Quando il sorriso è un effetto speciale. Perchè fu così difficile realizzarlo? Mantegna

Lo sforzo maggiore per la pittura del primo Rinascimento - già peraltro affrontato, con scarsi esiti, dagli allievi di Giotto - fu rendere i moti dell'anima, le emozioni, i caratteri delle persone dipinte. Mentre, infatti la scultura gotica, contando anche sulla possibilità di calchi dal vero, poteva rendere gli effetti lancinanti del dolore, il mutamento di un volto che grida, l'angelicità di un sorriso, il movimento raffrenato di una persona che parla, la pittura si trovò in difficoltà poichè le espressioni richiedono un lavoro sulla tridimensionalità dell'immagine. Il riso e il sorriso, soprattutto, costituirono un notevole problema anche per Leonardo, in quanto queste espressioni modificano notevolmente l'assestamento delle strutture muscolari del volto

Lo sforzo maggiore per la pittura del primo Rinascimento – già peraltro affrontato, con scarsi esiti, dagli allievi di Giotto – fu rendere i moti dell’anima, le emozioni, i caratteri delle persone dipinte. Mentre, infatti la scultura gotica, contando anche sulla possibilità di calchi dal vero, poteva rendere gli effetti lancinanti del dolore, il mutamento di un volto che grida, l’angelicità di un sorriso, il movimento raffrenato di una persona che parla, la pittura si trovò in difficoltà poichè le espressioni richiedono un lavoro sulla tridimensionalità dell’immagine. Il riso e il sorriso, soprattutto, costituirono un notevole problema anche per Leonardo, in quanto queste espressioni modificano notevolmente l’assestamento delle strutture muscolari del volto. La sfida implicita era quella di mostrare un personaggio ridere o sorridere – specie nel ritratto e non nella pittura di storia – in modo che risultasse riconoscibile. Mantegna lavorò sul sorriso candido di un uomo di colore, con un risultato discreto. E diciamo discreto perchè egli si trova a raffrenare quel sorriso, prima che diventi qualcosa di grottesco. E l’immagine diviene rigida. Anche la rappresentazione di personaggi africani diviene un banco di prova per gli artisti del Quattrocento e del primo Cinquecento

[“U]n po’ a sorpresa” annota Pellegrino dalle pagine dell’accattivante Geografia e viaggi immaginari (Electa, Dizionari dell’Arte),  “si registrano negli artisti una curiosità e un compiacimento estetico davvero forti nel rappresentare le figure di neri”. Si tratta di “una sfida intrigante per i pittori rinascimentali più rigorosi”, per i quali ritrarre il volto di un uomo o di una donna di colore “diventa un esercizio di stile prima che una curiosità etnografica, prova che tocca gli aspetti disegnativi e quelli cromatici”.

Spesso prevale la finalità, per così dire, decorativa. Pensiamo al personaggio dipinto da Andrea Mantegna nell’oculo della Camera degli Sposi di Palazzo Ducale a Mantova. Il contrasto chiaro-scuro tra la pelle bruna ed il sorriso smagliante determina un “effetto speciale” che sarà molto frequentato in seguito in pittura. Aspetti cromatici a parte, la presenza di neri in un’opera costituisce un arricchimento del soggetto, fonte di interesse e di meraviglia per il fruitore. (e.g.)
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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa