Riapre al pubblico la villa imperiale romana di Pompei. La ricchezza, i dipinti

A Pompei, dal primo agosto, riapre la Villa Imperiale. La villa, così chiamata per lo splendore delle sue pitture, è una vasta residenza costruita a ridosso delle mura e scenograficamente disposta su terrazze a più livelli digradanti verso il mare. Le sale erano decorate con bellissimi affreschi e pavimenti in marmo a motivi geometrici, di cui rimane solo la traccia che le lastre hanno lasciato sulla preparazione.

La Villa è stata costruita nel corso del I secolo d.C. e fu distrutta dal terremoto del 62 d.C.; al momento dell’eruzione era in fase di smantellamento.

La ricca dimora presenta allestimenti che permettono un’esperienza immersiva nella vita quotidiana dell’antichità.

È infatti riallestito il cubicolo, la stanza da letto, con tutto il suo arredamento: il letto, panche, candelabri, lucerne, tavoli e cassette per i documenti. Il grande triclinio presenta i letti su cui si mangiava semisdraiati, i tavolini e il ricco vasellame, sia in bronzo che in vetro e ceramica, utilizzato per i banchetti.

Inoltre, nella villa saranno esposti tre calchi precedentemente visibili all’Antiquarium, che da domani chiuderà per lavori di manutenzione straordinaria e riallestimento di alcune sale espositive.

La Villa Imperiale di Pompei

La Villa Imperiale è una villa suburbana di epoca romana, situata immediatamente fuori le mura di Pompei, nei pressi di Porta Marina. È adiacente al Tempio di Venere e si trova nella parte occidentale degli scavi archeologici. Questo complesso residenziale, sebbene non si possa confermare con certezza che appartenesse effettivamente all’impero, rappresenta un notevole esempio di architettura e decorazione romana.

Storia

La costruzione della Villa Imperiale risale all’ultimo decennio del I secolo a.C., realizzata inizialmente in modo abusivo. La villa subì gravi danni a causa del terremoto di Pompei del 62 d.C. Successivamente, l’edificio fu completamente ristrutturato. Tuttavia, intorno al 73 o 74 d.C., la villa fu riacquistata dal demanio, parzialmente distrutta e trasformata in magazzini e granai per la città. La villa fu oggetto di scavi già in epoca borbonica, ma fu riscoperta nel 1943 a seguito dei bombardamenti dell’antiquarium, che sorgeva proprio sopra di essa. Gli scavi sistematici ripresero nel 1947 sotto la direzione di Amedeo Maiuri.

Descrizione

La Villa Imperiale, di notevoli dimensioni, è un eccezionale esempio di pittura pompeiana, sia nel terzo che nel quarto stile. Originariamente strutturata su due piani, oggi ne rimangono il portico, il triclinio, una diaeta, un oecus e parte del peristilio.

L’Oecus

L’oecus, di forma rettangolare, è una sala di ricevimento che misura otto metri in altezza, sette in lunghezza e sei in larghezza. È decorato in terzo stile nella parte bassa e in quarto stile nella parte alta e nella volta, probabilmente ristrutturata dopo il terremoto del 62 d.C.

Il pavimento, rimosso nel XVIII secolo, era probabilmente in marmo esagonale, come suggeriscono le impronte rimaste. Le pareti presentano uno zoccolo in rosso porfido, una striscia nera e una zona centrale con affreschi a tema mitologico, divisi da colonne decorate con putti e psiche. Le scene mitologiche raffigurano Dedalo e Icaro, Teseo e il Minotauro, e Teseo che abbandona Arianna a Nasso. La parte superiore dell’oecus, in quarto stile, ha un fondo nero con raffigurazioni dionisiache. Sei pinakes decorano le pareti, raffiguranti poeti come Saffo e Alceo.

La diaeta

La diaeta – termine latino che designa un ambiente di soggiorno delle case romane, con notevoli caratteristiche di qualità, collocazione e decorazione. -presenta uno zoccolo decorato con motivi geometrici, seguito da un pannello bianco con elementi architettonici come pyrgotoi e thymiateria. La parte superiore, anch’essa bianca, è adornata con candelabri e colonne.

Il triclinio

Il triclinio – la sala da pranzo – illuminato da una finestra a tre fori che si affaccia sul giardino, presenta pannelli rossi con edicole decorate al centro. Solo quella del lato ovest è parzialmente conservata, raffigurante un satiro e una menade in un santuario dedicato a Pan. La parte superiore, aggiunta dopo il terremoto del 62 d.C., è colorata in giallo.

Il peristilio

Il peristilio – cortile circondato da porticati – è decorato con uno zoccolo nero e pareti rosse con bande bianche. Sono raffigurati quadri del ciclo tebano, adornati con cariatidi e festoni, oltre a medaglioni e tavolette, molte delle quali furono asportate durante le esplorazioni borboniche.

Il portico

Il portico è costituito dai resti di quarantatré colonne, realizzate in mattoni e ricoperte di stucco bianco per creare scanalature. Circondano un giardino che, prima dell’eruzione, offriva una vista sul mare.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa