Il pittore che amava la neve. Il candore nelle opere di Alfons Walde (1891-1958). Video

Compì studi regolari frequentando, infine, il corso di architettura alla Scuola Tecnica di Vienna. Contemporaneamente ha iniziato e perfezionato la formazione pittorica. Frequentò gli ambienti artistici di Gustav Klimt e Egon Schiele, ma i soggetti principali dei suoi dipinti - dopo un periodo nel quale risentì dell'influenza dei due grandi artisti - erano le montagne che circondavano Kitzbuehel
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Il Refettorio del Romanino – Il cibo sacralizzato nella sala da pranzo degli ospiti dell’abbazia di Rodengo

Il ciclo per il refettorio bresciano venne dipinto da Romanino attorno al 1530-1532, datazione intermedia tra gli affreschi al Castello del Buonconsiglio di Trento e la "cappella Sistina dei poveri" - come fu definita da Testori - a Santa Maria della Neve di Pisogne
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La famiglia di Vincent Van Gogh: lui, i genitori, i fratelli, la casa natale (1a puntata)

La famiglia di Van Gogh proviene dalla buona borghesia professionale olandese. E già segnalata nel Cinquecento e, nei secoli successivi, nei vari rami si distinguono, in particolar modo pastori protestanti, professionisti, intellettuali e persino uno scultore. Ma se dovessimo individuare la professione più ricorrente è quella legata alla cura delle anime. Ecco, sopra, la fotografia della casa in cui nacque Vincent Willem van Gogh il 30 Marzo 1853. Guardate la carrozza, che issa una bandiera, durante una celebrazione civile. La stanza in cui il piccolo van Gogh viene alla luce è proprio quella sotto la bandiera.
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Auguri, Stefano. Per te il canto celtico di Santo Stefano

Tra i suggestivi canti natalizi, figura anche la carola di Santo Stefano, una canzone di origine medievale che veniva cantata in Inghilterra, soprattutto nel giorno successivo a quello della celebrazione della nascita di Cristo. Con il sostantivo "carola", la cultura anglosassone identifica i canti natalizi. La carola è la forma più documentata di danza durante il Medioevo, nota già dal XII e XIII secolo nell'Europa occidentale in ambienti di corte e rurali.
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La Beata Panacea nell'arte. Uccisa con un fuso dalla matrigna. Una storia vera che precede Biancaneve

La vicenda di Panacea, fanciulla massacrata a colpi di fuso dall’orribile matrigna. Una sorta di anticipazione in chiave religiosa delle fiabe di Biancaneve e della Bella dormiente. Panacea, patrona delle filatrici, era invocata anche contro l'epilessia, le malattie degli animali domestici e gli incendi. Dalla Valsesia la sua fama si diffuse a largo raggio, nel resto del Piemonte e quindi a Milano, Roma e financo Vienna. Un’immagine di lei - un affresco staccato e collocato su pannello - si trova nel duomo di Biella, e per la precisione nella cappella di Santo Stefano. La beata è in ginocchio, in attesa rassegnata del colpo letale della matrigna, a lei sovrastante ed impugnante con la destra una conocchia. Un'altra conocchia è posta accanto alla giovinetta, mentre alcuni fusi, icasticamente raffigurati sospesi in aria a ricordare il martirio subito, arricchiscono la scena
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ll devastante senso di colpa in Picasso. Non ci credete? Eppure questo quadro racconta che…

Il dipinto mostra tre ballerini, dei quali il primo sulla destra a mala pena visibile. Si sta svolgendo una macabra danza: il ballerino a sinistra ha la testa piegata secondo un angolo impossibile. Il ballerino a destra è solitamente identificato con Ramon Pichot, amico di Picasso morto nel periodo in cui il pittore stava realizzando questo quadro. Quello sulla sinistra, invece, si ritiene essere la moglie di Pichot, Germaine Gargallo; infine il ballerino centrale è identificato con Carlos Casagemas, amico pure lui di Picasso, nonché amante di Germaine
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Jingle Bells – Lo sai che è nata come canzone erotica in osteria? La traduzione. La chiave massonica

Jingle Bells, una delle canzoni natalizie più conosciute e cantate al mondo, in realtà non era originariamente un canto di Natale, ma una composizione sull'inverno, con doppi sensi erotici, dedicata alle gioie di un uomo e di una donna su una slitta trainata da un cavallo. La parola Natale non appare mai nel testo.  Il canto fu scritto da un compositore americano minore, James Lord Pierpoint (Boston, 1822 – Winter Haven, 1893) e pubblicata nell'autunno 1857 con il titolo One Horse Open Sleigh. Nel corso degli anni, Jingle Bells ha assunto una pura connotazione natalizia - poichè è stata idealmente collegata alla carrozza di babbo Natale, che risuona di campanellini - ed è stata cantata e registrata da numerosi artisti tra cui Louis Armstrong, i Beatles, Frank Sinatra, Luciano Pavarotti e altri cantanti e band che hanno creato numerose versioni alternative. L'autore, semi-sconosciuto, si rivela grandissimo poichè prepara un testo mutevole sul ritmo della cavalcata. Un testo in grado di essere grandemente puro - al punto da essere adottato quasi fosse una carola natalizia - e al tempo stesso vitalisticamente erotico
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La potenza della luce sulle tenebre. Il Vangelo di Giovanni irradia le tele

Questa immagine rievoca la locuzione presente nel Credo: "Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, dalla stessa sostanza del Padre". Il Bambino che nasce a Betlemme è Egli stesso divinità, lumen de lumine, gloria del Padre. La luce è venuta nel mondo, come proclama il Vangelo di Giovanni (Gv 3,19), ed è questa l'idea fondamentale che il pittore pone al centro della realizzazione fisica-semantica di un dipinto assolutamente unico il quale esprime al più alto grado tale Verità
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Una scultura che suona. E sentite che meraviglia. Sembra la musica di Babbo Natale

Una musica ritmica, magica, che sembra riprodurre i suoni che uniscono il mondo sublunare a quello spirituale, attraverso un ritmo di danza e il canto di diversi strumenti di cui riproduce il suono. E' la Marble Machine, una serinette, cioè una variante di un piccolo organo chiuso in una scatola e azionato attraverso una manovella. La Marble machini è stato realizzato da Wintergatan, un gruppo musicale folktronica svedese di Göteborg. Due membri, Martin Molin e Marcus Sjöberg, facevano precedentemente parte del trio elettro folk Detektivbyrån. Un gruppo formato polistrumentisti, che esegue i brani con diversi strumenti musicali, molti dei quali rari o autocostruiti.
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Meraviglioso. La neve nella storia del cinema. Romantica, drammatica. Il video

Il paesaggio trasfigurato, le percezioni sensoriali mutate, il freddo degli esterni, il caldo degli interni; i suoni d'ovatta; il desiderio di abbracciarsi forte, sotto un piumone, occupando, con i nostri corpi, ogni angolo del mondo. La neve ha destato stupore in ogni epoca; ma ci furono tempi in cui, era vista come una sorta di dannazione del cielo. Per le culture dominanti era uno splendido diversivo. Per i lavoratori o i soldati un imprevisto negativo. Le prime immagini intense della gioia della neve vengono direttamente da Brueghel, dal Cinquecento, e dai fiamminghi. Ricordate tutti? I cacciatori che tornano al paese, il maiale della trattoria, i merli e gli uccelli in volo, adulti e bambini che giocano gioiosamente su una spianata di ghiaccio, indossando i pattini. Quella di Brueghel è certamente un'allegoria stagionale, quella dell'inverno, ma il pittore non si lasciò sfuggire il lato ludico e festoso della bianca coltre. Per i poeti petrarcheschi, il candore della neve era quello della donna amata e della sua pelle. Come Bianca neve... Biancaneve. Tutta la poesia o il tormento dei fiocchi, dei campi grigio-azzurri. Il vento tormentoso o la gioia di scoprirsi in due, isolati dalla realtà
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