento giusto, nel posto sbagliato. Una cosa però è certa: tutto ció è MADNESS.”
Questa descrizione presentata con l’opera per il Premio Nocivelli 2016, descrive pienamente il tema: Berlino, la città simbolo della divisione Europea nella seconda parte del ‘900, che ancora oggi mostra le rovine di questa divisione – rovine purtroppo molto attuali, in un’epoca nella quale si parla di muri per contrastare le ondate di migranti – non soltanto fisica ma anche ideologica, sottolineata dalla soavità del gesto “moderno” che cancella per un attimo le atrocità della storia. Credo sia chiaro a tutti che qualcosa non funziona.
Tecnicamente il quadro fotografico si può dividere nei 9 quadranti canonici, secondo la regola dei terzi. I soggetti sono due: il graffito Madness sul Berliner Mauer e la coppia di signori. Le righe nette della sommità del muro, orizzontale, e della divisione dell’edificio al di la di essa, verticale, dirigono lo sguardo proprio sulla scena.
La fotografia architetturale o paesaggistica, con l’inserimento di soggetti umani marginali come dimensioni, ma che in realtà sono la chiave del tema dell’immagine, è la tecnica che vado creando e continuamente cercando per realizzare i miei scatti.
Laura Tonin
Cenni biografici
Laura Tonin nasce a Brescia il 13 dicembre 1987. Lavora dal 2013 per il Gruppo Foppa come Social Media Developer. Si è specializzata in Grafica e Comunicazione all’Accademia di Belle Arti di Brescia SantaGiulia, presso la quale ha trovato il modo di rendere la propria passione per i Social Network e il mondo digitale un lavoro concreto.
Il suo lavoro le ha permesso di collaborare anche con diverse realtà di formazione attive sul territorio bresciano come l’Associazione Palco Giovani, per le quali ha tenuto dei corsi sui Social Networks e la Comunicazione Online agli studenti di istituti scolastici superiori. La fotografia, insieme alle tecniche di ripresa video, è acquisita nel tempo e si migliora col tempo, ma soprattutto è una passione costantemente coltivata.
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Laura Tonin, cosa significa farsi un selfie di fronte alla pazzia del muro di Berlino
Questa descrizione presentata con l’opera per il Premio Nocivelli 2016, descrive pienamente il tema: Berlino, la città simbolo della divisione Europea nella seconda parte del ‘900, che ancora oggi mostra le rovine di questa divisione - rovine purtroppo molto attuali, in un’epoca nella quale si parla di muri per contrastare le ondate di migranti - non soltanto fisica ma anche ideologica, sottolineata dalla soavità del gesto “moderno” che cancella per un attimo le atrocità della storia. Credo sia chiaro a tutti che qualcosa non funziona.