Porta a spasso un ippopotamo nel Parco archeologico di Pompei

Il sito archeologico è un luogo di incontro e di confronto fra le culture del Mediterraneo. L'ippopotamo rinvia ai rapporti della città e dell'Impero romano con l'Africa.

Non era un turista dandy, quello che nelle scorse ore è stato visto a Pompei con un gigantesco ippopotamo, ma un esperto di animali che stava conducendo il gigantesco quadrupede sul set di un film, in corso di produzione nel Parco archeologico, nell’ambito del programma di arte contemporanea “Pompeii Commitment. Materie archeologiche” inaugurato nel 2020, ed entrato nel vivo in questi giorni con le riprese di Wael Shawky per l’opera “I am Hymns of the New Temples”.

L’opera è un film ideato appositamente per Pompei che ha come obiettivo raccontare il sito archeologico quale luogo di incontro e di confronto fra le culture del Mediterraneo. L’ippopotamo rinvia ai rapporti della città e dell’Impero romano con l’Africa.

Il progetto di commissione e produzione dell’opera è vincitore del Piano per l’Arte Contemporanea 2020 (PAC 2020) promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. L’opera entrerà a far parte della collezione di arte contemporanea del Parco Archeologico di Pompei.

Wael Shawky nell’attuale panorama dell’arte contemporanea è uno dei rappresentanti delle ricerche artistiche dell’area nord-africana e medio-orientale, narratore di processi di cambiamento e stati conoscitivi sospesi fra documentabile e immaginabile, che esplora i modi in cui è stata scritta e continua a venire raccontata la Storia. I suoi racconti sovrappongono realtà e finzione, attraversano tempo e spazio per evocare nuove e più libere interpretazioni e associazioni che attivino la nostra partecipazione e comprensione critica della Storia.

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz