Gli studiosi hanno reso noto il punto esatto del ritrovamento di 3000 monete romane, facendo luce sulle modalità di sepoltura. Ciò è molto evidente dalla fotografia dell’area. Chi nascose il tesoro di monete e di argenti approfittò della presenza di due pietre piuttosto vicine, ma staccate una dall’altra. (le possiamo vedere nella foto, qui sopra). Inserì nello lo spazio vuoto tra esse il sacco di monete e il contenitore ceramico che aveva riempito di fregi d’argento.
Poi a aveva coperto rapidamente la cavità con terriccio e pietre. La scelta di quel punto poteva nascere dalla fretta di collocare rapidamente il tesoro, senza complesse operazioni di scavo e disponendo, per il futuro, di evidenti segnalatori della presenza del tesoro. Il ritrovamento è invece avvenuto circa 1700 anni dopo – nel 2024 – a 18 chilometri al di là del confine dell’Impero romano. La ceramica è “latina”. Si cerca di capire perché tutto sia stato nascosto in quel punto deserto della foresta. Le diverse ipotesi in campo. Quel che è certo è il fatto che chi lo nascose non fece più ritorno.
La scoperta e il contesto storico
Un metal detectorista autorizzato ha scoperto in un bosco del Westerwald un tesoro eccezionale: quasi 3.000 monete romane risalenti al III secolo d.C., nascoste in un contenitore di ceramica e accompagnate da frammenti d’argento decorati. Il luogo del ritrovamento, appena oltre il Limes Germanicus, era un punto di contatto e di conflitto tra il mondo romano e le popolazioni germaniche. In quella zona non vi sono tracce di insediamenti, e questa circostanza lascia aperta la questione su chi abbia nascosto il tesoro e per quale motivo.
Analisi delle monete e degli argenti
Gli archeologi della Landesarchäologie Außenstelle Koblenz hanno effettuato una prima analisi sul sito, identificando circa 2.940 monete. La maggior parte di esse sono antoniniani, monete in bronzo argentato introdotte dall’imperatore Caracalla all’inizio del III secolo d.C. e raffigurano diversi imperatori, tra cui Gordiano III e Vittorino. Alcune monete riportano figure di divinità romane come Ercole e Marte, elementi di propaganda imperiale molto diffusi a quel tempo.
Accanto alle monete, sono stati trovati circa 200 frammenti d’argento con motivi geometrici raffinati, probabilmente parte di oggetti di lusso. Questi manufatti lasciano intendere un certo status sociale del proprietario, suggerendo che possa trattarsi di un bottino appartenente a un romano o a un capo germanico.
Perché un tesoro romano così lontano?
La posizione geografica del tesoro, in una foresta lontana da insediamenti noti, ha sollevato diverse ipotesi. La scoperta potrebbe rappresentare un esempio di “risparmio familiare” celato durante un periodo di pericolo. Una teoria avanzata dagli archeologi suggerisce che il tesoro sia stato nascosto in fretta durante un’incursione, oppure possa essere stato un bottino sottratto da un guerriero germanico in una razzia oltre il confine romano.
Influenza romana oltre il Limes
Il Westerwald, benché al di fuori dei confini amministrativi dell’Impero, era vicino alle province romane e non privo di interazioni culturali. Le rotte commerciali lungo il Reno erano infatti frequentate da legionari e mercanti romani, che trattavano con le popolazioni locali come i Catti e i Cherusci. Alcune tribù germaniche ricevevano doni in denaro per mantenere la pace, facilitando una certa romanizzazione indiretta della regione. Tuttavia, non vi sono tracce di occupazioni romane durature nella zona di Herschbach, il che rende ancora più intrigante la presenza di un tesoro romano lì sepolto.
Tesori romani in Germania: un trend recente
Il ritrovamento di Herschbach si inserisce in una serie di scoperte simili avvenute in Germania negli ultimi decenni, come il tesoro di Augusta (Augsburg), rinvenuto nel 1992 e contenente 15.000 monete del I secolo d.C., e il tesoro di Trier (Treviri), scoperto nel 1993 con oltre 2.500 monete del III e IV secolo d.C. Il Westerwald si aggiunge ora a questa lista di luoghi che raccontano la storia complessa delle interazioni tra Roma e le popolazioni oltre il Limes.
Questo ritrovamento ha suscitato grande interesse nella comunità archeologica e nella stampa, alimentando interrogativi sulla possibile funzione del sito come deposito temporaneo o santuario per proteggere ricchezze durante periodi di conflitto.
Ipotesi sulla provenienza e proprietà del tesoro
Sono emerse diverse ipotesi riguardo all’identità di chi possa aver nascosto questo tesoro. Tra le teorie più accreditate, si ipotizza che il tesoro possa essere stato nascosto da un romano facente parte di una guarnigione in fuga o da un nobile romano in transito. Il luogo scelto, distante dai centri abitati noti, lascia supporre che l’atto sia stato compiuto in circostanze di emergenza, come durante un’incursione germanica o una battuta di ritirata.
Secondo un’altra ipotesi, il tesoro potrebbe appartenere a un commerciante romano che, attraversando il Limes Germanicus, si sarebbe trovato a dover lasciare dietro di sé le sue ricchezze per motivi sconosciuti. I commercianti romani, noti per le loro rotte commerciali lungo il Reno, erano soliti portare con sé quantità considerevoli di monete, utilizzate per barattare beni di lusso o per finanziare la costruzione di alleanze con le popolazioni germaniche locali. Qualora il commerciante fosse stato costretto a interrompere il proprio viaggio, avrebbe potuto decidere di seppellire il proprio denaro in attesa di tempi più sicuri per recuperarlo.
Una terza ipotesi, sostenuta da alcuni studiosi, – e a nostro giudizio, forse la più plausibile – considera che il tesoro possa essere stato un bottino sottratto da guerrieri germanici durante una delle numerose scorrerie oltre i confini romani.
Infine, alcuni archeologi avanzano la teoria che il tesoro possa essere stato utilizzato come offerta votiva o come “risparmio di famiglia” in vista di eventi critici. È noto che le popolazioni dell’epoca, sia romane sia germaniche, seppellivano le proprie ricchezze come riserva in momenti di insicurezza politica o militare. Ma la zona doveva essere completamente deserta, in quell’epoca. E i tesori domestici venivano, in genere, nascosti nelle vicinanze della proprietà perché la superficie del punto di interro doveva restare sott’occhio al proprietario.
Contesto storico e valore simbolico del ritrovamento
Questa scoperta si inserisce in un periodo storico turbolento, caratterizzato dalla continua pressione delle tribù germaniche sui confini dell’Impero. La regione del Westerwald, vicina al Limes Germanicus, era in costante contatto con le forze romane, che influenzavano le popolazioni locali attraverso l’uso di ricche donazioni e tributi. Nonostante fosse situata al di fuori dei confini imperiali, la zona risentiva notevolmente dell’influenza romana. Alcune tribù ricevevano monete o oggetti preziosi in cambio di alleanze, consolidando così il controllo di Roma lungo le frontiere.