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Un’Assunzione con otto apostoloiappena. E’ questa la causa dei dissapori nati tra un ancor giovane Mantegna e Imperatrice Capodilista, la vedova di Antonio Biagio degli Ovetari, committente dell’opera situata dietro l’altare maggiore della famiglia, nella chiesa degli Eremitani di Padova. Il dipinto, iniziato a quattro mani dall’artista con Niccolò Pizzolo nel 1449, e continuato in solitudine a partire dal 1453, in seguito alla morte di quest’ultimo ( a cui vanno ascritti alcuni angeli nella parte superiore dell’affresco) sarà concluso nel 1455. Non così le liti, che proseguirono fino al 1457.
In questi anni, tra i detrattori di Andrea ci sarà pure Francesco Squarcione, l’ex maestro di bottega al quale il pittore era rimasto legato anche dopo la separazione professionale. Nonostante la giovane età di Mantegna è già possibile individuare alcune di quelle idee che con il tempo caratterizzeranno il suo modo di lavorare, a partire dalla grande attenzione posta alla cura delle proporzioni e all’armonia dell’insieme rispetto, invece, all’accuratezza della ricostruzione storica, messa in secondo piano, seppure mai trascurata. E’ infatti singolare vedere come, in un’epoca in cui si vuole assicurare una rappresentazione il più possibile vicina alla realtà delle vicende descritte dalle Sacre Scritture, Mantegna, per mantenere le giuste dimensioni, rifiuti l’inserimento di alcune figure storicamente rilevanti. Ad ogni modo, se non dovesse bastare l’armonia dell’opera per convincere i più critici della correttezza di questa scelta stilistica, ci accorrono le parole di Pietro da Milano arbitro della contesa, che dà ragione al Maestro, affermando che l’aggiunta degli apostoli mancanti avrebbe compromesso il risultato dell’insieme.
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http://www.stilearte.it/tredici-apostoli-allultima-cena-piu-gesu-perche-in-alcuni-affreschi-i-conti-non-tornano/
Quando Mantegna, giovane e testardo, ridusse a otto il numero degli apostoli
E’ infatti singolare vedere come, in un’epoca in cui si vuole assicurare una rappresentazione il più possibile vicina alla realtà delle vicende descritte dalle Sacre Scritture, Mantegna, per mantenere le giuste dimensioni, rifiuti l’inserimento di alcune figure storicamente rilevanti