A distanza di sessant’anni dalle ultime indagini, il 4 luglio ha preso avvio una nuova campagna di scavi nell’importante sito archeologico di Fiumana. Lo comunica l’ente municipale di Predappio, comune di 6.231 abitanti della provincia di Forlì-Cesena in Emilia-Romagna.
Gli scavi, per i quali è stata rilasciata concessione triennale da parte del Ministero della Cultura, sono diretti dal prof. Riccardo Villicich dell’Università di Parma, affiancato dalla professoressa Alessia Morigi, con la quale condivide la responsabilità scientifica, e da un’équipe composta da studenti dell’Ateneo parmense e da archeologi specializzati. Le ricerche archeologiche hanno potuto prendere avvio grazie alla fattiva collaborazione fra Comune di Predappio, rappresentato dal Sindaco Roberto Canali, promotore del progetto, la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, nella figura del Funzionario archeologo incaricato dottoressa Romina Pirraglia, e l’Università di Parma. Un Protocollo d’Intesa fra Comune di Predappio e Ateneo parmense fa da cornice a questa collaborazione fra Enti, che ci si auspica foriera di grandi risultati, sul piano scientifico e su quello dello sviluppo del patrimonio culturale del territorio di Predappio.
Già dalla fine dell’800, nell’area si segnalarono rinvenimenti archeologici sporadici, inquadrabili fra l’Eneolitico e l’età romana. Altri rinvenimenti a seguito di lavori agricoli si datano al 1956. Fra questi, spicca un’interessantissima base di statua in bronzo circolare, modanata.
Nel 1960 venne effettuata una prima campagna di scavo diretta da Giovanna Bermond Montanari per l’allora Soprintendenza alle Antichità dell’Emilia e della Romagna, che portò alla scoperta di ambienti di età romana, con vasche per la produzione del vino e un’infilata di dolii infossati, riferibili alla pars fructuaria di una villa urbano-rustica. Il rinvenimento di frammenti di lastre di marmo decorate, di alta qualità, conferma il prestigio della villa e l’importanza del proprietario.
Nel 1962, la stessa Bermond intraprese una seconda campagna di scavo, effettuando un saggio in un terreno adiacente, a sud est del saggio del 1960, dove venne portato in luce un vasto ambiente quadrilobato, con angoli caratterizzati da nicchie semicircolari, riferibile, con tutta probabilità, ad una riqualificazione del complesso in età tardoantica.
Il quadro che emerge dalle ricerche pregresse è quello di un sito di grande interesse, caratterizzato da un insediamento pluristratificato, dall’eneolitico fino al tardo antico, distribuito in un’area molto estesa lungo le ampie terrazze sulla sponda sinistra del fiume Rabbi.
L’obiettivo della ricerca va oltre l’acquisizione di dati per la ricostruzione della storia di Forlì e del suo territorio nell’antichità: lo scavo di Fiumana potrebbe fornire, più in generale, nuove e vitali informazioni per la conoscenza del sistema delle ville dell’Italia settentrionale, in età romana e tardo romana.