Lezione di anatomia del dottor Tulp è un dipinto a olio su tela (169,5×216,5 cm) realizzato da Rembrandt nel 1632, conservato al Mauritshuis dell’Aia.
STILETTATE
diTonino Zana
Lo stomaco delle nostre emozioni si è dilatato e adesso digerisce di tutto, non soffre nessuna passione, perde sensibilità sulla sofferenza e tende a ordinare al cervello di archiviare in fretta. Attende la nuova notizia feroce e si prepara a rispondere con una resistenza da morfinomane alle probabili ulcere cerebrali e gastriche.
Presto, di questo passo, piangeremo solamente per danni ai figli e ai parenti molto stretti.
Temo l’agonia del dolore, da un lato mi sembra giusto soffrire con gradualità, eliminare sofferenze eccessive, dall’altro ho paura di una fine, di una morte della morte, l’avanzata di antidoti quasi robotici, anzi di una sostituzione della sfera delle passioni delle emozioni e del dolore giusto con l’apatia, l’indifferenza, il cinismo.
Fosse vero anche metà di tutto questo dovremmo doverosamente fermare la ricerca robotica, la ricerca del virtuale sul reale: buttano via soldi, siamo già virtuali, se non soffriamo per la sofferenza dell’altro, non ci serve nessuna dimensione tecnica o tecnologica, saremmo già arresi al punto di essere noi, i reali della coscienza e dell’anima diventati i virtuali della neutralità sentimentale assoluta.
Attenti, amici, attenti, se perdiamo il gusto amaro, riservato e condiviso, graduato e sopportabile del patire, allora siamo lo scheletro del nostro spirito adibito a cadere e a rialzarsi. Temo molto la vita ferma, quando le motivazioni sono sopraffatte dall’inganno di aver già patito abbastanza, di averle già viste tutte. Guai, amici a cadere in questa mortificazione del nostro esistere e resistere e creare. Guai. Ci ritroveremo, se vorremo, ricreeremo e nell’ora in cui si è allontanato il nostro più caro nell’ordine della scomparsa, rintracceremo il punto creativo, la frase nuova, la parola liberatrice.
Tonino Zana