[box type=”note” ]Martial Raysse
Palazzo Grassi, Venezia
Dal 12 aprile al 30 novembre
Orari
Aperto tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 19 tranne martedì
Chiusura delle biglietterie alle ore 18
Biglietto intero
15 euro / Punta della Dogana o Palazzo Grassi
20 euro / Punta della Dogana + Palazzo Grassi
Biglietto ridotto
10 euro / Punta della Dogana o Palazzo Grassi
15 euro / Punta della Dogana + Palazzo Grassi
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“Il ruolo social del pittore? Mostrare la bellezza del mondo per incitare gli uomini a proteggerla ed evitare che si dissolva” – Martial Raysse
di Caterina Stringhetta (www.theartpostblog.com) – STILEarte Venezia
[P]alazzo Grassi dedica a Martial Raysse la prima retrospettiva italiana con 350 opere, alcune delle quali mai esposte al pubblico.
La mostra si inserisce nel programma di monografie di artisti contemporanei che la Fondazione Pinault ha inaugurato a Palazzo Grassi nel 2012 con Urs Fischer, proseguito nel 2013 con Rudolf Stingel e presentati in alternanza con esposizioni tematiche.
Ammetto che prima di vedere questa mostra non onoscevo quasi nulla di Martial Raysse, ma l’allestimento non cronologico delle opere mi ha permesso una visione d’insieme sul lavoro dell’artista, che ha collaborato in prima persona alla realizzazione dell’esposizione insieme a Caroline Bourgeois.
Martial Raysse è l’artista figurativo più quotato in Francia, amato dai collezionisti e in perenne equilibrio tra passato e presente.
Nato nel 1939, fa parte del movimento del Nouveau Rèalisme, che contribuisce a fondare, ma da cui presto esce per esplorare nuovi territori del linguaggio artistico. D’altronde la sua caratteristica principale è quella di affermare sempre e con forza la propria libertà d’espressione, senza accettare vincoli.
Nelle sue opere i ritratti femminili sono protagonisti assoluti. Trasforma i ritratti in simboli di femminilità, ingrandendo i volti quasi a farli sembrare degli idoli moderni e su cui aggiunge elementi estranei alla pittura come luci a neon, specchi, fiori e oggetti di ogni tipo.
Nato nel 1939, fa parte del movimento del Nouveau Rèalisme, che contribuisce a fondare, ma da cui presto esce per esplorare nuovi territori del linguaggio artistico. D’altronde la sua caratteristica principale è quella di affermare sempre e con forza la propria libertà d’espressione, senza accettare vincoli.
Nelle sue opere i ritratti femminili sono protagonisti assoluti. Trasforma i ritratti in simboli di femminilità, ingrandendo i volti quasi a farli sembrare degli idoli moderni e su cui aggiunge elementi estranei alla pittura come luci a neon, specchi, fiori e oggetti di ogni tipo.
Ad un certo punto del suo percorso artistico le donne rappresentate sono prese a prestito dai grandi capolavori della storia dell’arte e quindi ingrandisce e trasforma in un’icona pop “La Grande Odalisque” di Ingres e cita episodi mitologici e l’arte del passato ma dando loro un’immagine multicolor.
Martial Raysse guarda al passato per ispirarsi, per rendere omaggio ai grandi della storia dell’arte, ma prendendone le distanze. Inoltre, in molte opere c’è l’inserimento di un elemento ce porta lo sguardo “oltre” l’opera.
Ci sono fessure, scorci e squarci che conducono l’occhio verso uno sfondo diverso, come se ci fosse altro da osservare oltre l’opera, un invito a non fermarsi alla superficie ma avventurarsi verso nuovi orizzonti senza mai accontentarsi.