[P]ersonalità irruente e passionale, Rosso Fiorentino, al secolo Giovambattista di Jacopo di Guasparre, è indicato come uno dei più alti interpreti del manierismo italiano, cui partecipò con autonomia e originalità, dando sempre prova di un’estrema acutezza di stile.
Formatosi nella bottega di Andrea del Sarto, sin dai primi, importantissimi lavori che gli vennero commissionati dimostrò un atteggiamento ribelle verso le costrizioni di un classicismo ormai in crisi, e in seguito offrì un contributo fondamentale alla corrente più ricca e inquietante della Maniera, proponendo composizioni tormentate, convulse e animate da un espressionismo tale da rasentare la caricatura.
In un’ampia monografia (Silvana Editoriale), dal suggestivo titolo Rosso Fiorentino. Leggiadra maniera e terribilità di cose stravaganti, Antonio Natali, profondo conoscitore del pittore, ne traccia un profilo soffermandosi sugli aspetti più singolari della vita e dell’opera di quello che definisce “uno dei più spregiudicati e poetici artefici della storia artistica dell’Occidente”.