Il dragaggio e la pulizia di un torrente, fanno emergere dal fango capolavori romani. Nei giorni scorsi, in un pozza, gli archeologi chiamati per interventi di monitoraggio dell’area – ad alta vocazione archeologica – hanno recuperato una possente scuktura di marmo: una testa, con collo piedistallo – di un personaggio dal volto traianeo. Roma fu artefice dell’antica città di Aizanoi, situata nel territorio dell’attuale Turchia, che è nella lista provvisoria del patrimonio mondiale dell’UNESCO, nel Distretto di Çavdarhisar della provincia occidentale.
Il marmo solenne recuperato da poco è il settantesimo reperto scultoreo emerso, in poco tempo, dalle sacche del torrente, come dichiara il professor Gökhan Coşkun, responsabile archeologico della missione. Perché le statue finirono nell’acqua? Probabilmente furono gettate, in seguito alla decadenza dell’impero romano.
“Continuiamo anche a trovare frammenti di statue di creature sacre come sfingi e di altre figure ausiliarie nei culti di Dei e Dee. – prosegue il direttore dello scavo – Abbiamo anche identificato il 30 percento dei blocchi architettonici del ponte n. 3. Il ponte probabilmente crollò a causa di un’alluvione. Durante lo scavo di quest’area, dallo scorso anno hanno cominciato ad apparire vari frammenti di scultura. Continuiamo a trovare anche quest’anno vari pezzi di statue”, ha detto.
Aizanoi o Ezani era una città dell’Antica Grecia situata in Asia Minore (attuale Anatolia occidentale) i cui resti sorgono nei pressi dell’attuale città turca di Çavdarhisarm, a circa 1000 metri sul livello del mare. Le rovine si trovano al di là del fiume Penkalas.
La città fu un importante centro politico ed economico soprattutto in epoca romana. Il luogo conserva un elegante tempio di Zeus (nella foto sottostante), un particolare complesso teatro-stadio e un macellum. Il nucleo urbano cadde in declino nella tarda antichità.