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di Giovanni Quaresmini
Oscar Di Prata (Brescia, 10 agosto 1910 – 5 gennaio 2006) con la pittura ha esplorato, attraverso un realismo dell’anima, la problematica condizione dell’uomo. Il suo intensissimo lavoro è germogliato sulla nobiltà dell’atto creativo, pensato e messo in atto come sensibile ricerca figurativa e cromatica che ha teso a trascendere la realtà di cui pur si alimentava. L’artista ha attraversato tutto il secolo scorso senza mai essere ostaggio di mode o di facili repliche di maniera, ma tracciando un suo percorso originale, rimasto inconfondibile fino agli ultimi giorni della sua vita.
Tra i messaggi più significativi delle sue opere l’esplorazione del senso morale dell’arte, che può divenire difesa dei valori fondamentali della dignità dell’uomo e del senso del mistero che lo avvolge e lo trascende.
A disegnare ha iniziato in tenerissima età frequentando, poi, la scuola di disegno, diretta dalla “chioccia” Virgilio Vecchia e gli artisti del mitico Cantinone che, più anziani di lui, costituivano per i più giovani un prezioso riferimento (1, 2).
Da ragazzo è stato allievo, con Silvio Consadori (1909-1994), di Giuseppe Trainini (1872-1940) e Gaetano Cresseri (1870-1933) dai quali ha appreso l’arte dell’affresco, sia dal punto di vista decorativo-ornamentale, che figurativo-espressivo.
Nel 1928 “quale premio dei buoni risultati conseguiti durante l’anno scolastico 1926-27” gli veniva conferita, dal preside dell’Istituto Industriale “Moretto”, la medaglia d’argento (3).
Successivamente, ha frequentato l’Istituto d’Arte di Venezia conseguendo il diploma in magistero d’arte. L’esperienza di studio, tra sogni e patimenti, fu condivisa con Enrico Ragni al quale fu sempre legato da affettuosa amicizia.
Nel 1934 ha avuto l’onore dell’immediato acquisto da parte del Comune di Brescia dell’opera “Fanciulle al camposanto” esposta alla mostra sindacale d’arte, mentre pochi mesi prima si aggiudicava il premio del Garda con il dipinto “Le grotte di Catullo”(4).
Nel 1935 gli veniva conferita, per la sua attività artistica e culturale, la medaglia d’oro dell’Ateneo di Brescia e, nel contempo, assegnato il premio Magnocavallo di duemila lire (5) per l’opera “Fanciulle al camposanto” per l’equilibrio evidente fra la grazia della composizione e l’esecuzione prudente e delicata che arriva talvolta alla definizione di particolari sensibilissimi. “La tendenza manifesta di questo quadro – scriveva la giuria nel verbale di assegnazione del premio, deliberata all’unanimità – discende da una tradizione di pittura murale italiana che suppone uno sviluppo attuale e che nella forma in cui è stata eseguita dal pittore Oscar Di Prata meritava di essere segnalata”. In quel contesto anche il cugino Antonio Di Prata risultò vincitore del legato Bettoni-Cazzago con l’opera “In famiglia” (6).
Pietro Feroldi in uno scritto del 1940 segnalerà come “tutta l’opera di Oscar Di Prata, quanto più quanto meno, porta il suggello della nobiltà perseverante degli intenti”.
Verso la fine degli anni Trenta iniziava l’insegnamento artistico presso la scuola G. Mompiani di Brescia avendo conseguito, nella sessione autunnale dell’anno scolastico 1938-1939, l’abilitazione all’insegnamento artistico nelle scuole professionali. Riprenderà l’attività di insegnamento in educazione artistica al rientro dalla prigionia, al termine della seconda guerra mondiale. E sono numerosissimi gli alunni che, ancor oggi, si ricordano di lui con simpatia e affetto, conquistati dalla sua disponibilità unita a capacità d’ascolto e suadente incoraggiamento.
Agli inizi del 1941, dopo essere stato richiamato alle armi ed aver effettuato un periodo di addestramento, veniva inviato in Africa Settentrionale ove partecipò alle operazioni di guerra nell’oasi di Gialo, importante nodo carovaniero sull’asse strategico di El Alamein.
Laggiù ha conosciuto l’enigma del “nulla” rappresentato dal deserto sirtico.
Fatto prigioniero poche settimane prima del Natale del 1941, prima, ha subito l’internamento nei campi di concentramento dell’Egitto, poi, è stato trasferito in India, ove, dietro i reticolati, vivrà in costrizione per quattro anni. Potrà riabbracciare i suoi cari e rivedere l’amata città soltanto nel gennaio 1946.
Al ritorno, con l’animo colmo d’angoscia e di pietà per l’uomo, ha ripreso con intenso vigore lo studio e l’impegno nella sua attività artistica che, finalmente, poteva condurre ed esplicarsi in piena libertà.
Di particolare rilievo l’imponente ciclo di affreschi che realizza in numerose chiese a partire da Paspardo (1953) e Lumezzane S. Sebastiano (1956).
Parallelamente sarà l’autore sia dei disegni per la successiva trasposizione in mosaico, attività che ha condotto soprattutto con Elio Bevilacqua, che dell’ideazione di vetrate, realizzate dalla vetreria Bontempi.
Nella sua produzione pittorica ricorrono molto spesso i ricordi, in termini creativi, di Venezia, la città magica per le sue cromie, una città che si può solo “sentire” e che Oscar Di Prata considerava come l’isola dei suoi sogni, e del deserto contemplato come evento, più che come luogo geografico.
La vastità sabbiosa diventava così rappresentativa di una realtà che rimane inafferrabile per il senso del mistero che esprime.
Sono stati numerosissimi e prestigiosi i riconoscimenti che ha ottenuto in concorsi nazionali ed internazionali.
In particolare, è nella stagione dei premi del dopoguerra (7), ma non solo, che l’evento artistico lo vede tra i protagonisti di primo piano.
Nel maggio 1948 viene segnalato alla Mostra Nazionale d’Arte Sacra allestita nelle sale dell’Angelicum di Milano per una “Crocefissione” monocromatica squisitamente disegnata (8).
Nel febbraio 1949 ottiene il “Premio nazionale di pittura San Remo” (9, 10) e, nel settembre 1950, vince ilprimo premio del concorso di pittura Franciacorta, (11) svoltosi a Rovatoedal quale furono presentati centoottanta dipinti da parte di settanta pittori. Il primo premio di cinquantamila lire veniva assegnato ad Oscar Di Prata con l’opera “Il Cristo deriso” con la motivazione: “bella trovata di composizione, delicatezza di tono nella espressione dei singoli personaggi”. Il secondo premio di venticinquemila lire veniva assegnato a Valentino Zini di Cazzago San Martino per “studio di figura” per la “serietà d’intenzioni e la bella realizzazione pittorica”. Inoltre, venivano segnalati i pittori: Dolci, Antonio Di Prata, Ragni, Garosio, Botta, Salvotti, e poi Tita Mozzoni e Favero che erano fuori concorso. Ad una parete, infine, c’erano tre opere “alla memoria del povero Salodini più vivo dei vivi nel cuore dei colleghi e nella riverenza dei visitatori”.
Nello stesso anno una sua opera, “Cristo morto e un angelo”, viene ammessa all’Esposizione Internazionale di Arte Sacra, organizzata a Roma in occasione dell’Anno Santo MCML dalla Pontificia Accademia del Pantheon, nata nel 1543 presso la tomba di Raffaello per favorire le arti che “florent in domo Domini”. La Giuria per l’accettazione delle opere, su 5.306 esaminate, ne aveva ammesso 1.619 provenienti da ogni parte del mondo.
Nel 1951 risulta tra i vincitori del Premio Nazionale di pittura Golfo della Spezia, giunto alla terza edizione, con “Case a Porto Venere”. L’opera appartiene alla linea di ricerca astratta-concreta, tipica degli anni a cavallo del quinto decennio del secolo scorso e sperimentata in specie a Torino, Milano e Venezia. La volumetria dell’opera è compatta e rigorosa e in essa si riconosce l’adesione alla decostruzione post-cubista delle forme, mentre il cromatismo ridotto a pochi colori è usato quasi a complemento della costruzione geometrica del paesaggio marino (12).
Nel 1953 risulta vincitore ex aequo con Gianni Ghelfi del “Premio di pittura Brescia” con l’opera “Spigolatrici della Bassa bresciana”; 477 le opere presentate, 209 i concorrenti. Al secondo e al terzo posto si classificheranno rispettivamente Leonardo Spreafico con “Case e barche sul lago di Garda” e Vittorio Botticini con l’opera “Garda” (13, 14).
Nel 1954 si aggiudica con Vittorio Botticini, don Renato Laffranchi e Giacomo Olini la prima edizione del premio Orzinuovi (15) che in certa misura subentra, forse senza cercarlo, al premio Brescia, ormai spento.
Nel 1955 vince con la medaglia d’oro il primo “Premio d’Arte Sacra di Ardesio” nel quadro delle celebrazioni dedicate al pittore Alessandro Bonvicino detto il Moretto in occasione nel IV centenario della morte (16, 17).
Il 9 settembre 1956 corona il suo sogno d’amore portando all’altare l’amata Eros.
Nel 1957 si aggiudica il X Premio Suzzara con il dipinto “Attesa alla miniera” (18), opera inseribile nell’ambito del realismo di derivazione espressionista, in cui l’artista esprimeva il dramma avvenuto in una miniera, ritraendo i volti delle persone che, con ansia, attendono l’uscita dei compagni. La giuria ne rilevava il tratto angoloso e incisivo, la resa fortemente espressionistica delle mani e dei volti e gli accostamenti violenti di colore (giallo e blu, verde e rosso) con prevalenza del rosso che, in questo caso, ha una valenza simbolica.
Nel 1958 viene segnalato al “Premio nazionale d’arte San Remo Vetta” per l’assegnazione della funivia d’oro (19).
Nel 1959 partecipa al quinto premio di pittura città di Bergamo. Vi erano state presentate 2.502 opere, ma le accettate furono soltanto 320. Su così vasta coorte di concorrenti anche un piccolo gruppo di bresciani riuscì a penetrare nella rosa dei prescelti e, in particolare, Oscar Di Prata con tre opere rappresentative delle inclinazioni della sua arte, tra le quali il patetico e delicato “Arlecchino nella commedia” (20). Nello stesso anno vince il premio Città di Salò.
Nel 1960 viene segnalato al “XIII Premio nazionale di pittura di Suzzara”(21), mentre nel 1964 ottiene una medaglia d’argento al Concorso Nazionale di Pittura che si svolge a Cagliari.
Nel 1965 vince il Primo Premio di Pittura “Omaggio a Fattori”(22, 23) con il dipinto “Le donne di Agadir”, un’opera in cui la sobrietà coloristica è esaltata dal vigore dell’impostazione grafica. Il premio, di livello nazionale, era stato organizzato a Milano alla Galleria Tornese dal “Gruppo Nazionale Pittori Aria Aperta” per rendere omaggio a Giovanni Fattori.
Nello stesso anno vince anche un concorso nazionale per un mosaico da dedicare alla Resistenza che, su suoi disegni, sarà realizzato alla scuola elementare Rinaldini di Brescia dal mosaicista Elio Bevilacqua (24, 25).
Nel 1965 figura tra i cento pittori e scultori invitati a partecipare ad una mostra collettiva d’arte italiana a New York nell’ambito di un’iniziativa che intende rafforzare le relazioni culturali tra i due Paesi. Le sue opere vengono esposte nelle sale dell’Hotel Vanderbilt, Park Avenue, New York, accanto a quelle, tra gli altri, di Giorgio De Chirico, Lucio Fontana, Trento Longaretti, Rosai (26).
Partecipa con successo alle Biennali d’arte sacra dell’Angelicum di Milano.
Nel 1968 viene premiato alla “Rassegna Nazionale di Pittura” tenutasi a Corciano di Perugia (27).
Nel 1970 è invitato alla “Prima Crociera aerea dei Pittori Italiani nel Canada” (28).
Oscar Di Prata risulta tra gli artisti presenti nella Collezione d’Arte Religiosa Moderna dei Musei Vaticani (29) e nei Civici Musei di Brescia.
Nel 1977 è tra i pittori invitati alla Mostra Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, allestita nel braccio Carlo Magno in Piazza S. Pietro, sul tema “S. Paolo”, allestita in occasione dell’ottantesimo genetliaco di Papa Montini (30). Alla rassegna erano stati scelti per l’invito ottanta artisti di ogni parte del mondo.
Ha partecipato a numerosissime mostre personali e collettive in Italia e all’estero di cui esiste vasta documentazione. Si segnalano al riguardo, in particolare, per l’eco avuto sulla stampa, le personali alla Galleria “La Bussola” di Torino, a Beyrouth in Libano, alla galleria Tardy di Enschede, in Olanda, ed a Lione in Francia.
Ha effettuato diversi viaggi culturali in America, in Asia e in Europa.
La sua presenza ai premi in Italia prosegue con costanza parallelamente all’organizzazione di mostre personali e collettive. Nel 1977 vince il “Primo premio acquisto” del Comune di Vertova con un dipinto dal titolo “Dimensioni del mito”(31). Nell’opera “così visualmente tragica” si avverte uno spirito corrosivo che divora la coscienza di un’umanità nel chiuso di se stessa, obbligata a vivere la tragedia contemporanea, stillante sangue e orrore. Nel dipinto emerge il travaglio di un’intensa meditazione in cui l’artista non ha percorso facili itinerari che indulgessero al bello estetico, ma si è addentrato in un’espressività dolente attraverso una gestualità vibrante e febbrile.
L’anno successivo ottiene, all’undicesimo Premio Internazionale di Pittura e Grafica “Lario Cadorago”, la medaglia Città di Como. Il riconoscimento è anche in questo caso particolarmente significativo sia per l’elevatissimo numero delle opere presentate al concorso (1.061) che per la particolare competenza della giuria presieduta da Remo Brindisi.
Nel gennaio 1980 la “Fondazione fra poeti, pittori e giornalisti per la pace nel mondo” con sede a Roma e l’Istituto Superiore Internazionale di Studi Umanistici, con il beneplacito consenso degli autorevoli artisti facenti parte delle delegazioni di Berna, Parigi e Tunisi, ha deliberato il conferimento della tavolozza d’oro e il titolo di pittore dell’anno all’artista Oscar Di Prata (32).
Nel 1981 veniva nominato socio effettivo dell’Ateneo di Brescia, Accademia di Scienze Lettere ed Arti.
Nel 1990, in occasione del suo 80° compleanno, la direzione dell’Istituto d’arte Caravaggio gli ha riservato una mostra antologica con cui si è inaugurata la nuova galleria della scuola d’arte e, inoltre, ha nominato Oscar Di Prata docente onorario per le discipline artistiche.
Nel 1995 un’opera di Oscar Di Prata è entrata a far parte della collezione d’arte moderna della Pinacoteca della città di Novosibirsk in Siberia (33).
Nel 1997 veniva accolto come socio onorario nel Circolo Ufficiali di Brescia (34).
Nello stesso anno veniva insignito del “Premio alla professionalità” dal Rotary Club Brescia Ovest con la consegna del riconoscimento consistente nella “Paul Harris”, la massima onorificenza rotariana (35).
Nel dicembre 2000, in occasione del loro 90° compleanno, il Comune di Brescia rendeva omaggio ad Oscar Di Prata ed Enrico Ragni con una manifestazione pubblica svoltasi in Palazzo della Loggia (36).
Nella primavera del 2001, su invito, partecipava alla mostra d’arte di Vigevano “La pittura in Lombardia nel XX secolo” con l’opera “Quel giorno nella mia città: strage di piazza Loggia in Brescia”(37, 38, 39, 40).
In questi ultimi anni si sono susseguite, da parte di numerose amministrazioni comunali, enti e associazioni, le manifestazioni per rendere omaggio all’artista Oscar Di Prata.
Nel settembre del 2001, in occasione del Festival dell’Artigianato svoltosi a Verolanuova, Oscar Di Prata riceveva la nomina di presidente onorario dell’Accademia delle Arti Applicate di Assopadana, Libera Associazione delle Piccole e Medie Imprese e dell’Artigianato (41), mentre nel dicembre 1998 riceveva dal Comune di Azzano Mella un “riconoscimento alla carriera artistica”.
Tra le iniziative più significative, svoltesi negli anni immediatamente precedenti alla sua scomparsa per valorizzarne l’opera creativa, l’antologica “Il deserto e la rosa” organizzata a Trenzano dal prof. Giovanni Quaresmini nell’aprile-maggio 2004, in occasione della festa patronale di S. Gottardo. L’appuntamento si è articolato, oltre che in un’antologica che ne percorreva l’itinerario artistico (43, 44), nella stampa di due pubblicazioni “Incantamento e memorie” (42) e “Il deserto e la rosa” (45). Inoltre, l’opera “Il deserto e la rosa”, che raffigura una rosa adagiata sopra un capitello è stata riprodotta in cartolina. Per l’occasione è stato effettuato anche un annullo filatelico (46). Il logo del timbro, realizzato da Poste Italiane, è stato ricavato dalla fedele riproduzione di un disegno d’intensa suggestione lirica di Oscar Di Prata.
Nel maggio 2005 Oscar Di Prata è stato premiato nel corso di una affettuosa cerimonia svoltasi al Grand Hotel di Gardone Riviera dal Lions Club Valtrompia con la targa di “Riconoscimento alla carriera anno 2004-2005” (47, 48, 49).
Anche dopo la sua scomparsa sono state numerose le iniziative per rendere omaggio all’artista.
L’Istituto Comprensivo di Trenzano nella sede della scuola secondaria di primo grado in via Don Pietta, 4 nel marzo 2007 gli ha dedicato il laboratorio d’Arte e Immagine (50, 51), mentre il Comune di Brescia deliberava di intitolare una via ai fratelli Olves e Oscar di Prata e, nel contempo, anche ad Antonio Di Prata (52, 53).
Di grande rilievo per gli sviluppi futuri, anche in termini di fruibilità delle opere di Oscar Di Prata, da parte sia degli studiosi che del pubblico, la donazione di 26 opere del Maestro alla città di Brescia. Si è trattato di un gesto di generosità che si riallaccia alla tradizione del mecenatismo bresciano, che la vedova dell’artista Eros Pesce Di Prata con i famigliari ha voluto compiere interpretando la volontà del marito scomparso. Un modo anche di dare impulso alla realizzazione di quel Centro d’arte contemporanea, da anni, tanto auspicato per la città di Brescia. Le opere donate sono state esposte al Piccolo Miglio nel Castello di Brescia dal 6 al 21 ottobre 2007, oltre che essere raccolte in un’apposita pubblicazione.(54-60).
Agli inizi di settembre del 2008 gli abitanti della contrada di Cerezzata Ome sono stati lieti di dedicare un omaggio all’artista allestendo una mostra accompagnata da una pubblicazione “Pietà per l’Uomo” (61). Nello stesso periodo, su iniziativa dell’Associazione culturale L’Arengario veniva organizzata nella Sala Grande della Biblioteca Treccani di Montichiari (20 settembre- 26 ottobre 2008) un’importante mostra con opere di Oscar di Prata provenienti da collezioni private (62, 63). Nel 2009 un’altra importante iniziativa veniva assunta dalla Fondazione Biblioteca Morcelli – Pinacoteca Repossi di Chiari che organizzava una mostra d’arte con opere di Olves e Oscar Di Prata “due fratelli attraverso il Novecento” (64, 65, 66, 67). Anche la Bcc Agrobresciano di Ghedi dedicava all’artista un’antologica “Oscar Di Prata nelle collezioni bresciane” dal 29 novembre al 20 dicembre 2009 (68) che ha riscosso notevole interesse di pubblico e di critica (69).
Oggi ci troviamo di fronte alle sue opere che, con la forza di ritmi compositivi e cromatici, scuotono e invitano alla riflessione per il vigore morale dei messaggi che esprimono. E, a volte, si può avere la sensazione simile a quella che si prova quando ci si trova davanti ad uno specchio, ma ad una distanza troppo ravvicinata che comporta il rischio di non riuscire a cogliere interamente in modo compiuto l’immagine. E, forse, così è anche per le opere e i messaggi delineati dai dipinti di Oscar di Prata per i quali, probabilmente, occorre una distanza più opportuna anche di meditazione, che solo il tempo nelle sue anse più discoste può aiutare a fornire. Questo naturalmente non esime dalla ricerca e dall’approfondimento della sua opera nella contemporaneità, come lievito di un’epoca contraddittoria.
Del resto la rilevante ricchezza della sua arte induce a molteplici filoni d’indagine che possono aprire prospettive nuove su diversi versanti.
Sono convinto che la sua opera continuerà a parlare in futuro perché si rivolge ai valori fondamentali dell’uomo che come tali sono imperituri, perché coessenziali con la sua identità ed il suo evolversi. Di conseguenza la sua pittura, al di là dell’evoluzione delle modalità espressive nel campo dell’arte, continuerà a rappresentare un riferimento fondamentale sia per la sensibilità interpretativa e la sconfinata libertà creativa che per la modalità di comunicazione rappresentativa e stilistica, che, infine, per la profondità del messaggio e di sentimento anche nel vissuto personale.
Inoltre, le sue intuizioni continueranno a parlare in futuro e a vivificarsi in relazione alle nuove situazioni che si determineranno lambendo con diversa inclinazione di luce interpretativa anche le sue opere. Opere che evocano il mistero che l’artista sembrava sfiorare mentre dipingeva con le sue mani febbrili, protese verso l’infinito.Maurizio Bernardelli Curuz ha curato dal 3 dicembre al 27 febbraio 2011 nelle sale del Piccolo e Grande Miglio nel Castello di Brescia un’ampia antologica dedicata al pittore, con la configurazione dei diversi periodi e un’analisi di tutto il lessico simbologico dell’artista.
Così Oscar continuerà ad esserci accanto.
Note al testo
1 –AURELIO GATTI (a cura di), Maurizio Bernardelli Curuz (saggio critico), Sara Zugni (ricerche e schede) Giovanni Quaresmini (Oscar Di Prata) “Gli artisti del Cantinone”. Rassegna rievocativa di un tempo di artisti e buongustai, Litografica La Cartotecnica, Provaglio d’Iseo, novembre 2006.
2 – MAURIZIO BERNARDELLI CURUZ, Novecento bresciano, Gli artisti del Cantinone, STILEbrescia inserto di STILE arte, anno X , n.103, novembre 2006.
3 – Lettera del preside ing. Bormioli in data 11 aprile 1928.
4 – Il Popolo di Brescia, 5 ottobre 1934.
5 – Il Popolo di Brescia, 6 gennaio 1935.
La commissione era composta da Aldo Carpi, direttore della reale accademia di Brera, Enrico Somarè, critico d’arte e Adolfo Mutti, pittore. Riunitasi in data 2 gennaio 1935, assegnava all’unanimità il premio Magnocavallo ad Oscar Di Prata.
Per un approfondimento del legato Magnocavallo consultare l’interessante contributo di Carlo Zani “L’Ateneo e la promozione dell’arte nella prima metà del Novecento” in “L’Ateneo di Brescia (1802-2002). Atti del convegno storico per il bicentenario di fondazione. Brescia, 6-7 dicembre 2002”, a cura di Sergio Onger, Brescia, Stamperia Fratelli Geroldi, 2004.
Il premio Magnocavallo, istituito da Alberto Magnocavallo per onorare la memoria del figlio Antonio caduto nel cielo di Albania, era assegnato in occasione di esposizioni pubbliche alla condizione che fossero aperte a tutti gli artisti bresciani, ovunque domiciliati, senza restrizione di genere o di scuola.
Il premio fu assegnato, a Edoardo Togni, nei primi due anni di istituzione, a Cesare Monti (1924), a Adolfo Mutti (1928), quindi, a Oscar Di Prata (1934) per “Fanciulle al Camposanto” ed, infine, a Matteo Pedrali (1940).
6 – Opere premiate nel concorso ai legati Magnocavallo e Bettoni-Cazzago, L’ARENGO, n. 1, gennaio 1935, XIII, pag. 59. Nella rivista a fianco della pubblicazione delle opere premiate si può leggere: “ A destra: Giuseppe Guarnieri, testa in bronzo (legato Bettoni-Cazzago). Oscar Di Prata: Fanciulle al camposanto (legato Magnocavallo). Sotto: Antonio Di Prata, In famiglia (legato Bettoni-Cazzago)”.
7 – MAURO CORRADINI (a cura di), Il dopoguerra e la stagione dei premi. Un’indagine in provincia di Brescia. Electa, Elemond Spa, Venezia, 1998.
8 – ARNALDO BONFADINI, Profana la “mostra d’arte sacra”, Brescia Notizie, maggio 1948, terza pagina.
9 – Nuovo Eco della Riviera (esce il mercoledì e il sabato), San Remo, anno XXXIV, 1949, n. 14, pagg. 1, 2.
10 – Natura morta (Premio San Remo), l’ora serena, 5 aprile 1949. Il periodico pubblica, in bianco e nero, una “Natura morta” del 1948 con la seguente didascalia: “Alla galleria artistica bresciana Di Prata espone, da oggi, le sue stupefacenti pitture”. Si tratta dell’opera con la quale Oscar Di Prata ha vinto il premio San Remo.
11 – Vi., Il premio di pittura Franciacorta. Arrivederci agli esclusi congratulazione agli eletti, Giornale di Brescia, 24 settembre 1950, pag. 3.
Le opere furono esposte al primo piano della scuola Ricchino di Rovato. Vi parteciparono settanta pittori con 180 dipinti. La giuria composta dai professori Vitali e Marchetti “venuti da Bergamo” e, quest’ultimo “in rappresentanza del professor Funi, direttore dell’Accademia di Carrara”, poi dallo “stimato ed anziano professor Calca e, assistente la giovane e sorridente professoressa Eoli, fresca dell’Accademia di Brera”.
12 – MARZIA RATTI (a cura di), Premio del Golfo 1949-1965, sedici anni di pittura e di critica in Italia. I. Le mostre di Lerici 1949-1952. Silvana Editoriale, Milano 1999. “La tela- osserva con acutezza Marzia Ratti- costituisce un documento significativo del progressivo passaggio dal naturalismo all’astrazione compiuto dall’autore proprio in quel lasso di tempo”.
13 – Premio Brescia 1953. Edizione Ente Provinciale del Turismo, Brescia. Tipografia Fratelli Geroldi.
14 – A Ghelfi e Di Prata il “Premio Brescia” 1953, L’ITALIA, 23 settembre 1953.
15 – Alessandro Orengo, Notiziario Fiera orceana, 1955. “Il Premio Orzinuovi di pittura è giunto alla seconda edizione: la seconda, auspichiamo, di una lunga serie, e fortunata. La prima svoltasi nel 1954, e onorata dalla partecipazione dell’avv. Piero Feroldi, raccolse un pregevole gruppo di opere, tra le quali vennero prescelte e premiate quelle di Vittorio Botticini, Oscar Di Prata, don Renato Laffranchi e Giacomo Olini”.
16 – Arte sacra in Val Seriana. Questi i vincitori del Premio “Ardesio”, Giornale del Popolo, Bergamo, 3 ottobre 1955, pag. 3.
17 – A Oscar Di Prata il Premio “Ardesio”, La Voce del Popolo, 8 ottobre 1955.
18 – http://www.premiosuzzara.it/museo/scheda_opera_pop. Pag.1. Autore: Oscar Di Prata. Titolo: “Attesa alla miniera”, 1957, tempera su tela, cm. 100X79; anno premio: Premio Suzzara, 1957”.
19 – Verbale conclusivo dei lavori della Giuria per l’assegnazione del premio nazionale d’arte “SANREMO-VETTA”, 3 aprile 1958.
20 – ELVIRA CASSA SALVI, Il quinto premio di pittura Bergamo ha voluto spalancare le porte a tutti, Giornale di Brescia, 22.8.1959.
21 – Mario Monteverdi, XIII Premio Suzzara, Appuntamento con il puledro, Corriere Lombardo, Milano, pag. 8.
22 – Di Prata: “premio Fattori”, Giornale di Brescia, 5 giugno 1965, pag. 5.
23 – A Oscar Di Prata il “Premio Fattori”, l’ora serena, giugno 1965, pag. 3.
24 – Lettera del sindaco di Brescia, luglio 1965.
25 – Premiato un bozzetto di Oscar Di Prata, Giornale di Brescia, 30 luglio 1965, pag. 5.
26 – “Arte italiana a New York, dal 26 febbraio al 4 marzo 1965”, opuscolo di presentazione della mostra. Nel catalogo, viene riprodotta una delle opere di Oscar Di Prata esposte alla mostra: “Figure con lampada”.
27 – Nuovamente premiato Oscar Di Prata, l’ora serena, n. 10 ottobre 1968. Il pittore Oscar Di Prata “è stato nuovamente premiato alla Rassegna Nazionale di Pittura tenutasi a Corciano di Perugia”. L’artista è “presente con un’opera di alto impegno anche all’VIII Biennale d’Arte Sacra contemporanea allestita nel salone d’onore del Palazzo delle esposizioni di Roma”.
28 – Selezione biografica, Oscar Di Prata, Valigia diplomatica, rassegna internazionale di arte e turismo, n. 116, anno XV, Milano, marzo 1970. L’artista figura come invitato alla prima Crociera aerea dei pittori italiani in Canada dal 14 giugno al 22 giugno 1970.
29 – L’OSSERVATORE ROMANO, Città del Vaticano, 1973. Inoltre, L’OSSERVATORE ROMANO, Città del Vaticano, del 14 ottobre 1977, a pag. 5 pubblicherà il dipinto “Scena della vita di S. Paolo (“Mostra d’Arte Moderna e Contemporanea su San Paolo, attualmente aperta nel braccio detto di Carlo Magno in Piazza S. Pietro”).
30 – Città del Vaticano, Giornale di Brescia, 26 ottobre 1977, pag. 3.
31 – “33.a Rassegna di Pittura del Comune di Vertova. Da Dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?” 18 dicembre 2004-6 gennaio 2005, Catalogo a cura di Beatrice Bellini, Tipografia Valeriana di Colzate Bergamo, dicembre 2004, pagg. 43, 51. Alla rassegna parteciparono un centinaio di pittori di cui 28 invitati. Negli anni precedenti il premio era stato vinto da Enrico Prometti (1972), Angelo Capelli (1973), Felice Filippini (1974), Luigi Scarpanti (1975), Candido Baggi (1976).
32 – Lettera, in data gennaio 1980, a firma del segretario Angelo Ortolani.
33- Pittura e grafica italiana, a cura di Mario Romanini, 12 artisti invitati dalla Pinacoteca d’Arte Moderna di Novosibirsk, 1995.
34 – FAUSTO LORENZI, Onori (militari) a Oscar Di Prata, Giornale di Brescia 31 maggio 1997.
35 – Premio del Rotary a Oscar Di Prata, Giornale di Brescia, 28 settembre 1997, pag. 7.
36 – PAOLO CORSINI, Biografie della città, Civitas, ricordo, memoria, Oscar Di Prata, Enrico Ragni, Grafo edizioni, Brescia, aprile 2003, pagg. 103-111.
37 – RAFFAELE DE GRADA, La pittura in Lombardia nel XX secolo, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, Milano, marzo 2001.
38 – LUCA QUARESMINI, Oscar Di Prata fra i pittori lombardi del XX secolo, La Voce del Popolo, N. 13, 30 marzo 2001.
39 – GIANNI QUARESMINI, Il “giorno” di Di Prata, Bresciaoggi, 31 marzo 2001, pag. 42.
40 – CORRIERE EVENTI inserto del CORRIERE DELLA SERA, in data 9 aprile 2001, in occasione dello svolgimento della mostra “La pittura in Lombardia nel XX secolo”, dal titolo: “Lombardia- La grande culla dell’arte” e articoli di Rossana Bossaglia (Crocevia d’Italia nel Novecento dai mille volti), Antonio Jacchia (Vigevano ha un sogno leonardesco), Alessandra Coppola (Vi racconto un secolo in 135 dipinti).
41 – ALBERTO CHIAPPANI, Di Prata presidente dell’Accademia, La Voce del Popolo, n. 37, 5 ottobre 2001, pag. 28.
42 – GIOVANNI QUARESMINI, Incantamento e memorie, La Compagnia della Stampa, Massetti Rodella Editori, Roccafranca, Brescia, aprile 2004,
43 – MAURO CORRADINI, Di Prata: il deserto e la rosa, Bresciaoggi, 1 maggio 2004.
44 – FAUSTO LORENZI, L’Oscar Di Prata visionario e dolente, Giornale di Brescia, 6 maggio 2004.
45 – GIOVANNI QUARESMINI, Il deserto e la rosa, Omaggio ad Oscar Di Prata, La Compagnia della Stampa, Massetti Rodella Editori, Roccafranca, Brescia, aprile 2004.
46 — “Egregio signor sindaco di Trenzano, è con piacere e gratitudine che desidero farla partecipe degli ottimi risultati in occasione dell’attivazione del servizio filatelico con annullo speciale del 4 maggio 2004, presso la sala delle esposizioni dell’oratorio di Trenzano. La cittadinanza ha apprezzato le proposte filateliche a tema e la manifestazione si è svolta in un clima vivace e sereno. Le bollature filateliche apposte sulle cartoline sono state oltre 1270. Un sentito ringraziamento all’assessore alla pubblica istruzione dr. Magrinello e al Dirigente Scolastico prof. Giovanni Quaresmini, grazie al quale si è potuto realizzare l’annullo filatelico e che per altro già collabora nel territorio di competenza per il “Progetto Filatelia e Scuola” accolto dagli studenti con entusiasmo e interesse”. (Dalla relazione inviata dal direttore di Filiale Lucio De Vecchi).
47 – Premio per Oscar Di Prata, Giornale di Brescia, 19 maggio 2005.
48 – GIANNI QUARESMINI, Di Prata, un premio alla “carriera”, Bresciaoggi, 21. 5. 2005.
49 – al. o., A Di Prata dal Lions Valtrompia il “Riconoscimento alla carriera”, Giornale di Brescia, 22. maggio 2005.
50 – Ad accogliere gli invitati gli alunni in costume medievale con la regia delle loro docenti Lorella Bertoli e Paola Martini, mentre nell’aula d’arte e immagine le lezioni proseguivano con saggi di creatività a cura della prof. Ines Merletti. L’attore Adolfo Micheletti della Compagnia teatrale “I Guitti” ha recitato alcune poesie tratte da “Versi smarriti” che il prof. G. Quaresmini ha dedicato all’amico Oscar.
Alla cerimonia, cui ha partecipato anche la moglie, signora Eros, e i famigliari, sono intervenuti il dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, prof. Giuseppe Colosio, il Presidente del Consiglio comunale di Brescia, Laura Castelletti, l’assessore provinciale al Volontariato e al Tempo Libero, dr. Sandro Sala, anche in rappresentanza del presidente Alberto Cavalli, il sindaco di Trenzano, rag. Carlo Paderno, il sindaco di Comezzano-Cizzago, Mario Pietta.
51 – Laboratorio d’arte intitolato a Di Prata, Giornale di Brescia, 16. 3. 2007.
52 – PAOLA GREGORIO, Il Comune “battezza” venti strade della città, Giornale di Brescia, 5. 4.2007.
53 – DIEGO SERINO, Ecco i nomi per la nuova Brescia, Bresciaoggi, 5. 4.2007.
54 – OSCAR DI PRATA per Brescia. Donazione 26 dipinti. Pubblicazione edita in occasione della mostra al Piccolo Miglio dal 6 ottobre al 21 ottobre con i dipinti donati alla città. I contributi sono di Eros Pesce di Prata, moglie dell’artista, Paolo Corsini, sindaco di Brescia, Alberto Folonari, Presidente Fondazione Cab, Agostino Mantovani, presidente Fondazione Brescia Musei, Mauro Corradini, Fausto Lorenzi e Giovanni Quaresmini con “Nel roseto dei ricordi. Ad Oscar maestro ed amico”. Tipografia Camuna, Brescia, Breno settembre 2007.
55 – FAUSTO LORENZI, Percorsi verso una Pinacoteca locale, Giornale di Brescia, 6 settembre 2007.
56 – FAUSTO LORENZI, Oscar Di Prata, 26 dipinti per la città, Giornale di Brescia, 4 ottobre 2007, pag. 41.
57 – FRANCESCO DE LEONARDIS, Oscar Di Prata regala alla città 26 dipinti, Bresciaoggi, 5 ottobre 2007, pag. 13.
58 – m. b. c. (Maurizio Bernardelli Curuz), Oscar Di Prata, autore da museo, Giornale di Brescia, 5 ottobre 2007, pag. 13.
59 – GIOVANNI QUARESMINI, “Sapeva conquistare con la sua spontaneità”, Bresciaoggi, Cultura Bresciana, 18 ottobre 2007, pag. 46.
60 – MAURO CORRADINI, I fantasmi travolti di Oscar di Prata, Bresciaoggi, Cultura Bresciana, 18 ottobre 2007, pag. 46.
61 – GIOVANNI QUARESMINI (a cura di), “Pietà per l’Uomo”. Omaggio a Oscar Di Prata. Santuario della Madonna dell’Avello di Cerezzata di Ome. Intese grafiche, Montichiari, agosto 2008.
62- FAUSTO LORENZI ( a cura di), “Oscar Di Prata 1910-2006. Opere da Collezioni Private”,catalogoper la mostra nella Sala Grande Biblioteca Treccani- Pinacoteca Pasinetti di Montichiari. Introduzioni di Alberto Cavalli, Riccardo Minini, Gianantonio Rosa, Elena Zanola e contributi di Fausto Lorenzi (Giudizio morale e consolazione nei colori di Oscar Di Prata), Giovanni Quaresmini (Emozione e memoria. Una vita per la pittura) e schede delle opere di Barbara D’Attoma; La Compagnia della Stampa Massetti Rodella Editori, Roccafranca, settembre 2008.
63- GIANNI QUARESMINI, L’universo pittorico di Oscar Di Prata, Bresciaoggi, 25 settembre 2008, pag. 49.
64- MAURO CORRADINI e FAUSTO LORENZI (a cura di), Catalogo per la mostra (“Dedicata a Eros Di Prata, moglie di Oscar, recentemente scomparsa”): Olves e Oscar Di Prata, due fratelli attraverso il Novecento, Chiari 19 aprile – 17 maggio 2009, Fondazione Morcelli-Repossi – Città di Chiari, Compagnia della Stampa Massetti Rodella editori, aprile 2009.
65- FAUSTO LORENZI, Oscar e Olves, fratelli d’arte e umanità, Giornale di Brescia, 19 aprile 2009, pag. 49.
66- Opere dei Di Prata alla Morcelli Repossi, Giornale di Brescia, 18 aprile 2009.
67- GIOVANNI QUARESMINI, Oscar e Olves Di Prata, l’arte morale, Bresciaoggi, 12 maggio 2009, pag. 39.
68- MILENA MONETA (Cenni biografici), GIOVANNI QUARESMINI (Oscar Di Prata, una vita per l’arte), “Oscar Di Prata nelle collezioni bresciane”, opuscolo per la presentazione della mostra allestita nell’auditorium della Bcc Agrobresciano di Ghedi dal 29 novembre al 20 dicembre 2009.
69- GIANNI QUARESMINI, Oscar Di Prata l’arte come anelito verso il trascendente, Bresciaoggi, 26 novembre 2009, pag. 38.
Oscar Di Prata – Biografia ragionata, le immagini e il percorso artistico
Oscar Di Prata (Brescia, 10 agosto 1910 - 5 gennaio 2006) con la pittura ha esplorato, attraverso un realismo dell’anima, la problematica condizione dell’uomo. Il suo intensissimo lavoro è germogliato sulla nobiltà dell’atto creativo, pensato e messo in atto come sensibile ricerca figurativa e cromatica che ha teso a trascendere la realtà di cui pur si alimentava. L’artista ha attraversato tutto il secolo scorso senza mai essere ostaggio di mode o di facili repliche di maniera, ma tracciando un suo percorso originale, rimasto inconfondibile fino agli ultimi giorni della sua vita.