David Hockney dimostra che lenti e specchi furono alla base dello stupefacente realismo della pittura occidentale. Tutto partì dal ’400. Anche i grandi maestri utilizzavano la camera ottica per riprodurre fedelmente e con effetti illusionistici la realtà
Stile Arte
Coerenza e rigore dell’ultimo de Chirico, che nei quadri dipinti poco prima della morte ribadisce la fedeltà alle proprie scelte in un contesto rinnovato di straordinaria originalità. Nostra intervista a Vittorio Sgarbi
Bambini poveri, personaggi dickensiani Il paternalismo della borghesia si incarnò dolcemente nelle opere di genere degli Induno, che ebbero subito uno straordinario successo. I segreti della loro pittura raccontati da Sergio Rebora
Marco Goldin, ideatore e curatore della mostra veneta, percorre con Stile gli anni della crisi dell’Impressionismo e della nascita della pittura moderna, basta su una rinnovata, trascinante e trasgressiva forza dell’Io. Alti contenuti espositivi
“Masaccio? Il più grande pittore toscano di sempre” sostiene Luciano Bellosi. “Ma non dimentichiamo che dietro la ‘Trinità’ ci sono le idee rivoluzionarie sulla prospettiva artificiale e le geniali invenzioni dell’architetto della cupola di Santa Maria del Fiore”
A Torino un’ampia selezione del genere fra Rousseau e Ligabue. Il punto di incontro tra l’arte popolare e il capace serbatoio delle avanguardie
Andrea Appiani, vigoroso ed elegante cantore neoclassico, dipinse anche soggetti religiosi. Lo studio di un inedito emerso di recente da una collezione privata
La collezione dei mantovani dispersa dai lanzichenecchi torna a Palazzo Ducale. Quadri e oggetti, com'erano collocati nel '600, in una grande mostra dopo l'inseguimento di ventimila pezzi smarriti. Ne abbiamo parlato con Raffaella Morselli
Così, nel Cinquecento, si definivano i Paesi Bassi. Una mostra a Milano, nelle sale di Palazzo Reale, ricostruisce i legami tra artisti olandesi e fiamminghi e la committenza lombarda. Originalità e stereotipi degli “inventori della luce”
Una mostra di disegni prestati dal Louvre conferma la teoria di una peculiarità dell'arte nella città felsinea del XVI secolo, sviluppata attraverso due polarità espressive antitetiche ma coesistenti