Nel pomeriggio del 22 ottobre, la polizia di frontiera rumena ha effettuato un sequestro presso il valico di frontiera di Negru Vodă, scoprendo un tesoro di monete d’epoca romana e medievale nei bagagli di cacciatori di tesori bulgari. L’alta concentrazione di antichi insediamenti romani in Romania richiama su questo territorio diversi cercatori che non rispettano le leggi locali.
Il ritrovamento è avvenuto durante un normale controllo di veicoli in uscita. Una macchina immatricolata in Bulgaria è stata sottoposta a ispezione, e al suo interno sono stati scoperti 62 antiche monete con iscrizioni in latino, conservate in una bottiglia di plastica. Inoltre, all’interno del veicolo sono stati rinvenuti anche quattro oggetti non identificati. La sorpresa è stata ulteriormente accentuata dalla scoperta di tre metal detector, suggerendo l’uso di strumenti per la rilevazione di tesori archeologici.
Le tre persone a bordo dell’auto, tutti cittadini bulgari, sono state immediatamente interrogate, e un procedimento penale è stato avviato nei loro confronti. Le accuse riguardano l’esportazione illegale di beni culturali e l’utilizzo di metal detector in aree con patrimonio archeologico, reati che potrebbero comportare pesanti sanzioni.
L’area in cui è avvenuta la scoperta è ufficialmente elencata come un sito archeologico nei Monumenti Storici della regione. Pertanto, il possesso e l’esportazione di tali reperti richiedono autorizzazioni e controlli rigorosi.
Per stabilire l’origine e il valore storico di questi oggetti, è stato coinvolto un esperto di numismatica del Museo Nazionale di Storia e Archeologia di Costanza. Secondo l’esperto, le monete rinvenute sono di origine romana, risalenti al IV secolo d.C.. Inoltre, vi sono indizi che alcune di esse potrebbero avere origini medievali, forse appartenenti all’epoca ottomana. Questi reperti sembrano provenire da vari siti archeologici, aggiungendo ulteriore complessità all’indagine.
Gli oggetti e le monete sono stati consegnati agli archeologi del Museo Nazionale di Storia e Archeologia di Costanza. Questi esperti condurranno ulteriori studi, esamineranno gli oggetti in dettaglio e determineranno il loro significato storico e il loro valore per il patrimonio della regione della Dobrogea.
La Dobrugia, chiamata anche Dobrogea in lingua romena, è una regione storica situata nei Balcani che, a partire dal XIX secolo, è stata divisa tra la Bulgaria e la Romania. Quest’area geografica si estende tra il basso corso del fiume Danubio e il mar Nero, comprendendo il delta del Danubio, la costa rumena e la porzione settentrionale di quella bulgara. La Dobrugia è composta da due parti: la Dobrugia settentrionale, inclusa nella Romania, e la Dobrugia meridionale, che fa parte della Bulgaria.
Nel 46 d.C., questa regione fu incorporata nella provincia romana di Mesia, quando la Tracia divenne una provincia romana. Durante il I secolo d.C., la Dobrugia fu invasa più volte dai Geto-Daci, soprattutto tra il 62 e il 70 d.C. Nello stesso periodo, la base della flotta romana sul fiume Danubio (classis Flavia Moesica) fu trasferita a Noviodunum. Nel 86 d.C., la praefectura di Dobrugia fu unita alla Mesia e nello stesso anno, Domiziano suddivise la Mesia, includendo la Dobrugia nella parte orientale chiamata Moesia Inferior.