Recuperati ora nel mare della Sicilia 15 elmi romani, 2 rostri, 20 paragnatidi, una spada e 100 monete di bronzo e d’argento

L'operazione archeologica ha permesso in questi giorni l'individuazione e il recupero di numerosi reperti riguardanti l'importante battaglia svoltasi il 10 marzo del 241 a.C. Il ritrovamento dei rostri utilizzati per devastare le navi nemiche o favorire gli arrembaggi. Spaventosi i resti dello scontro


Nuovi ritrovamenti archeologici nei fondali di Levanzo (Trapani), sito della Battaglia delle Egadi. Lo comunica la Soprintendenza del Mare.

“La campagna di ricerche che si sta svolgendo in questi giorni ha consentito il recupero di due rostri in bronzo denominati “Egadi 26” e “Egadi 27”. – sostiene la siciliana Soprintendenza del Mare – Sono stati individuati su un fondale di circa 80 metri e recuperati con l’ausilio della nave da ricerca “Hercules” della fondazione statunitense RPM Nautical Foundation che negli anni ha permesso, grazie alle sofisticate strumentazioni presenti a bordo, l’individuazione e il recupero di numerosi reperti riguardanti l’importante battaglia svoltasi il 10 marzo del 241 a.C.
In particolare, in quest’ultima campagna, i subacquei hanno recuperato 15 elmi del tipo Montefortino, 20 paragnatidi (le protezioni per le guance e il viso dei soldati a corredo degli elmi), una spada, un centinaio di monete in bronzo e, per la prima volta in oltre vent’anni di ricerche, 7 monete in argento”

Tutti i reperti sono stati trasferiti presso il laboratorio di primo intervento allestito presso l’ex Stabilimento Florio di Favignana e sono già al vaglio degli archeologi della Soprintendenza del Mare. Le attività di ricerca nel tratto di mare tra Levanzo e Favignana sono condotte da un team formato dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, dalla statunitense RPM Nautical Foundation e dalla SDSS: The Society for Documentation of Submerged Sites.
«I fondali delle Egadi – dichiara l’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato – si confermano ancora una volta uno scrigno prezioso di informazioni per comprendere lo scontro navale tra romani e cartaginesi. La scoperta di Sebastiano Tusa continua ancora oggi a ricevere conferme sempre più importanti, avvalorando l’intuizione dell’archeologo prematuramente scomparso nel 2019 che aveva consentito l’individuazione del teatro della battaglia che sancì il dominio dei Romani sul Mediterraneo».

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Sono 26 i rostri ritrovati a partire dai primi anni del Duemila. Micidiali armi di distruzione che, applicati sulla prua delle navi da guerra, consentivano lo speronamento delle navi nemiche e il conseguente affondamento. Negli ultimi 20 anni sono stati individuati anche 30 elmi del tipo Montefortino, appartenuti ai soldati romani, 2 spade, alcune monete e un considerevole numero di anfore. La Battaglia delle Egadi segnò la fine alla prima guerra punica con lo scontro tra la flotta cartaginese e quella romana, a nord-ovest dell’isola di Levanzo.

Da alcuni anni, alle ricerche puramente strumentali condotte in collaborazione con la RPM, sono state affiancate le ricerche con l’impiego dei subacquei altofondalisti della SDSS che hanno consentito, grazie alla specializzazione nelle ricerche in acque profonde, l’individuazione e il recupero di importanti reperti.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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