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Mostra a Pievedizio. I piaceri della campagna, tra corpo e spirito. I quadri tra 500 e 700 che circondavano le nobili villeggiature


L’abbondanza, la ricerca di orizzonti bucolici in cui l’amore e la natura si fondessero in una sorta di Eden primigenio. Quali erano i pensieri e le motivazioni – quelle non strettamente legate al controllo e alla gestione della proprietĂ  terriere – a muovere i proprietari verso la campagna, durante il periodo compreso tra la tarda primavera e l’autunno? E come essi, dotati di cultura, potevano osservare, trasfigurati, quegli spazi agresti?


Lo raccontano i quadri della mostra “Rimandi di pittura veneta in Lombardia tra Cinquecento e Settecento”, che si terrĂ  dal 18 al 20 aprile 2024 – dalle 9,30 alle 13, dalle 15,30 alle 18,30, ingresso libero – ne “La Casina Residenza di Campagna” – via Soncini 6, Pievedizio, frazione di Mairano (Bs) – capolavoro di recupero di uno spazio architettonico antico – il nucleo è cinquecentesco – avvenuto ad opera dell’imprenditore Gianpiero Franchini.

Una veduta de La casina di Pievedizio

Luogo di cerimonie, di feste e di incontro, la Casina è aperta anche meeting aziendali e culturali. Ecco, allora, sedici finestre di senso aperte da altrettanti quadri – con visioni arcadiche, mitologiche, religiose, realistiche – che costituiscono la mostra di opere che raccontano l’immaginario di un’epoca compresa tra il Cinquecento e il Settecento, periodo che coincide con un ritorno alla campagna da parte della nobiltĂ  e del patriziato urbani. Ritorno stagionale, certo. Ma tanto era cambiato dai tempi in cui, nella Lombardia dei castelli e delle cittĂ  fortificate, il mondo agreste e silvano era un luogo insidioso, dal quale trarre reddito, ma da lasciare a se stesso, in quanto pullulante di proiezioni mostruose. La mostra celebra, dopo il Gotico dei leggiadri recinti, il ritorno pieno e gioioso al “piacere del vivere in villa” – cantato da Agostino Gallo, che ebbe esperienza diretta di queste campagne, per i suoi trattati di agricoltura e per i simposi intellettuali – , all’aria aperta, in diretto contatto con la natura che il Rinascimento aveva iniziato a trasformare in un mondo positivamente sorprendente.

“Ruotando attorno a un nucleo lombardo-veneto la mostra di Pievedizio identifica i soggetti-tipo, sotto il profilo artistico. che apparivano nelle dimore padronali di campagna, che non comprendevano solo scuole locali o regionali, ma pezzi provenienti da altri luoghi, pur lontani. – dice il critico Maurizio Bernardelli Curuz, che presenterĂ  la mostra il 20 aprile alle 18,30 nella Casina di Pievedizio .  Il fine non era – come può accadere con l’arte a noi contemporanea – di inserire complementi d’arredo nel palazzo, ma creare un complemento di senso all’interno del proprio orizzonte quotidiano. La scelta di ogni opera era collegata all’equilibrio tra forma e contenuto, per ribadire un motto, una propensione, un sogno, un progetto, per stupire invitati e avviare un confronto di pensiero con l’opera stessa, durante il periodo piĂą proficuo per il pensiero lento, quello della villeggiatura”.

Un registro duplice in mostra e nel collezionismo dell’epoca: da un lato la veritĂ  – un po’ calvinista, diremmo – che racconta, attraverso la pittura, l’umanitĂ  industriosa, in campagna, con ogni forma di allevamento e di pratica artigianale, che troviamo affollata nei quadri dei Bassano, famiglia di artisti veneti che realizzò – trasfigurando atmosfere fiamminghe – una serie di fortunati dipinti sulla fortuna prodotta dalle attivitĂ  agricole, dall’altra la mitologia e il sogno agreste, tra arcadia e ironia grottesca, legata ai miti goderecci di Pan e Bacco, che si intersecano al vino e alle belle ninfe, come la mostra documenta.

La campagna dava materia al mito di un’inesausta abbondanza – che fungeva pure da elemento di propiziazione magica – cornucopia che può essere percorsa, in mostra, attraverso le nature morte – alcune delle quali giungevano da altre regioni, come l’area Laziale dello Spadino o il mondo cosmopolita di Brueghel, che sostanziano la bellezza fragile di frutti e ortaggi.

Restava – contro l’effimera bellezza della natura la caducitĂ  del sensibile e l’impero vibrante dei sensi piĂą sbrigliati – l’ancoraggio ai valori della religione, nella celebrazione pittorica delle Crocifissioni, delle Resurrezioni, degli episodi biblici che accompagnavano il patriziato anche durante i trasferimenti per la villeggiatura campestre.

 

 

“Rimandi di pittura veneta in Lombardia tra Cinquecento e Settecento”
Residenza La Casina di Pievedizio
via Soncini 6, Pievedizio, frazione di Mairano (Brescia)
telefono 388 2585366. email: info@lacasinaresidenzadicampagna.it.
Dal 18 al 21 aprile – dalle 9,30 alle 13, dalle 15,30 alle 18,30, ingresso libero
Inaugurazione e presentazione 20 aprile alle 18,30.
Intervento del critico Maurizio Bernardelli Curuz
Opere di Carlo Francesco Rusca, Tommaso De Vivo, Scuola lombardo-veneta, Scuola dei Bassano, Salvator Rosa, Scuola di Guardi, Grazio Cossali, Scuola del Celesti, Ambito lombardo Giovanni Paolo Castelli detto “Lo Spadino”, Josua de Grave, Jean Baptiste Marie Pierre, Abraham Brueghel, Giovan Battista Pittoni, Ciro Ferri.

Schede a cura del prof. Andrico

1)
AUTORE:
Carlo Francesco Rusca (Torricella-Taverne nel Canton Ticino 1696 – Milano 1769). L’artista, allievo di Amigoni, fu un abile disegnatore e colorista. Studiò diritto a Torino per poi volgere lo sguardo verso l’arte pittorica in ambito veneziano. Fu pittore di corte in quasi tutta Europa: Germania, Svizzera, Inghilterra, Spagna, Italia. Sue opere sono presenti nei maggiori musei europei: Ginevra, Berlino, Anversa, Londra, Berna, Lugano… Giorgio II, re di Spagna, lo nominò Cavaliere, titolo che l’artista portò sempre con fierezza.

OPERA:
Olio su tela, cm. 37X45, Ritratto di attore, 1737
Volto d’intensa espressività emotiva e alta dimensione spirituale è un olio di buonissima qualità pittorica e coloristica.

Collezione privata

2)
AUTORE:
Tommaso De Vivo (Orta di Atella-Caserta, verso la fine del Settecento-Napoli 1884).
Pittore ritrattista, fu allievo di Vincenzo Camuccini. Frequentò l’Accademia di Belle Arti francese, ma studiò principalmente all’Accademia di Napoli. Guardò anche alle scuole francese e veneta.

OPERA:
Olio su tela, cm. 80X35, Paesaggio sul golfo di Napoli con rovine.
Veduta ariosa, ricca di elementi naturalistici e belle figure umane sul bagno mare.

Collezione privata
3)
AUTORE:
Anonimo riferibile all’inizio del Cinquecento, area lombardo-veneta.

OPERA:
Olio su tavola, cm. 50X38, La caduta della manna.
Ottima dipintura raffigurante Mosè che, in mano una verga, fa scaturire dalla roccia una fonte d’acqua e, nel contempo, fa scendere la manna dal cielo. In primo piano alcuni uomini approfittano di tale miracoloso dono. In secondo piano c’è chi si disseta alla fonte. Sullo sfondo si vede un l’accampamento ebraico.

Collezione privata

4)
AUTORE:
Scuola dei Bassano, dipintura riferibile alla seconda metĂ  del Cinquecento di area veneta.

OPERA:
Olio su tela, cm.130X85, Allegoria dell’autunno.
Il dipinto ricorda i lavori agricoli che si consumavano in campagna nella terza stagione:
l’uccisione del maiale, la potatura degli alberi, le lavandaie al fosso, la filatura, trasporto in cascina della legna… Sullo sfondo della scena un castello e alcuni monti ricoperti della prima neve.

Collezione privata

5)
AUTORE:
Salvator Rosa (Napoli 1615 – Roma 1673).
Pittore di alte qualità tecnico-pittoriche, fu all’inizio poco apprezzato a causa della sua contrarietà al Barocco, fedele invece al realismo napoletano. Solo più tardi ricevette il favore della critica e in età Neoclassica e romantica. Pittore fuori dagli schemi, fu un anticipatore che spesso amò dipingere la succube condizione umana schiacciata dalla potenza divina. Dopo la sua morte, fu artista ripreso da pittori francesi e inglesi.

OPERA:
Olio su tela, cm.135X86, Morte del tiranno.
Dipinto ricolmo di figure magistralmente eseguite, armonicamente inserite in un contesto armonico col paesaggio che le ospita. Più truce e un po’ a sé stante appare la parte della crocifissione in alto a destra.

Collezione privata.

6)
AUTORE:
Anonimo del Settecento di grandissimo potere evocativo e abilitĂ  pittorica rara. Opera attribuita in asta a Ubaldo Gandolfi (?), ma piĂą verosimilmente di scuola del Guardi o suo ambito.

OPERA:
Olio su tela centinata, cm. 34X58, Resurrezione. 100mila
Di area veneta o veneziana, forse un bozzetto per una pala d’altare, forse opera, invece, a sé stante, è composizione capace di evocare grande suggestione emotiva. Sublime il colore e le capacità prospettive della composizione.

Collezione privata
7)
AUTORE:
Grazio Cossali (attribuzione – Orzinuovi 1563 – Brescia 1629).
Il pittore visse tra Brescia e Cremona e fu allievo di Luca Mombello che, a sua volta lo fu del Moretto. Nella maturità passa ad un manierismo più ecclettico e, dopo il soggiorno cremonese, attinge ispirazione dalle opere dei Campi e del Malosso. Lavorò molto anche a Brescia e in provincia rifacendosi al lavoro di Palma il Giovane e, in area veneziana, al Tintoretto.

 

OPERA: Olio su tela, cm. 40X63, Sacra famiglia con San Giovannino e la Maddalena.
La dipintura, raffinatissima, si fa fatica ad affidarla a Grazio: è troppo ben eseguita, sapientemente impostata e raffinata nell’insieme come nei particolari. Il paesaggio che si intravede da una finestra aperta è talmente bello da scostarsi dalle capacità del pittore orceano. Anche il cromatismo acceso e la ricca simbologia della composizione sposta la nostra attenzione su altro artista, su un’area prettamente veneziana.

Collezione privata

8)
AUTORE:
Anonimo della fine del Seicento, riferibile agli anni 1690/1700. Opera vicina, stilisticamente parlando, alla scuola del Cavalier Andrea Celesti (Venezia 1637 – Toscolano Maderno 1712).

OPERA:
Olio su tela recentemente restaurata, frammento ritagliato da una dipintura più ampia di cm. 42X35, raffigurante Un San Giorgio che uccide il drago, o I Santi Faustino e Giovita (?). E’ un dipinto dalla pittura raffinata che sta tra i tenebrosi e la luminosità accesa di area veneziana e che, all’abbondanza decorativa, preferisce l’espressività e la delicatezza.

9)
AUTORE:
Giovanni Paolo Castelli detto “Lo Spadino” (Roma 1659 – 1730 circa). Esponente di una famiglia di eccellenti pittori vocati soprattutto all’esecuzione di “Nature Morte”, fu particolarmente attivo nella capitale dove le sue pitture furono molto apprezzate, così come ricercate un po’ in tutte le capitali d’Europa. Lo Spadino realizzò tele rappresentando composizioni di frutta “rustica” e campestre, eseguendo con maestria ogni dettaglio, ogni particolare.

OPERA:
Olio su tela, cm. 54X24, Natura Morta con anguria, uva e fichi.
Bella composizione che si sviluppa in senso orizzontale, ove gli elementi naturali si stagliano su di un fondale scuro che plasma, quasi scolpisce ogni forma, ogni elemento dell’insieme, dipinto con pennellate sicure e brillanti.

Collezione privata

10)
AUTORE:
Josua de Grave (Amsterdam 1643 – + 1712).
Pittore fiammingo molto importante, attivo nel nord Europa in Francia e a Maastricht. Amò altresì la prospettiva italiana dalla quale attinse le regole per l’esecuzione di paesaggi post-rinascimentali. Sue opere sono conservate in Olanda, a Londra e Roma, così come in molte collezioni private. I suoi committenti furono in prevalenza i ricchi borghesi che nel Seicento stavano soppiantando la nobiltà europea.

OPERA:
Olio su tela, cm. 47X39, Paesaggio pastorale, firmato a destra e datato 1678. Trattasi di una bellissima veduta di scuola olandese che presenta in primo piano una casa tipicamente nordica con tetti a saliente ricoperti di paglia. Sullo sfondo alcune montagne e un laghetto vissuto da pescatori. Al centro della scena transitano animali accompagnati da un pastore con cane.

Collezione privata

11)
AUTORE:
Anonimo francese della prima metĂ  del Settecento, di cultura neoclassica, di altissima qualitĂ  tecnico-pittorica.
Forse Jean Baptiste Marie Pierre (?) (Parigi 1714 – Parigi 1789).
Artista che frequentò l’Accademia di Belle Arti di Roma e lavorò su svariati generi pittorici, sempre per committenti di stirpe reale, prelati di alto rango e danarosi privati. Nel 1752 era il primo pittore del Duca d’Orleans. Nel 1770 divenne primo pittore del re di Francia.
Oppure NoŃ‘l HallĂ© (?) (Parigi 1711 – Parigi 1781).
Frequentò l’Accademia di Roma e fu un pittore tradizionalista e accademico di alta scuola tecnica

OPERA:
Olio su tela, cm. 45X35, Fauni nel bosco con scena d’amore.
Presenti due fauni: uno nelle spoglie del dio Pan, l’altro del dio Bacco ebro. Nella stupenda composizione compare anche una donna dall’incarnato d’avorio, seduta sopra un pelle di leopardo. Il baccanale è di altissimo pregio pittorico.

Collezione privata

12)
AUTORE:
Anonimo, scuola del centro Italia, ambito bolognese. Artista che lavorò tra la prima e la seconda metà del Cinquecento, ma con rimandi già seicenteschi.

OPERA:
Olio su tela di forma ovale, cm. 70X95, L’angelo custode.
Presenta un angelo di nobile fattura che protegge un ragazzo. Quadro della controriforma che asseconda gli intenti della Chiesa imperante.

Collezione privata

13)
AUTORE:
Abraham Brueghel (Anversa 1631 – Napoli 1697).
Pittore fiammingo appartenuto ad una famiglia d’artisti di alto lignaggio e qualità. Visse quasi sempre in Italia e dipinse stupende “Nature Morte” richiestissime in Roma, a Napoli e in altre città europee.

OPERA:
Olio su tela, cm.70X55, Natura morta con frutta.
L’opera è di accertata qualità pittorica. Rappresenta una composizione di frutta campestre: pere, uva, fichi, uva, ciliegie e prugne… che pare la raffigurazione della terza stagione: l’autunno. Qui ogni elemento, ogni particolare dell’insieme è stato eseguito con tecnica sopraffina.

Collezione privata

14)
AUTORE:
Artista anonimo d’origine nordica ma con suggestioni lombardo-venete, attivo tra il secondo e il terzo decennio del Cinquecento. E’ un pittore attento al dettaglio che possiede sensibilità di modellazione, soprattutto dei volti umani eseguiti in punta di pennello. Il Cristo soprattutto che, dal centro, troneggia la composizione, presenta una espressività “lunare”.

OPERA:
Olio su tavola lignea, cm. 50X85, Crocifissione.
L’opera riprende una composizione di origine fiamminga assai tipica, di enorme fortuna nell’Italia tra il XV e il XVI secolo. La scena è dominata dal corpo di Cristo che si staglia nel bel mezzo della tavola, mentre ai lati scolano, per importanza, i protagonisti tradizionali: Maria, la Maddalena, San Giovanni…

Collezione privata
15)
AUTORE:
Giovan Battista Pittoni (Venezia 1687-Venezia 1767).
Artista di fama mondiale, nei primi anni del Settecento s’avvicina all’estetica del Tiepolo, con pennellate vibranti e colori brillanti così come dettava il Barocco e il Rococò europeo. Esegui numerosissimi affreschi in chiese e palazzi nobili e privati appartenuti all’aristocrazia e alla borghesia ormai dominante e affermata.

Opera:
Olio su tela, cm. 80X65, Sacrificio di Polissena.
Polissena era una principessa troiana di mirabile bellezza, responsabile dell’uccisione di Achille che verrà sacrificata agli dei. Non è questo un bozzetto per una pala d’altare, ma è opera finita che presenta una ricca composizione di figure che si muovono su di una scalinata di un classico palazzo. Presente l’esercito, il popolo, alcuni paggi e Signori che assistono al dramma…

Collezione privata

16)
AUTORE:
Ciro Ferri (Roma 1634-Roma 1689).
Pittore attivo in età barocca, diventò l’erede del grande Pietro di Cortona in alcuni noti cicli pittorici come quello eseguito nel Palazzo del Quirinale a al Pitti in Firenze. Notevolissimi anche i sui affreschi eseguiti nella chiesa bergamasca di Santa Maria Maggiore.

OPERA:
Olio su tela, cm. 38X50, La fuga in Egitto.
Opera firmata al centro in basso, presenta una piramide dietro alla quale si cela la Sacra Famiglia in viaggio per sfuggire ai carnefici. Nella composizione è presente San Giuseppe e alcuni angeli che assistono e proteggono il gruppo.