Ophelia è un dipinto a olio su tela (76,2×111,8 cm) del pittore preraffaellita John Everett Millais, realizzato nel biennio 1851-1852 e appartenente alla collezione della Tate di Londra.
STILETTATE
di Tonino Zana
Ai camposanti, i passi perdurano, lenti. Gli sguardi arresi e qualche sorriso. La morte non si sente, qui, la morte dorme e invita a non temere. Tutto è rimasto come un tempo, meno il clima e gli abiti. La religione dei morti pareggia, almeno, la religione dei vivi.
In fondo, qualche consiglio comunale potrebbe celebrarsi ai camposanti, meno risse, più rispetto e memoria esaudita. Non male l’idea di eleggere, a turno di un mese, il sindaco e la giunta dei morti-vivi. Vale un altro grande e unanime l’Eterno Riposo.
Là in fondo, un uomo di 40 anni è tornato al paese. Saluta e viene salutato, compie un giro più svelto e stasera sarà a Novara nella casa lontana dalla contrada d’origine. Nessuno manca nelle ore dei Morti e dei Santi, vorrà ben dire qualcosa, significherà, o no, una tenuta morale e culturale, non dovremo ripartire dai sepolcri per tornare nelle piazze. Ugo Foscolo, in tempo pre risorgimentale annotò una lunga raccomandazione in una memorabile poesia di straordinaria ricchezza artistica. Un giorno leggeremo, insieme, i Sepolcri del poeta davanti a una tomba, a un loculo, a una croce straniera e sentiremo il respiro della natura soffiare favorevolmente verso di noi.
Intanto scalda l’anima il ritorno dei nostri cari, intatti come nelle preghiere serali.
Lunga vita a chi si è allontanato.
Le stilettate di Zana. Con Ophelia di Millais. Lunga vita a chi si è allontanato
Ai camposanti, i passi perdurano, lenti. Gli sguardi arresi e qualche sorriso. La morte non si sente, qui, la morte dorme e invita a non temere. Tutto è rimasto come un tempo, meno il clima e gli abiti. La religione dei morti pareggia, almeno, la religione dei vivi.