Le immagini di questa pagina sono state scattate dal Comune di Sesto Fiorentino
È stata riaperta nei giorni scorsi la Tomba della Montagnola, dopo un periodo di chiusura dovuta in parte alla situazione pandemica e in parte ai lavori di monitoraggio della stabilità del sito archeologico.
Hanno preso parte all’apertura oltre 50 persone sia durante le visite guidate che all’osservazione notturna del cielo con la partecipazione della Società Astronomica Fiorentina.
L’apertura della tomba, di proprietà dello Stato, è stata possibile grazie alla collaborazione del Comune con la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e paesaggio, Pro Loco di Sesto Fiorentino e a La Racchetta Onlus sez. Sesto Fiorentino .
Tomba della Montagnola
Gli Etruschi, come testimoniano le numerose scoperte degli ultimi 60 anni, erano presenti in forma organizzata e sistematica fino dall’inizio di questa civiltà, il cosiddetto periodo orientalizzante (VII – VI secolo a.C.), nel territorio sestese, come testimoniano le tombe di Quinto (La Montagnola, La Mula e Villa Torrigiani), i numerosi reperti ritrovati in questi ultimi decenni e la necropoli villanoviana di Palastreto.
Il territorio a nord dell’Arno, quindi, fin dall’inizio dell’epoca etrusca era ben presidiato da insediamenti umani con a capo ricche e potenti famiglie principesche da Comeana e Carmignano, passando per Gonfienti (la città etrusca trovata tra Campi Bisenzio e Prato), fino a Quinto per giungere alla città di Fiesole. Le famiglie di principi etruschi traevano la loro ricchezza dal controllo delle strade ( le vie di comunicazione tra l’Etruria tirrenica e l’Etruria Padana) e dall’agricoltura del fertile territorio della Piana fiorentina, già soggetto a bonifica, come dimostra la successiva “centuriazione” romana che qui segue la precedente divisione etrusca divergendo da quella più recente intorno alla nuova città romana di Florentia. La Tomba della Montagnola rappresenta uno dei monumenti funerari etruschi più importanti dell’Italia centrale. Al suo ottimo stato di conservazione si aggiunge una grandiosità dimensionale ed una ricchezza di apparato decorativo (affreschi e graffiti) che poche strutture ad oggi mantengono inalterati nel corso del tempo. Fu scoperta nel 1959 e si ricollega a una serie di tombe etrusche gentilizie abbastanza diffuse nella zona del medio corso dell’Arno, detta appunto Etruria delle Tholoi.
È costituita da un dromos esterno scoperto e da uno interno coperto da un tumulo di circa 70 metri di diametro, tra i più grandiosi dell’Etruria settentrionale, che porta a un vestibolo a pianta rettangolare che è affiancato da due cellette laterali, una per lato.