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Gli archeologi trovano resti del palazzo di “campagna” del faraone, oasi di pace tra le guerre di 3400 anni fa in Siria e Palestina


La missione archeologica egiziana, che lavora presso il sito archeologico di Tell Habwa (Tharu) nell’area delle antichità del Sinai settentrionale, è riuscita a scoprire i resti di un edificio in mattoni di fango che era uno palazzi di rifugio regale, durante i viaggi o gli spostamenti, situati all’interno della porta orientale dell’Egitto. In particolare avrebbe ospitato il faraone durante operazioni militari svolte nell’area mediorientale. Il luogo poteva essere anche un buen rifugio del sovrano, durante i lunghi periodi di guerra.

Lo ha comunicato Muhammad Ismail Khaled, segretario generale del Consiglio supremo delle antichità, sottolineando che gli studi scientifici preliminari condotti sui reperti archeologici rinvenuti all’interno dell’edificio hanno dimostrato che l’edificio risale al regno del re Thutmose III (1481 a.C. – 1425 a.C.) della XVIII dinastia dell’era del Nuovo Regno.
È probabile che esso fosse utilizzato dai faraoni come luogo sicuro di soggiorno. La destinazione d’uso del palazzo è rilevata sia dai reperti che dalla disposizione architettonica.
Certamente fu un punto d’appoggio, in direzione delle aree di guerra, da parte di un faraone che aveva impostato il proprio regno nei termini dell’espansione del Paese.

Le imprese di Thutmose III sono narrate, oltre che su altri monumenti e stele, sulle pareti del deambulatorio che circonda il Grande tempio di Amon a Karnak. Il testo del tempio, in parte mutilo, descrive le campagne militari del sovrano, in particolare gli scontri con Mitanni, e riporta inoltre l’elenco di ogni bottino conquistato e devoluto al culto di Amon.

Divenuto faraone a circa 3 anni, dopo la morte del padre, Thutmose III aveva vissuto per 22 anni sotto la guida della matrigna e zia Hatshepsut, che era associata al trono e che svolse una politica molto illuminata. Durante questo periodo Thuthmose aveva accettato questa linea che potremmo definire moderatamente pacifista. Alla morte della zia – avvenuta nel 1458 a.C., a causa di un tumore alle ossa – il faraone prese pienamente il potere e governò l’Egitto per 32 anni fino alla sua morte. Verso la fine del suo regno associò al trono il figlio Amenofi I.

Il volto della mummia del Faraone

Thutmose III venne sepolto nella Valle dei Re, nella tomba (KV34) fatta preparare da lui stesso. Come la maggioranza delle tombe reali anche quella di Thutmose III venne depredata nei secoli seguenti. La sua mummia è stata rinvenuta nel nascondiglio DB320 di Deir el-Bahari ove venne nascosta durante la XXI dinastia.

Thutmose III aveva intrapreso, con successo, un’aggressiva politica militarista. Durante gli ultimi dieci anni della regina, molti dei principati del Vicino Oriente coalizzati dal principe di Qadeš, non avendo più ricevuto controlli militari, si erano ripresi l’autonomia e si rifiutavano di pagare le imposte al regno. Le campagne nell’area siro-palestinese (quindici riportate ma in realtà furono forse 17 o 18) erano quindi dirette a ricondurre all’obbedienza egiziana i principati clientes. Gli attacchi di Thutmose furono devastanti. Ed è assai probabile che egli abbia utilizzato, durante i trasferimenti di guerra, proprio il palazzo i cui resti sono stati portati ora alla luce.

Il Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità ha sottolineato l’importanza di questa scoperta, poiché rivela informazioni importanti sulla storia militare dell’Egitto durante l’era del Nuovo Regno, in particolare nel Sinai.

Hisham Hussein, Direttore Generale delle Antichità del Sinai e Supervisore della Missione Archeologica, ha detto che l’edificio scoperto era costituito da due successive sale rettangolari, con una serie di stanze annesse ad esse.

L’accesso principale del palazzo si trova al centro del lato nord e conduce ad una prima sala rettangolare che reca, al centro tre basi di colonne in pietra calcarea. Il primo atrio è collegato ad un altro atrio rettangolare più piccolo che presenta due ingressi, il primo sul lato est e il secondo sul lato ovest, meno larghi dell’ingresso principale dell’edificio. Al centro della sala ci sono due basi di colonne in pietra calcarea, ciascuna delle quali ha un diametro di un metro. Sono stati scoperti anche gli architravi in pietra degli ingressi principali di questa sala. Dal secondo atrio si accede a due ambienti distinti, il primo posto verso est e il secondo verso ovest, e sono collegati al secondo atrio tramite due ingressi quasi opposti agli ingressi del secondo atrio.
Hussein aggiunge che la missione è riuscita anche a portare alla luce gli architravi in pietra degli ingressi alle stanze, oltre ad un gruppo di piccole stanze attaccate all’edificio dall’esterno, verso est.

Ramadan Helmy, direttore dell’Area delle Antichità del Nord Sinai e capo della missione, ha affermato che l’edificio è stato datato in base alla sequenza stratigrafica e alle ceramiche rinvenute all’esterno del palazzo, oltre grazie al ritrovamento di uno scarabeo che porta il nome del re Thutmose III e che conferma che il palazzo fu un punto di appoggio per il re, durante le campagne militari finalizzate all’espansione dell’impero egiziano verso est. L’edificio venne successivamente fortificato con un muro di cinta che aveva una porta principale posta verso est.

In tempi ulteriormente successivi, durante il Terzo Periodo Intermedio, a partire dalla XXI dinastia fino alla XXV dinastia, questo luogo nel suo insieme fu utilizzato come cimitero. Sono state trovate forme di anfore, di produzione casalinga, per seppellire i bambini.

Per quanto riguarda il lavoro della missione durante le precedenti stagioni di scavo nel sito, dobbiamo segnalare, all’interno dell’area, il ritrovamento di tombe costruite con resti di porte e blocchi di pietra incisi con scene reali e cartigli dell’era del Nuovo Regno. Sono stati rinvenuti anche i resti di alcuni importanti edifici in tre strati successivi, tutti risalenti alla XXVI dinastia. I depositi di fondazione appartenenti a uno di quegli edifici (l’ultimo strato archeologico del sito) includevano un modello di piccole dimensioni di una targa in maiolica che porta il nome del re Ahmose II.