L'incoffessabile segreto di Canova: usò calchi a vivo o calchi dal vero. Il giallo, la soluzione

Perché quella compressione? Forse perché il gesso provocò quell’effetto maglietta-bagnata che abbiamo visto migliaia di volte sui toraci delle pin-up rimontanti dal mare con passi di divinità prodotte dalla spuma? La compressione del seno evidenzia la presenza di un peso - che non esiste più - che ha provocato la lieve deformazione della mammella. Ecco. Il gesso, allora. Il gesso apposto a un seno per un’operazione di calco dal vero provocherebbe sul capezzolo e sulla parte superiore dell’areola lo stesso effetto.




Tutto inizia con un indizio di natura poliziesca. Ho davanti a me, al Museo Napoleonico di Roma, il calco del seno di Paolina Bonaparte, una ricordanza, un feticcio di vitale bellezza. Il seno è piccolo e splendido; mostra la compattezza del petto della giovane donna. Il gesso evidenzia da un lato la morbidezza dell’epidermide e, dall’altro, il sano peso specifico che, per lieve gravità, incurva la materia elastica, nella parte inferiore del morbido emisfero. Non è, insomma, il seno convenzionale della statuaria greca, legata all’evocazione di un perfetto, platonico, ideale di donna. Ha qualcosa di fenomenico, cioè di concreto, di scarsamente idealizzato, per quanto la forma sia sublime: è la modalità in cui l’idea di Seno s’incarna nel soggetto, divenendo fenomeno irripetibile dell’incarnazione dell’individualità, secondo una convergenza di verità naturali, che instaurano un dialogo tra diversi punti della massa. Sono tratti che si discostano dalla perfezione curvilinea, attraverso minimi rigonfiamenti eccentrici e quasi impercettibili anse a renderlo palpitante e reale.

Ma non è soltanto questione di modellati dolcemente sinuosi e concreti. E’ il capezzolo ad essere il centro – non soltanto anatomico – che irradia l’indizio sul quale si deve lavorare. L’estremità apicale della mammella di Paolina presenta ciò che dobbiamo considerare come un’illuminante difformità. Il seno mostra infatti lo schiacciamento della parte superiore della massa e una compressione laterale-superiore del capezzolo stesso che, sotto un peso invisibile, muta la propria forma cilindrica in una figura che rinvia vagamente a un irregolare tronco di cono. La parte frontale dell’estremità del seno, che normalmente ha una forma circolare – essendo parte superiore del cilindro -, è invece piegata su se stessa al punto da costituire la formazione di due labbra socchiuse. Perché quella compressione? Forse perché il gesso provocò quell’effetto maglietta-bagnata che abbiamo visto migliaia di volte sui toraci delle pin-up rimontanti dal mare con passi di divinità prodotte dalla spuma? La compressione del seno evidenzia la presenza di un peso – che non esiste più – che ha provocato la lieve deformazione della mammella. Ecco. Il gesso, allora. Il gesso apposto a un seno per un’operazione di calco dal vero provocherebbe sul capezzolo e sulla parte superiore dell’areola lo stesso effetto.
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STILE ARTE 2007

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Redazione
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