Le stilettate di Zana. Con Cristo, Marta e Maria di Velazquez. L’elogio delle Perpetue

Cristo in casa di Marta e Maria è un dipinto a olio su tela (60×103,5 cm) realizzato nel 1620 circa dal pittore Diego Velázquez. È conservato nella National Gallery di Londra.
STILETTATE
diTonino Zana
​Se n’è andata la storica perpetua di uno storico arciprete. Termina l’epopea della perpetua, iniziata, per tutti, nella lettura dei Promessi Sposi, con simpatia verso quella guardia del corpo di don Abbondio, non bella, non maritabile forse, certamente consigliera acuta ed ascoltata.
La perpetua veramente perpetua, fu consigliera e ascoltata. Manzoni non alluse mai a qualcosa di più, qualcuno di noi, lettore non cattivo però malizioso pensò alla perpetua e a una compagna composta di vita nella solitudine pastorale. Niente di male, anzi.
Nella prudenza e nel silenzio di alcune canoniche, secondo me, sarebbe stato auspicabile il ruolo di una perpetua badante a tutto campo, una specie di vedova portata a consolidare lo spirito e il corpo di un prete, secondo la proverbiale “nisi caste saltem caute”, se non sei casto sii almeno prudente.
In tempi in cui, ogni tanto fa capolino il fine celibato dei preti, sarebbe un auspicio e una lode totali, l’avvistamento di una formula vissuta di perpetua-donna. Cadrebbe un tabù, un egoismo precauzionale della chiesa. In tempi in cui la donna desidera esserci, stabilirsi in ogni campo della vita, una donna-consorte sacerdotale, una sodale perpetua, quasi un doppio ruolo di governo, non soltanto della canonica, non sarebbe male. Di perpetua ne avremmo bisogno in tante case. Basta mettersi d’accordo sul nome e allora comprendi la fine della perpetua ufficiale e il rilancio della neo perpetua, soltanto con altro nome, necessaria ad armonizzare piccoli nuclei esistenziali. Viva la perpetua. Sempre.

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz