Carrà futurista. Poi incontra Giotto e tutto cambia
Dopo aver cantato il dinamismo, Carrà è alla ricerca dell’ordine che dietro di esso si cela. Nel 1915 rompe definitivamente con il movimento di cui pure era stato un assoluto protagonista. Nel 1916 vive una parentesi neoprimitivista, nel corso della quale affronta, per usare le parole di Elena Pontiggia, “la questione del rapporto fra arte e originarietà, come tra la creatività artistica e lo stupore tipico dell’infanzia, ripensando al Doganiere Rousseau, ma anche ai ‘primitivi’ di ogni tempo”
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