Negli scavi della città romana trovata una latrina di 2000 anni fa con 60 posti sedere. Come funzionava

Al centro dell'edificio pubblico si trovava un cortile con un pavimento a mosaico, decorato con colonne adornate da capitelli. Lungo tre pareti del cortile erano disposte tre file di sedili in legno, ognuno separato da blocchi di asfalto naturale. Questi sedili in legno erano dotati di fori rotondi e fungevano da latrine, permettendo alle persone di sedersi comodamente mentre affrontavano le loro necessità fisiologiche.
Credit: Israel Antiquities Authority

Nei meandri degli scavi archeologici, a Bet Shean, in Israele, sono state scoperte in questi giorni grandi latrine romane. Queste latrine, le più grandi nel loro genere in Israele, offrono una visione di come i Romani sapessero affrontare le necessità fisiologiche in totale mancanza di privacy, trasformando probabilmente queste necessità, in un momento di socializzazione. Siamo, certo, in dimensione di strutture pubbliche. A casa propria i più ricchi disponevano di ben altri servizi. Le latrine delle terme o degli spazi pubblici contavano sulla presenza di condutture che, in molti casi, disponevano di acqua corrente, in grado di raccogliere immediatamente i rifiuti.

Credit: Israel Antiquities Authority

Situata a Bet Shean, questa struttura unica ospita ben 60 posti a sedere in legno, resi disponibili al pubblico. L’eccezionalità di queste latrine risiede nel loro contesto di epoca romana e bizantina, in cui le necessità igieniche pubbliche erano affrontate in modo organizzato e di ampia portata. Queste latrine erano collocate in una zona aperta e comune, il che indica chiaramente che erano utilizzate da un vasto numero di persone.

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La trasformazione più significativa di Bet Shean avvenne durante il periodo romano. La città fu inclusa nella Decapoli, una confederazione di dieci città ellenistiche e romane della Giudea e della Siria. Come parte di questa confederazione, Bet Shean divenne una città romanizzata e prospera, con infrastrutture impressionanti.

Credit: Israel Antiquities Authority

Secondo il dottor Walid Atrash, uno degli archeologi che ha lavorato a Bet Shean, ognuna delle quattro latrine pubbliche scavate nel sito ospitava circa 60 sedili di legno in un’area aperta comune. Questa struttura ben organizzata era caratterizzata da elementi architettonici notevoli, tra cui dipinti murali e scale ornamentali con ringhiere.

Al centro dell’edificio pubblico si trovava un cortile con un pavimento a mosaico, decorato con colonne adornate da capitelli. Lungo tre pareti del cortile erano disposte tre file di sedili in legno, ognuno separato da blocchi di asfalto naturale. Questi sedili in legno erano dotati di fori rotondi e fungevano da latrine, permettendo alle persone di sedersi comodamente mentre affrontavano le loro necessità fisiologiche.

Un dettaglio interessante riguarda la copertura parziale delle latrine, una caratteristica progettata per dissipare gli odori sgradevoli.

Le latrine romane non erano solo luoghi per affrontare le necessità fisiologiche, ma anche spazi sociali. Le persone si riunivano, conversavano e facevano affari mentre si sedevano sui sedili di legno.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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