Il Comune di Venezia, in collaborazione con la Fondazione Musei Civici e la Fondazione G.E. Ghirardi, ha recentemente fatto una straordinaria scoperta nel suo patrimonio artistico: un dipinto riconducibile con chiarezza al mondo di Andrea Mantegna. La notizia è stata resa pubblica oggi durante una conferenza stampa tenutasi presso il Museo Correr, luogo del sorprendente ritrovamento.
L’opera in questione è un dipinto rappresentante la Madonna col Bambino, San Giovannino e sei sante, gravemente danneggiato nel corso del tempo. Dopo un attento e laborioso processo di restauro, attualmente in fase di ultimazione, il dipinto sarà presto sottoposto all’analisi e al giudizio degli studiosi. Questi ultimi avranno il compito di valutare non solo l’ideazione della composizione e del disegno, chiaramente attribuibili a Mantegna, ma anche se l’esecuzione pittorica sia effettivamente opera sua. Un interrogativo che aggiunge ulteriore fascino alla scoperta.
Le risposte a tali interrogativi saranno frutto della collaborazione attiva delle due fondazioni coinvolte, con la partecipazione della Soprintendenza Archeologia e Belle Arti per il Comune di Venezia e Laguna. Nel corso del 2024, il dipinto diventerà il fulcro di varie iniziative espositive, di ricerca e confronto, con programmi previsti tra la Villa Contarini a Piazzola sul Brenta e il Museo Correr di Venezia, quest’ultimo destinato a una futura sede espositiva ampliata e ristrutturata al secondo piano.
La Fondazione Musei Civici di Venezia, incaricata dal Comune nel 2008 della conservazione e valorizzazione del vasto patrimonio storico-artistico degli 11 musei civici, ha già ottenuto notevoli successi in passato. Tra questi, si annoverano i casi recenti di tre dipinti attribuiti a Vittore Carpaccio, ritrovati nei depositi del Museo Correr e riconosciuti come autentici capolavori.
Un altro affascinante capitolo di questa storia riguarda un dipinto su tavola, raffigurante la Madonna col Bambino Gesù, San Giovanni Battista fanciullo e sei sante. Quest’opera, appartenuta alla collezione di Teodoro Correr sin dal 1830, ha richiesto un attento restauro a causa delle condizioni deteriorate e delle successive ridipinture che ne limitavano la leggibilità e la valutazione. Grazie al sostegno finanziario della Fondazione G.E. Ghirardi, è emerso che l’opera presenta una raffinata qualità esecutiva, con finissimi chiaroscuri accentati con oro zecchino, simili alle più preziose miniature. La forte e chiara impronta stilistica di Andrea Mantegna è evidente, confermando il suo ruolo di uno dei massimi pittori italiani del Rinascimento.
Ulteriori dettagli emergono dalle indagini radiografiche e riflettografiche condotte dai conservatori veneziani. Il disegno sottostante al colore delinea un tracciato coincidente con un dipinto conservato nell’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston (USA), anch’esso attribuito a Mantegna e appartenuto alle celebri collezioni mantovane dei Gonzaga. Entrambi i dipinti sembrano derivare dallo stesso cartone, forato per trasferire a spolvero i punti guida del disegno su entrambe le tavole.
Da queste scoperte emerge la suggestiva ipotesi che le due opere siano state realizzate dallo stesso atelier, forse in contemporanea o a breve distanza di tempo. Sorprendentemente, entrambi i dipinti presentano una scena sacra “al femminile” quasi identica. Un ulteriore elemento misterioso è che entrambe le opere risultano incomplete, con il pittore che ha abbandonato il processo creativo poco prima del completamento.
Le domande rimaste aperte aumentano l’interesse attorno a questo dipinto. Chi fu il committente, o meglio la committente, forse una nobile dama Gonzaga? Qual è stata la ragione di richiedere due dipinti simili e chi erano i destinatari di queste opere gemelle? Inoltre, il percorso che ha portato questo dipinto a giungere nella laguna veneziana e successivamente nelle mani di Teodoro Correr tra Sette e Ottocento rimane un mistero affascinante.
Oggi, l’opera, quasi completamente restaurata grazie al prezioso sostegno della Fondazione G.E. Ghirardi, è presentata in anteprima al pubblico. Nei prossimi mesi e nel corso del 2024, sarà protagonista di varie iniziative espositive, di studio e di approfondimento, organizzate in collaborazione tra la Fondazione Musei Civici e la Fondazione Ghirardi. Gli studiosi avranno l’opportunità di esplorare i misteri sottesi a questo dipinto e di determinare la reale attribuzione e contributo di Andrea Mantegna. Sarà un’occasione unica per svelare “come” e “quanto” l’opera sia effettivamente legata all’artista rinascimentale: sia nell’ideazione e nel disegno, o addirittura nell’esecuzione “di sua mano”.
“È una grande notizia per Venezia e per la storia dell’arte italiana – ha commentato il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro – Voglio ringraziare tutto il personale della Fondazione che si è impegnato per questo incredibile ritrovamento, di cui attendiamo con fiducia la conferma. Voglio sottolineare quanto sia prezioso, instancabile e unico il lavoro dei Conservatori di Fondazione Musei Civici che, ogni giorno, si prendono cura dell’immenso patrimonio del Comune di Venezia. Come Amministrazione, abbiamo l’onore di aver ricevuto, e continuiamo a ricevere, da persone generose che amano la nostra Città e animate da straordinaria passione civica e civile, opere che il Comune continua a far conoscere, valorizzare e arricchire”.