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Recuperata da una tomba di 500 anni fa e studiata una tunica di investitura. Era nei pressi di una grotta


Una tunica del potere appartenente a un dignitario territorialmente periferico del regime Inca è stata recuperata da una tomba nel nord del Cile. Il reperto dovrebbe avere circa 500 anni. L’abito che indicava l’investitura da parte del potere centrale si chiamava unku. E del resto anche il nostro sostantivo “investitura” doveva essere semanticamente collegato alla concessione, da parte del sovrano, di abiti o corazze con insegne.

Gli Unku erano realizzati secondo specifiche norme dettate dalle autorità imperiali, ha affermato il membro del team Jeffrey Splitstoser della George Washington University. Questo unku, tuttavia, ha anche caratteristiche uniche della regione provinciale in cui è stato trovato, a centinaia di miglia a sud di Cusco, la capitale Inca. “Rappresenta uno studio di un raro esempio di tunica Inca unku trovata nel corso di uno scavo archeologico, il cui contesto e le cui caratteristiche tecniche stanno fornendo una comprensione senza precedenti dell’influenza imperiale Inca nelle province”, ha spiegato Splitstoser.

Lo studio – firmato da Jacqueline Correa-Lau, Carolina Aguero, Jeffrey Splitstoser, Ester Echenique, Tracy Martens, Calogero M. Santoro – è pubblicato in questi giorni su Journal Plos

Caleta Vítor, il luogo in cui la tunica è stata trovata,  è una piccola insenatura nella regione di Arica e Parinacota , nel nord del Cile . Si trova all’imbocco dell’omonimo burrone.

Fino al 2003 la spiaggia era vigilata dalla Marina cilena , che per ragioni strategiche vi teneva un distaccamento di Fanteria Marina. All’estremità meridionale della spiaggia si trova una grotta con pittogrammi e pitture rupestri che rappresentano animali dai toni rossastri. E’ in questa località che è stata portata alla luce la tomba del dignitario con unku.

“L’Inka unku era un indumento maschile realizzato da tessitori esperti, le cui conoscenze, tecniche e abilità erano apprezzate e approvate dallo stato che implementava i programmi tessili, come si evince dal loro alto grado di standardizzazione. – spiegano gli autori dello studio. Le principali organizzazioni politiche, economiche e sociali di omogeneizzazione, come lo Stato Inca, stabilirono elementi morfologici, tecnologici e stilistici socialmente riconosciuti che dovevano essere considerati dai tessitori. Questi specialisti non potevano ignorare il fatto che i loro prodotti erano destinati a trasmettere potere, prestigio, status o servire come insegne territoriali dello stato, affidate a dignitari”