Una pietra istoriata con motivi geometrici, – che dovrebbe risalire al V-VI secolo – è stata trovata sotto le zolle di un campo agricolo ad Aberlemno vicino a Forfar, un comprensorio già noto per le vestigia dei Pitti e per una straordinaria collezione di pietre erette uniche.
Aberlemno è un villaggio di circa 500 abitanti della Scozia centro-orientale, nella contea del Forfarshire e situato lungo il corso del fiume Lemno.
Gli archeologi dell’Università di Aberdeen – dopo aver osservato alcune anomalie morfologiche, in un campo – sono intervenuti con uno scavo che ha permesso il recupero del blocco monumentale, letto e contestualizzato tra resti di un edificio antico, in cui era conservato. Il ritrovamento è avvenuto in un luogo non lontano dal campo di battaglia di Nechtansmere, scontro armato del VII secolo, che si concluse con la vittoria del sovrano dei Pitti, re Bridei Mac Bili, sull’anglosassone Ecgfrith. Una vittoria che fermò l’espansione dei regni anglosassoni a nord.
Le pietre pitte sono stele monumentali presenti in Scozia, in buona parte a nord della linea Clyde-Forth. L’aggettivo pitte non si riferisce al fatto che le pietre fossero dipinte, ma perchè sono legate all’antico popolo dei Pitti, gente del nord i cui antenati avevano posto una fiera opposizione all’invasione romana. La cultura di cui sono espressione è evidentemente celtica.
Il popolo dei Pitti fu chiamato così forse in seguito alla romanizzazione del loro nome che probabilmente deriva da una matrice presente nel gaelico – peicta – o nel gallese – peith – e che rinvia al termine “combattente”. Non è escluso che i Romani abbiano interpretato quel suono come Picti – cioè pitturati -. anche perchè non è improbabile che questi popoli si presentassero, alle battaglie, con i colori di guerra sulla pelle.
La pietra sembra essere finemente scolpita con i classici simboli astratti dei Pitti, inclusi tripli ovali, e figure stilizzate che a noi ricordano un pettine e uno specchio, una mezzaluna e un’asta a V e doppi dischi.
La pietra appena portata alla luce è stata trovata sulla pavimentazione di un “enorme” edificio – che era scomparso – risalente all’XI o XII secolo. Non è escluso che la pietra, prodotta dagli antenati, fosse stata trasportata nell’edificio stesso, come simbolo identitario. Ora inizia l’opera di studio in laboratorio.