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Mistero. Speleologi si calano in un burrone. Entrano in una grotta-budello. E a 200 metri trovano strumenti da caccia primitivi


In una piccola galleria della Cueva del Tesoro, a Cadereyta de Montes, Querétaro, il Ministero federale della Cultura, attraverso un team dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH), ha recuperato uno dei pochi set di strumenti di caccia, di Epoca pre-ispanica, scoperto finora in Messico. Si tratta di un atlatl e di due dardi in legno, utilizzati nel I secolo d.C. Il propulsore, o atlatl, è uno strumento utilizzato per lanciare proiettili come lance o frecce. Esso consente di aumentare la velocità iniziale del proiettile accrescendone la gittata e la forza di penetrazione. La scoperta è stata annunciata dall’istituto nazionale messicano dell’archeologia, l’Inah

La scoperta è stata registrata dai membri dell’Associazione degli speleologi di Querétaro: Carolina Camacho, Paulo Campos, Héctor Fuentes e Jorge Ramos che, esplorando la grotta, situata nella comunità di Rancho Quemado, hanno rilevato gli oggetti e hanno informato il Centro INAH Querétaro. per la sua tutela, conservazione e ricerca.

Gli archeologi Carlos Viramontes Anzures, Jesús Eduardo Medina Villalobos e Ricardo Leonel Cruz Jiménez sono risaliti in un intricato burrone, sotto la supervisione dei membri dell’associazione e la guida dello speleologo portoghese Paulo Campos.

La cavità si trova a 200 metri di altezza dal fondo del burrone. Dalla cavità di accesso – attraverso uno stretto passaggio – si entra per 200 metri fino a raggiungere la galleria.
All’interno di questo ramo sotterraneo – un cunicolo con un’altezza media di 80 centimetri – gli specialisti hanno osservato un atlat (lungo 51,5 centimetri), due dardi frammentati (66 e 79 centimetri) e una coppia di tronchi modificati (135 e 172 centimetri), che probabilmente sono bastoni da scavo, anche se dovevano essere usati anche come strumenti multifunzionali. Cosa cercavano gli uomini in quegli oscuri meandri?

Nel corso dell’esplorazione, l’équipe dell’INAH non ha rinvenuto nella grotta altri elementi archeologici preispanici che consentissero di interpretare il motivo della sua presenza in quel luogo remoto.

Sulla base delle raccomandazioni della conservatrice Paula García Reyes, è stato meticolosamente recuperato l’insieme degli strumenti, nel cui imballaggio sono state utilizzate fibre di polietilene, pluriball, pellicola di plastica e lastre di schiuma di polietilene.

Successivamente sono stati portati al Centro INAH Querétaro, dove rimangono in attesa di altri studi, come l’identificazione tassonomica del legno. L’aridità del contesto della Grotta del Tesoro ha permesso la conservazione di questi elementi per quasi due millenni, come indicato dal risultato della datazione assoluta al radiocarbonio effettuata su uno dei dardi, nel Laboratorio di Spettrometria di Massa con Acceleratori dell’Istituto di Fisica dell’UNAM, delle dottoresse Corina Solís Rosales e María Rodríguez Ceja, che ha fornito un intervallo di anni di datazione, compresi tra il 7 al 132 d.C.

L’archeologo Viramontes ritiene che la scoperta di questi strumenti non debba essere vista isolatamente, ma come il contributo più recente alla conoscenza del semideserto di Querétaro e Guanajuato, dove uomini e donne che praticavano la caccia e la raccolta si spostavano in cerca di sostentamento, per circa novemila anni. Ne sono testimonianza gli oltre 260 siti di arte rupestre, una delle manifestazioni più affascinanti di queste società.

Carlos Viramontes, Jesús Medina e Claudia Jiménez, che quest’anno formalizzeranno il progetto “Paesaggio, arte rupestre e occupazione a Querétaro e Guanajuato”, hanno registrato, nel 2023, quasi una dozzina di nuovi siti nel territorio di Querétaro, all’interno dei quali scene di caccia.

“Tre decenni fa, ciò che sapevamo di questi gruppi si basava su fonti del XVI secolo, che portavano a concepirli come barbari, e solo alla fine degli anni ’50 del XX secolo furono gettate le basi per approfondire più in profondità nell’argomento, quando Cynthia Irwin-Williams scavò la grotta El Tecolote, a Tequisquiapan, e trovò materiali, comprese punte di proiettili, risalenti al 7.000 a.C.

“Nel 1989, il Centro INAH Querétaro registrò elementi, con datazioni simili, a Mesa de León, un sito vicino alla Cueva del Tesoro, dove ora recuperiamo l’ atlatl e i dardi, pezzi che si aggiungono a questo puzzle per comprendere le società di cacciatori-raccoglitori, la cui presenza nella regione risale ad almeno 9.000 anni fa, e che sopravvissero altri due secoli dopo l’arrivo degli spagnoli”, spiega Viramontes.

Gli archeologi concludono che il mistero di questa scoperta rimarrà finché non verranno effettuati nuovi lavori archeologici nelle zone circostanti la grotta, per cominciare a unire diversi elementi e capire cosa ci facevano questi strumenti in quella cavità e come e perché siano giunti lì.