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Frutto di un relazione prematrimoniale con una donna che non sarebbe poi stata portata all’altare, Marietta Robusti (Venezia 1552-60-1590 circa), figlia di Jacopo detto il Tintoretto, era la prediletta del pittore. Era la sua primogenita; e il legame tra i due era intensissimo, anche se la piccola aveva visto poi nascere sette fratellastri, che non le avevano comunque sottratto il grande amore del papà.
Tra i due si era instaurato un rapporto speciale. Marietta seguiva il padre in bottega e aveva iniziato rapidamente a collaborare con lui, presentandosi in studio vestita da maschietto.
Oggi i quadri ricondotti alla sua mano sono ipotetici. La maggior parte della critica converge sulla possibile autografia nell’ambito di un ritratto – che sarebbe pertanto l’autoritratto – di una giovane donna, che volge le spalle alla tastiera di una spinetta, con una partitura aperta sulle note di un madrigale – riconosciuta dagli studiosi di musica come una pagina del Libro dei madrigali di Verdelotto, del 1533 – olio conservato agli Uffizi. Altre fonti identificano nel ritratto dell’antiquario e faccendiere Strada – che posò anche per Tiziano e per Lorenzo Lotto – un’opera in buona parte portata avanti da lei e firmata dal padre, come capo della bottega.
Altre ipotesi vengono sintetizzate da Vida Hull, storica dell’arte della East Tennessee State University, come possiamo vedere nel filmato, al termine della pagina. Nel 1920, il Ritratto di un uomo con un bambino (1585, Kunsthistorisches Museum), un tempo considerato tra i migliori ritratti realizzati da suo padre, è stato attribuito alla Robusti sulla base della sigla ‘M’ trovata sul dipinto. Ciò che appare probabile è che il lavoro svolto da Marietta nella bottega fosse soprattutto di collaborazione; anche se la sua personalità di pittrice, a quell’epoca, veniva riconosciuta pure come autonoma, al punto che ricevette inviti dall’imperatore Massimiliano II e dal re di Spagna, Filippo II.Inviti puntualmente declinati da Tintoretto.
Marietta continuò a lavorare con il padre e con i fratelli, Marco e Domenico. Adolfo Venturi, nel 1929, descrive il suo stile come aggraziato e femminile per questo differente da quello del padre e dei fratelli stessi. La sua attività ebbe inizio attorno al 1571, anni in cui, sotto l’ala protettrice del genitore, si specializzò nella ritrattistica, com’era normale per le donne, che non venivano impiegate in cantieri.
Per Marietta, rifiutati i viaggi all’estero, pareva segnata pertanto una vita tranquilla, tra studi d’arte e di musica e il matrimonio con un orefice, Mario Augusti. Ma il destino macchinava silenziosamente il dramma. Ebbe un figlio e lo chiamò Jacometto. Il bambino morì durante il periodo di villeggiatura nella casa di campagna del Tintoretto, a Carpenedo, vicino a Mestre. Marietta non si riprese dalla morte del primo e unico figlio e morì all’età di circa trent’anni (forse di tumore) mentre si trovava a Mantova assieme al padre Jacopo, ospite del Duca. È tumulata a Venezia, nella chiesa della Madonna dell’Orto, dove in seguito venne sepolto anche il padre. La scomparsa di Marietta lasciò nella disperazione il padre, che fu colpito da una profonda depressione, dalla quale fu dilaniato sino alla fine dei suoi giorni.Secondo una tradizione veneziana, già attestata nel Seicento, Marietta sarebbe stata ritratta da bambina, con la madre naturale accanto, alla base della scalinata del quadro Presentazione di Maria al tempo e probabilmente, il suo profilo dà vita e realtà alla piccola Maria di Nazareth. Ma poichè si presume che Marietta sia nata in un periodo compreso tra il 1552 e il 1560, mentre il quadro viene datato al 1553 ciò non risulterebbe possibile.
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LE IPOTESI ATTRIBUTIVE PRESENTATE DA Vida Hull della East Tennessee State University