L’upside down prospettico e ordinato di Cinta Vidal. Le opere di matrice escheriana che creano pensieri vertiginosi

L'artista spagnola sfida le regole del guardare e crea mondi vorticosi che coesistono e che sembra che non possano interagire. Osservando le sue opere si sviluppano considerazioni sull'incomunicabilità e sull'incomprensione tra gli uomini, che affrontano il mondo e le strade come antipodi dei propri simili

L’artista spagnola, che ha lavorato in uno degli atelier di scenografia più prestigiosi d’Europa dall’età di 16 anni, approfondisce e sperimenta l’arte delle illustrazioni dipingendo su fondali giganteschi. Lavora per vari clienti come freelance e gradualmente si avvicina alla pittura, che la conquista e la incorona pittrice contemporanea.


Vidal disegna, poi dipinge con acrilico su pannelli di legno ed è da qui che nascono le sue celebri “costruzioni non gravitazionali”, con forti rimandi al celebre Maurits Cornelis Escher.


La pittrice spagnola, classe 1982, ci porta in un mondo in assenza di gravità, dove ogni personaggio e oggetto vive in una dimensione diversa e ordinatamente precisa. Esamina come la prospettiva interna della vita di una persona potrebbe non corrispondere alla realtà che la circonda. Gli spazi architettonici e gli oggetti quotidiani, come spiega Vidal, fanno parte di una metafora di quanto sia difficile adattare tutto ciò che modella il nostro spazio quotidiano: le nostre relazioni, il lavoro, le ambizioni e i sogni.
Una pittura che ci fa aprire gli occhi sull’impossibilità di comprendere completamente chi ci circonda, ma la capacità personale di navigare nel labirinto della vita in cui tutti abitiamo. (emanuelebc)

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Maurizio Bernardelli Curuz
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