Antonella Giapponesi Tarenghi –

Antonella Giapponesi Tarenghi segue un percorso formativo che parte dalla figurazione moderna, che molto spesso si lega ai temi dell'universo femminile alla ricerca di una nuova identità, per approdare ad un astrattismo geometrico e lirico, in cui si uniscono la poesia visiva, i calligrammi e le lettere, che assumono un carattere semantico e formale di natura post-futurista
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Jacopo Mattia Fontana

Il giovane artista ha già realizzato una propria linea di sculture con la sinergia d’ingranaggi in plexiglass e una propria linea di accessorising “Gearing”ed una serie di Restyling per privati con Decorazioni d’Interni. Nonostante le novità del settore, il progettista mantiene il suo “cuore di bambino” e non abbandona la semplicità e manualità del mestiere , utilizzando il primo strumento fondamentale: “ La mano che dirige la matita”
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Juan Eugenio Ochoa

Il finalista del premio Nocivelli 2014: "Il mio lavoro artistico verte su un processo di creazione molto tradizionale: i lavori nascono strato per strato, passata su passata rispettando i principi tradizionali della pittura ad olio. Tuttavia, nella mia ricerca artistica, la pittura diventa il soggetto primo di se stessa; cosi che il supporto, il colore, e gli strumenti non rappresentano soltanto elementi fondamentali della tecnica pittorica, ma diventano i mezzi attraverso i quali il pensiero e l’azione concettuale possono essere rappresentati".
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Come si dipinge un nudo, il colore dell’incarnato. Tutorial

Dalla preparazione di un tracciato sommario, realizzato con terra bruna, direttamente sul supporto, allo sviluppo degli accordi cromatici della pelle - che risultano sempre, per il pittore, particolarmente complessi - al rapporto tra luci e ombre sul nudo. Nel video potremo vedere anche l'opera di rifilo della silhouette attraverso l'uso del colore del fondale. Una procedura utilizzata per le finiture del ritratto
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Germaine Richier, la figura umana divorata dal mondo

Dal 1945 al 1959, anno della sua scomparsa, Germaine Richier completa un intenso cammino muovendo da un’analisi espressionista delle figure, come ne L’Uomo foresta, grande (1945-46), L’Orco (1949), L’Uragana (1948-49), che testimoniano di un’avvenuta osmosi tra uomo e natura, ad una composizione più ascetica ma affascinata dalla rappresentazione della deformità (Il Diavolo, 1950, La Coppia, La Formica, 1953), metafora dell’impatto brutale tra le creature viventi e l’ambiente che le circonda
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