Sabato 26 novembre, è stata inaugurata a Torino- al Polo del ‘900 in Palazzo San Celso (corso Valdocco 4/A) – la mostra Every food is a landscape – aperta dal 27 novembre al 18 dicembre 2022– e promossa da BJCEM.
La rassegna è parte di Food Wave, progetto finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma DEAR, che mira a creare una nuova alleanza tra istituzioni, società civile e giovani per un futuro verde, inclusivo e sostenibile delle città. Food Wave si concentra in particolare sull’importanza che possono ricoprire i sistemi alimentari sostenibili a livello urbano e sull’adozione di pratiche e stili di vita responsabili da parte dei ragazzi e delle ragazze dai 15 ai 35 anni per la mitigazione del cambiamento climatico. Il progetto è guidato dal Comune di Milano e coinvolge 17 paesi attraverso un network di 29 partner, composto da 16 città internazionali e 13 organizzazioni della società civile.
“Siamo felici di dare il via alla prima mostra internazionale di progetto – ricorda Emanuela Vita, project manager Food Wave – Comune di Milano -. Artisti da tutta Europa hanno accettato una delle sfide che ci sta più a cuore: utilizzare il grande potere dell’arte e della creatività per condividere visioni dirompenti, catalizzare attenzione e coinvolgere i cittadini su temi urgenti come quello del cambiamento climatico. Con questa esposizione inauguriamo proprio l’ultimo anno di progetto che sarà dedicato alla sperimentazione di pratiche artistiche che metteranno i giovani al centro di riflessioni sugli stili di vita sostenibili nei contesti urbani, sia a livello locale nelle 16 città europee nel nostro network, sia livello internazionale. Food Wave ha raggiunto oltre 15 milioni di account attraverso i suoi canali digitali, oltre 15.000 follower su Facebook e Instagram, più di 135.000 visite al sito web e oltre 580.000 visualizzazioni su YouTube, coinvolgendo 242 giovani Ambassador e 20 influencer coinvolti a livello internazionale”.
L’esposizione, curata da Marco Trulli, presenta video, dipinti, performance e installazioni di 16 giovani artisti – Beatrice Caruso, Filipa Cruz, Chiara De Maria, Lucia Di Pietro, Anna Fainareti Lioka, Hajnal Gyeviki, Ceren Hamiloglu, Mira Hirtz, Shuai Peng, Despina Petridou, Maria Nissan, Mila Panic, Giulio Saverio Rossi, Elektra Stampoulou, Agnese Spolverini, Dimitris Theocharis – provenienti da paesi dell’Europa e del Mediterraneo, che riflettono sull’impatto ambientale, culturale e sociale della produzione e del consumo di cibo, con l’obiettivo di rifondare il rapporto con gli alimenti, visti come elemento di connessione tra l’uomo e l’ecosistema e come veicolo di relazioni tra culture e lingue diverse.
“La mostra – dichiara Marco Trulli – offre un approccio multipolare focalizzando alcune questioni nodali del ruolo della produzione e del consumo alimentare nei paesi dell’Europa e del Mediterraneo. Le opere aprono riflessioni critiche sui processi di produzione, di confezionamento, di sfruttamento delle risorse ambientali restituendo l’immagine di un paesaggio desolato, logorato, innaturale. Ma diversi artisti s’incentrano anche sulle pratiche empatiche di riconnessione con la natura, secondo una concezione ecosistemica che guarda alla biodiversità come unica promessa di convivenza possibile”.
L’industria del cibo è una delle attività umane maggiormente responsabili dei cambiamenti climatici, perché legata allo sfruttamento intensivo delle terre, all’utilizzo di fertilizzanti e di pratiche agricole intensive. Allo stesso tempo, un terzo di quanto prodotto viene sprecato, generando risvolti negativi sulle povertà alimentari e sull’utilizzo delle risorse ambientali.
Every food is a landscape si focalizza su alcune questioni nodali del ruolo della produzione e del consumo alimentare nei paesi dell’Europa e del Mediterraneo. Le opere aprono riflessioni critiche sui processi di sfruttamento delle risorse ambientali restituendo l’immagine di un paesaggio desolato, logorato, innaturale, assoggettato per scopi economici a una trasformazione monocolturale e intensiva. Per questo emergono in mostra visioni ambigue e inquiete, che evidenziano l’inganno di un paesaggio solo in apparenza naturale.
Una sezione della rassegna approfondisce invece le pratiche empatiche con l’ambiente, secondo una concezione dell’ecosistema che guarda alla biodiversità come unica promessa di convivenza possibile. In questo gli artisti coltivano connessioni tese a riappropriarsi di una dimensione non funzionale della natura, per ricostruire luoghi e rapporti di conoscenza e di ascolto, fuori da logiche industriali ed economiche.
L’attenzione alle trasformazioni del paesaggio e alla rilettura di metodi agricoli resilienti ed ecologici è uno degli altri argomenti affrontati dagli autori, illustrando luoghi che hanno contribuito alla definizione di identità e di culture popolari nel Mediterraneo e non solo.
I temi della mostra sono stati poi sviluppati, domenica 27 novembre, in una conferenza, alla presenza di Carlotta Salerno, Assessora alle Politiche Giovanili del Comune di Torino, che ha affrontato alcune questioni nodali del ruolo della produzione e del consumo alimentare nei paesi dell’Europa e del Mediterraneo, attraverso riflessioni critiche sui processi di sfruttamento delle risorse ambientali e sulle trasformazioni del paesaggio legate alle monocolture e all’agricoltura intensiva. L’attenzione è stata inoltre rivolta alla rilettura di metodi agricoli resilienti, dimostrando come i luoghi contribuiscano alla definizione d’identità e di culture popolari nel Mediterraneo e non solo. L’incontro si è concluso con il lancio di una nuova call internazionale aperta ad artisti e designers, coordinata da ActionAid Italia e IED nell’ambito del progetto Food Wave. La call sarà aperta fino alla fine di dicembre e si svilupperà con un percorso formativo nell’arco del 2023.
L’Associazione Internazionale BJCEM
BJCEM è un network internazionale fondato a Sarajevo nel luglio 2001, composto da 45 membri provenienti da 15 Paesi dell’Europa e del Mediterraneo. L’Associazione ha sede legale a Bruxelles e ufficio esecutivo a Torino, presso il Cortile del Maglio. Il network comprende organizzazioni della società civile, autorità locali, regionali e nazionali dell’area Europea e Mediterranea ed è inoltre membro di Anna Lindh Foundation e di Culture Action Europe.
Con il suo lavoro BJCEM promuove e valorizza il dialogo interculturale, la ricerca artistica contemporanea nei diversi linguaggi espressivi; offre sostegno alla creatività giovanile, alla mobilità, all’incontro e alla formazione di giovani artisti.
Tra le attività che BJCEM mette in campo, la principale è la Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo. Si tratta di un evento che, ogni due anni, ospita in una città diversa centinaia di giovani talenti nelle varie discipline: arti visive, cinema, musica, teatro, danza e letteratura.