Le ragazze della spada e del fioretto. La storia della bellissima Ana, che perdette un occhio per la scherma

Cappa e spada. Fioretto e spirito nobile. Un’intelligenza rapida, una grande bellezza. La vedremmo su un palco delle Olimpiadi.

Fu idealmente incoronata come la più bella o una delle più belle donne di Spagna e d’Europa, e come tale cantata da poeti e cantastorie. Reginetta di bellezza, ante-litteram nonostante avesse perso un occhio proprio per la passione per la scherma e una vistosa benda da pirata le occludesse la spaventosa cicatrice.

Doña Ana Mendoza de la Cerda, Principessa di Eboli e Duchessa di Pastrana, è stata una figura affascinante e complessa del XVI secolo. Nata a Cifuentes il 29 giugno 1540, la sua bellezza straordinaria e il suo spirito indomito la resero celebre in tutta la Spagna e l’Europa. Nonostante avesse perso un occhio in un duello di scherma con un paggio, il suo fascino non ne fu minimamente scalfito; anzi, la vistosa benda che copriva la cicatrice venne vista come un segno distintivo, esaltando ulteriormente la sua avvenenza.

Ana era una donna dalle mille sfaccettature: colta, dolce e risoluta. A soli dodici anni, nel 1552, sposò Ruy Gomez de Silva, principe di Éboli e ministro del re, su raccomandazione del Principe Filippo. La coppia ebbe dieci figli e fu benefattrice e sostenitrice di Santa Teresa d’Avila. La loro unione era salda, ma alla morte di Ruy nel 1573, Ana scelse di ritirarsi in un convento carmelitano. Tuttavia, la sua permanenza fu breve e turbolenta: la sua volontà di mantenere contatti con l’esterno e di far accogliere persone a lei vicine nel convento creò tensioni con la madre superiora e le altre monache.

La determinazione e il carattere forte di Ana non vennero meno neppure dopo il ritorno alla vita secolare. Nel 1576, divenne l’amante segreta di Antonio Pérez, segretario di Filippo II di Spagna. Tuttavia, la loro relazione e le accuse di tradimento che ne seguirono portarono all’arresto di entrambi nel 1579. Ana fu reclusa in vari luoghi, tra cui la Torre di Pinto, il castello di Santorcaz e infine nel palazzo Ducale di Pastrana, dove morì il 2 febbraio 1592.

La fama di Doña Ana Mendoza de la Cerda trascese la sua vita. La sua figura ispirò numerose opere letterarie e teatrali, tra cui la tragedia “Don Carlos” di Friedrich Schiller e l’opera “Don Carlo” di Giuseppe Verdi, dove appare un personaggio basato su di lei, la Principessa Eboli. La sua vita avventurosa e il suo carattere indomito furono anche al centro del romanzo “That Lady” di Kate O’Brien e del film del 1955 “La principessa di Mendoza”. Inoltre, apparve nei romanzi “En el umbral de la hoguera” di Josefina Molina e nella serie televisiva “Teresa de Jesus” della stessa Molina.

Doña Ana Mendoza de la Cerda rimane un simbolo di bellezza, intelligenza e forza d’animo, una donna che, nonostante le avversità, seppe vivere la sua vita con una passione e una determinazione fuori dal comune, lasciando un’impronta indelebile nella storia e nella cultura spagnola.

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