Missoni e le voci della luna

Inizia da questo numero, dalle pagine della nostra rivista, una serie di confronti tra arte e moda. Capolavori della pittura di ogni tempo verranno “riletti” specularmente alle creazioni di uno dei maggiori stilisti contemporanei, Ottavio Missoni; e con esse indagati, per ritrovare insieme affinità e rimandi cromatici e compositivi, di forma e di contenuto. Un’operazione di straordinario interesse, quella che proponiamo al lettore, un viaggio affascinante che s’arricchirà di continue scoperte, riconfermando una volta di più - se ce ne fosse bisogno - l’assoluta dignità artistica che assume la moda quando può avvalersi del talento e delle intuizioni di una “grande firma” del settore. E’ doveroso ricordare infine che la rubrica nasce grazie all’interesse e alla collaborazione di Ottavio Missoni, che ringraziamo per la cordiale disponibilità.

di Enrico Giustacchini

misso31[N]el gioco dei colori che s’inseguono, s’incrociano in letizia, intrecciano aggraziate quadriglie, confabulano mediante armoniosi alfabeti cromatici, la lezione di Missoni s’affianca a quella di molti maestri della pittura. Vermeer, per esempio. Si prenda la creazione del grande stilista, riprodotta in pagina. Vi è una campitura che sfuma in toni cupi e si fa cielo: un cielo notturno per gialle lune vigorose stagliate su aloni che le incoronano, tra scie di meteoriti e code di cometa, zigzaganti come lame rosso-blu-gialle (ancora il giallo) lungo itinerari di vertigine. E si prenda, adesso, la vermeeriana “Lezione di musica” delle raccolte reali di Buckingham Palace. L’impatto emozionale si estrinseca su analoghe onde cromatiche e tonali. Nello strepitoso virtuosismo compositivo di questo capolavoro – non a caso, l’accurato equilibrio delle geometrie ha spinto più d’un critico a citare, addirittura, Mondrian – si delineano blocchi di colore che vivono, “parlano” fra loro, si rimpallano vibrazioni. Il rosso del tappeto – e nella dovizia dell’ordito la citazione si fa esplicita, tanto per il soggetto, quanto per l’utilizzo stratificato del pigmento, con il quale l’artista manifesta la sua intenzione mimetica rispetto alla rappresentazione del tessuto -, il blu, il giallo… Già, sempre il giallo. Le lune di Missoni hanno antenati tra le pieghe dei corpetti delle dame al clavicembalo. Non solo in questo, ma pure in un altro gioiello del pittore olandese, “Il concerto”. Dove la sobrietà della tecnica – qui Vermeer ha realizzato l’ombreggiatura lasciando trapelare striature della cromia di fondo, a differenza della “Lezione”, in cui le ombre sono tracciate con una lieve velatura sovrapposta al colore denso ed opaco dell’abito – produce un effetto di straordinaria vaporosità. Ed hanno un precedente, le lune missoniane, nella celeberrima “Allegoria della pittura”. Nel libro retto dalla modella, impegnata a dar corpo alla propria interpretazione di Clio, musa della Storia, il giallo esplode in abbacinanti bagliori falbi. La luna è tramontata, ha ceduto il campo al levar del sole. Di tale avvicendarsi, di tali mutevoli stupori echeggia anche l’opera di Ottavio Missoni: a cui è ben nota l’azione alchemica di Sua Maestà la Luce, che tutto veglia, e trascolora, dispensando in saggezza dosate, impalpabili porzioni di sé.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa