[G]randissima performance dell’Ultima Cena di Zengh Fanzhi, il pittore cinese, nato nel 1964, che risulta tra i principali esponenti artistici di quello che era il Celeste impero. Prezzi elevatissimi – non si sa quanto innalzati dal desiderio della Cina di competere, attraverso una rivalutazione enorme e rapidissima, con i grandi artisti pop americani -Il record d’asta stabilito nel 2013, da Sotheby di Hong Kong presso l’Asian Contemporary, ha consentito di fissare le quotazioni dell’artista, in permanenza, a livelli stratosferici. COn una serie di continui colpi di scena che davano l’idea di un rilancio senza requie, l’opera-guida era stata assegnata a 23, 3 milioni di dollari. La forza del dipinto sta nell’unire più suggestioni culturali. Zeng parte da Leonardo da Vinci – le posizioni dei personaggi e la stanza sono pienamente rispettati – ne proietta l’icona internazionale in una chiave pop, con colori accesi e stesure piatte, e vira, poi, rapidamente nell’aura di un’ambientazione che si pone in linea con la tradizionale pittura cinese. L’effetto è certamente straniante. Ciò che seduce è la capacità, in Zengh Fanzhi e di unire il passato e il presente, l’Occidente rinascimentale alla cultura statunitense, portando queste suggestioni attraverso il filtro del linguaggio orientale, attraverso una poetica di citazionismo mondialista e postmoderno. Nato a Wuan in cina, cresciuto ai tempi della Rivoluzione culturale, Zeng studia all’accademia Hubei di belle arti. Si trasferisce a Pechino negli anni Novanta. Qui cambia registro. mutando la sua iniziale immediatezza espressiva, la rapidità realizzativa, l’accesso ai registri marcati dell’espressionismo, sciogliendo ciò quel nodo violento che caratterizzava la sua pittura d’esordio. A Pechino acquista maggior levità espressiva, anche se rappresenta una Cina in mutamento vertiginoso, in bilico tra le vecchie convenzioni e un nuovo di cui non si può conoscere lo sviluppo.
Nella sua serie Hospital , Zeng esplorò pittoricamente gli ambienti ospedalieri , dove coglieva gli stati d’animo dei pazienti, in un rapporto spesso sadomasochistico con il mondo, enfatizzando le dimensioni delle mani e delle articolazioni dei i pazienti per potenziare la ribellione e il dolore. Dopo il 1994 , il lavoro di Zeng si sposta in direzione dello studio di uomini-maschera. Non più la rabbia e la brutale ribellione dei pazienti d’ospedali, ma le sue tele accolgono volti con espressioni minime o artefatte, a dimostrazione delle falsità che presiedono ai rapporti sociali e della solitudine – diremo noi, pirandelliana – a cui è confinato l’uomo, coperto dal proprio ruolo e disumanizzato nella sua essenza.
Dopo il 1997 si assiste a una ricerca di maggior equilibrio espressivo, che tende a misurarsi con le tradizionali categorie del bello, con inserti paesaggistici, come sfondi marini. I colori diventano più mordidi, non vengono usati nella cruda purezza dei tubetti, ma in un melange nuovo. La nuova fase, nasce da una forte sintesi degli stili precedenti e dall’accesso ad una dimensione di pittura del mondo intesa come nuova realtà globale, in cui tempi e stili sono destinati a fondersi, come avviene nell’Ultima cena, da poco acquistata da un anonimo collezionista. L’opera è di amplissime dimensioni: la sua lunghezza è di 13 metri. Seicento persone hanno assistito, nella sala della casa d’aste, al duello finale tra due misteriosi acquirenti che rilanciavano, al telefono. Il dipinto di Zeng aveva così stabilito il nuovo record di vendita per un’opera realizzata da un artista contemporaneo asiatico, superando il massimo precedente stabilito da Takashi Murakami con My Lonesome Cowboy, aggiudicata a 15,1 milioni di dollari. Nel maggio 2008, Zeng aveva stabilito un record d’asta mondiale. Uno dei suoi dipinti di maschere -” Mask Series 1996 No. 6″ – è stato venduto per 9,6 milioni dollari di Hong Kong. Nel 2014 l’incredibile balzo che consente alle quotazioni di raggiungere, con una certa continuità di performance, i livelli economici di Warhol.
NEL VIDEO L’ARTISTA CINESE E I PRINCIPALI PERIODI STILISTICO-ESPRESSIVI
L'Ultima Cena di Zeng vale 23,3 milioni di dollari
Il dipinto di tredici metri, realizzato dal 49enne pittore cinese, trae spunto da Leonardo che è traslato in chiave pop e lavorato secondo una sensibilità orientale. Una gara senza fine, all'asta, con seicento spettatori e due aspiranti acquirenti che rilanciavano al telefono. E' l'opera di un autore asiatico più pagata all mondo