Il Comune di Castrocielo – 3 772 abitanti, in provincia di Frosinone, nel Lazio – ha annunciato “nuovi eccezionali ritrovamenti e conferme dai recenti scavi condotti nel Monacato di Villa Eucheria, sotto la guida di Veronica Ferrari dell’Università del Salento.
“L’ex monastero di S. Maria di Palazzolo le cui prime notizie certe risalgono al 1134 – dice l’ente municipale – è stato costruito sulla platea di fondazione di una imponente villa romana databile al II-I sec. a.C. come testimoniato dai resti di pavimentazione mosaicata che emergono al di sotto dell’attuale piano di calpestio. (foto n.2)
Altre recenti indagini, in particolare un saggio su quella che doveva essere la parte residenziale della villa, hanno permesso di individuare il collegamento tra questa e il criproportico che corre, ad una quota inferiore, sul lato sud del terrazzamento su cui sorgeva la villa. (foto n. 3) Vi terremo informati sugli sviluppi delle ricerche in corso.”
Il criptoportico era un elemento edilizio molto spesso interrato o seminterrato posto come base ad un edificio di notevoli dimensioni. Supportava una struttura come un foro o una villa romana, nel quale caso fungeva da basis villae, corridoio di servizio non esposto alla vista.
Il complesso monastico benedettino femminile ricalca i resti di questa villa di epoca sillana, risalente pertanto al periodo repubblicano. Il ciptoportico, addossato, con funzione statica, al basamento meridionale della villa. È realizzato in opera incerta, mentre la struttura interna presenta varie tecniche murarie ascrivibili alla tarda repubblica romana. Il criptoportico prendeva luce da una serie di aperture a bocca di lupo, fortemente rimaneggiate nel corso dei secoli. La decorazione, a riquadri incisi nell’intonaco, e a finta opera quadrata dipinta nella volta, risale alla tarda età imperiale. Qui poi sorse, nei secoli, un centro per religiose che evidentemente utilizzò la villa came cava di materiale edilizio e, in alcune parti, come basamento strutturale.
La chiesa di S. Maria del Monacato (o Palazzolo) era ad aula unica con abside semicircolare che, in epoca barocca, fu occultata con la costruzione di un muro insieme al ciclo di affreschi. Negli anni ’70 del Novecento le antiche pitture furono riportate alla luce. Le pareti della navata erano, invece, decorate da dipinti tre-quattrocenteschi, dei quali rimangono 6 pannelli ora esposti nella Chiesa di S.Rocco.