La Buona ventura è un dipinto realizzato da Michelangelo Merisi, con la tecnica dell’olio su tela (115 × 150 cm), tra il 1593 ed il 1594. Il dipinto è nella Pinacoteca Capitolina di Roma. Un’altra versione dell’opera è al Louvre.
STILETTATE
di Tonino Zana
Sono i mesi della siccità. Leggete alcuni diari del passato e troverete siccità identiche. Oggi, con il mutamento climatico, scientificamente provato, la sofferenza per i disordini del cielo e della terra diviene insopportabile, la suggestione è all’apice. I corti circuiti si stabiliscono in pochi minuti e si parla del troppo caldo, della mancanza di precipitazioni ancora prima di lavarsi i denti di mattina. Non siamo resistenti, ci spaventiamo, i nostri sensi di colpa peggiorati da una batteria mass mediale estrema ci conducono per mano verso apocalittiche. Moriremo di sete e poi, alla prima pioggia, annegheremo.
Va recuperato un sentimento governato, sarà meglio disporci a calare la paura, la preoccupazione, stiamo precipitando, ogni ora di più, in una caduta emozionale fuor di misura.
Esempio: siccità, acqua scarsa e noi apriamo i rubinetti come e più di prima, vedo giardini innaffiati all’alba e a dopo il tramonto.
Esempio: crisi economia: bene, in un viaggetto dalla pianura alla collina-montagna di venerdì, in ogni piazza di paese ho contato centinaia di persone al bar e ai ristoranti. Le strade sono stra vissute da auto e moto, incidenti tornati al tempo degli anni Novanta.
La nostra non è una società nervosa, la nostra è una società a cui sono saltati i nervi. Meglio renderci conto e curarci vicendevolmente e con graduale e crescente concentrazione. Vedrete, alle prime piogge, ai primi big temporali, sempre accaduti, si comincerà il lamento del tempo brutale, di un’estate rovinata. Rischieremo di non godere nel del caldo nè del freddo. Ogni tanto si anela al fresco e appena arriva, verso sera, un tiro d’aria, ci si ribella della nostra nevrosi, cogliendo il segno del ritorno a ciò di cui si può godere. Ma ci vuole altro.