Porsi di fronte all’enigma, come a uno specchio. Due artisti – che sono, al contempo, filosofi – indicano visivamente una strada per il recupero della Speranza antica, che sta nella rilettura del Mito. Paolo Cantù Gentili – artista, docente di filosofia, copywriter, esperto in Psicanalisi della relazione – e Annamaria Giugni – artista e docente di filosofia – presentano diverse opere che ci invitano a pensare. In modo diverso.
Scrive Paolo Cantù Gentili: “La nostra epoca e società contemporanea è in grado di generare quella speranza di cui necessitiamo e in particolar modo le nuove generazioni, quella speranza che aiuta a vivere in modo pieno? Abbiamo perso per strada quei miti e archetipi del passato che fondarono ciò che noi chiamiamo cultura, la nostra seconda natura, all’interno della quale era vivida e presente la speranza di una vita degna di essere vissuta lunga o breve che fosse.
Odisseo, Antigone, Enea, Orfeo, Achille e Patroclo, l’archetipo del guerriero che affronta la vita e gli ostacoli che, inevitabilmente, l’accompagnano Tiresia, Edipo e i suoi conflitti superati, l’ebbrezza dionisiaca delle baccanti, l’ambivalenza di Saturno, il Ciclo del Bardo. In questa sapienza antica ritroveremo, in futuro, la speranza che vivifica”