Le Stilettate di Zana. Con la Libertà di Delacroix. Pensando al tema della legittima ribellione

Di Tonino Zana. "Intanto, siamo eguali sull'uso della parola libertà, al di là della salute, del conto corrente. Noi siamo liberi, siamo italiani, siamo ucraini, siamo semplicemente ostili, per sempre, a chi nega la libertà altrui".

La Libertà che guida il popolo (La Liberté guidant le peuple) è un quadro su tela (260 x 325 cm) del pittore francese Eugène Delacroix, dipinto nel 1830 e conservato nel museo del Louvre a Parigi. «Ho cominciato un tema moderno, una barricata… e, se non ho combattuto per la patria, almeno dipingerò per essa…» scrisse l’artista. L’Occidente pone al centro la libertà e l’unicità dell’individuo, in un’interlocuzione spesso fragile, in un equilibrio instabile, che va costante riassestato.
Il quadro di Delacroix nasce dai seguenti fatti: nel 1829 il re di Francia Carlo X di Borbone aveva promulgato leggi liberticide che avevano scatenato la reazione dei parigini che, dal 27 al 29 luglio 1830 (le cosiddette «Tre Gloriose Giornate»), si erano ribellati. L’Insurrezione dilagò. Carlo X fu costretto a licenziare i suoi ministri, a revocare le ordinanze emesse e, infine, ad abdicare e a riparare in Inghilterra.
L’Occidente si ribella ai dittatori. Abbiamo scelto Delacroix, come spunto di meditazione visiva per i numerosi punti di contatto con le immagini di questi giorni. Sulle sue barricate ci sono individui di ogni classe sociale, che combattono contro la tirannia, con armi fragili.

Liberty Leading the People. 1830. Oil on canvas, 260 x 325 cm.

LE STILETTATE
di Tonino Zana
Certo, l’Ucraina è il movente. Certo, la libertà abbraccia cento altre Ucraina di cui non si parla. Mi viene in mente l’Africa, l’Asia, la Cina ed è già mezzo mondo senza libertà, più o meno senza la nostra libertà. Mezzo mondo e più. Io, ora, ho la libertà di scrivere venti righe personali sulla libertà. Non so in quale altre foglio sia possibile una libertà del genere. Stile Arte meriterebbe di essere pagato per questo spazio di libertà. Direte che sono parole impercorribili e cioè non andranno da nessuna parte, che rimarranno chiuse qui e rimbalzeranno in qualche archivio invisibile. Invece la libertà cammina sulle parole che la riguardano e parlano di lei. Libertà è subito l’uso, in ogni modo, della parola libertà, la sua pronuncia, l’eguaglianza di proclamarci liberi alla pari. Intanto, siamo eguali sull’uso della parola libertà, al di là della salute, del conto corrente. Noi siamo liberi, siamo italiani, siamo ucraini, siamo semplicemente ostili, per sempre, a chi nega la libertà altrui. Oggi siamo ostili a Putin e compagnia bella. Le parole camminano, siatene sicuri. Eccome camminano.

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz